Lunedì 15 Luglio 2024

Il più amato dal Drake. E in Portogallo stupì anche da Schumi

La Ferrari omaggia la passione del Fondatore per i 12 cilindri con il modello '12Cilindri'. Schumacher, pur senza gareggiare con esso, elogia la potenza del V12 durante un test, sottolineando il successo passato del motore nel campionato del 1995.

di Leo Turrini

Con il modello che si chiama proprio ’12Cilindri’, la Ferrari ha reso omaggio ad una gloriosa ossessione del Fondatore. Nel senso che il Drake di Maranello, sempre aperto alla innovazione e alla sperimentazione, rimase tenacemente fedele a una intuizione adolescenziale: il 12 cilindri, appunto, era il motore che amava di più, pur non essendosi sottratto alla costruzione di altri tipi di propulsore.

Curiosamente, il più grande pilota nella storia della Rossa, il leggendario Michael Schumacher, non ha disputato nemmeno un Gran Premio con il V12 dietro la schiena. E non per sua volontà. Qui c’è una storia nella storia. Il tedesco diventa alfiere del Cavallino nel 1996. Proprio in quella stagione la Ferrari decide di passare al dieci cilindri, seguendo la strada di Renault, in quel momento fornitore della fortissima Williams.

Però Schumi la curiosità di apprezzare il fascino del V12 ce l’ha. Così, se ne va in Portogallo con la squadra prove. A collaudare il dodici cilindro che sta per andare in pensione. Un po’ per togliersi uno sfizio, ecco. E che accade? Qui si tracima nella leggenda metropolitana. Michael si mette al volante della monoposto che è stato del suo predecessore Jean Alesi.

Viaggia e viaggia forte. Tanto forte che alla conclusione del test Schumi si rivolge a ingegneri e meccanici della Ferrari e dice: beh, ma come avete fatto a non vincere il campionato con un motore così straordinario?

Ps. Per la cronaca: il mondiale del 1995, l’ultimo con il dodici cilindri del Cavallino in pista, se lo era aggiudicato lui, Michael. Con una Benetton spinta dal dieci cilindri della Renault…