Lunedì 27 Gennaio 2025

"Ecco come rilanciare le concessionarie"

di Giuseppe Tassi Nell’era della transizione verso l’elettrico c’è una componente del mondo automotive che è tramite essenziale fra Case produttrici...

di Giuseppe Tassi Nell’era della transizione verso l’elettrico c’è una componente del mondo automotive che è tramite essenziale fra Case produttrici...

di Giuseppe Tassi Nell’era della transizione verso l’elettrico c’è una componente del mondo automotive che è tramite essenziale fra Case produttrici...

di Giuseppe Tassi

Nell’era della transizione verso l’elettrico c’è una componente del mondo automotive che è tramite essenziale fra Case produttrici e consumatori: le concessionarie. Fra grandi aggregazioni, nuovi contratti di agenzia e difficoltà di gestione facciamo il punto su un settore in evoluzione con Dromo Faffa, fondatore e ad di Methodos Consulting, una società di consulenza che ha tra la sua vasta clientela un buona fetta di concessionari italiani.

Il 2024 si è chiuso con la perdita di 1 punto percentuale nel margine aziendale dei nostri dealers. Quali sono le cause?

"Sono molteplici e cito le più importanti: la crescita delle autoimmatricolazioni (i cosiddetti chilometri zero), la flessione del noleggio a lungo termine, l’aumento medio di circa il 20% del costo delle vetture. La diminuzione del potere di acquisto dei ceti medi e l’incremento del costo del denaro (con riflesso sui finanziamenti) hanno creato una vera e propria stagnazione nel mercato, riducendo i margini delle concessionarie".

Che riflesso ha un mercato stagnante nella gestione di una concessionaria?

"La riduzione dei volumi di vendita ha determinato un incremento percentuale dell’incidenza dei costi, sia nelle risorse umane sia nelle spese generali".

Fra il mercato dei generalisti e quello Premium chi ha subìto più danni?

"Nel primo margine aziendale le due posizioni sono divise da 1 punto (-1,5 per le Reti Premium e -0,5% per le Generaliste) e anche in materia di costi variabili e costi generali il mondo Premium (-2,1%) se la passa peggio di quello generalista (-1,4%)".

Come si strutturano i due modelli di vendita?

"Le reti generaliste prediligono il multimarche (fino a 5 o più mandati) e aree piu piccole di pertinenza, le Reti Premium invece hanno meno mandati ma agiscono su territori più allargati. Poi ci sono i cosiddetti contratti di agenzia, già attuati dal gruppo Bmw, dove gli stock di vendita restano presso le Case produttrici e il concessioanrio diventa un agente di vendita".

Le megaconcessionarie come il gruppo Autotorino sono il modello di sviluppo del futuro?

"Fino al 2030 credo che resisterà il modello attuale di vendita, dove piccole concessionare convivono con i grandi gruppi. Dopo il 2030, se i tempi della transizione all’elettrico verranno confermati in sede politica, credo che ottimizzazioni, alleanze e sinergie diventeranno essenziali per sopravvivere, adeguandosi a nuovi modelli di mercato, dove l’auto di proprietà non sarà più richiesta primaria. Cambierà anche il rappporto con i clienti, per privilegiare in particolare l’after market. Già oggi la voce assistenza è la sola che segna un saldo positivo per le concessionarie (+4%)".