Lunedì 27 Gennaio 2025

Benedetta primavera. La nautica è già pronta

di Paolo Galliani I numeri? Bisogna prendersi la briga di concedere loro la scena pur avendo l’accortezza di soppesarli per quello...

di Paolo Galliani I numeri? Bisogna prendersi la briga di concedere loro la scena pur avendo l’accortezza di soppesarli per quello...

di Paolo Galliani I numeri? Bisogna prendersi la briga di concedere loro la scena pur avendo l’accortezza di soppesarli per quello...

di Paolo GallianiI numeri? Bisogna prendersi la briga di concedere loro la scena pur avendo l’accortezza di soppesarli per quello che rivelano senza attribuire loro proprietà che non hanno. E in una stagione di consuntivi, vale sempre la pena attenersi ai fatti. Peraltro, ancora una volta generosi con la Blue Economy, come ha certificato l’Assemblea annuale dei soci di Confindustria Nautica organizzata lo scorso dicembre a Roma, momento apicale che ogni fine anno ha il duplice merito: saldare il senso di appartenenza di un comparto industriale che nel 2023 aveva visto il fatturato raggiungere il massimo storico di 8,33 miliardi di euro (1 miliardo in più rispetto all’anno precedente) e l’export lievitare ben oltre i 4 miliardi.

Ma anche offrire risposte non convenzionali alla domanda "come siamo e come saremo?" evitando le lusinghe dell’autocelebrazione e preferendo invece dare credito agli indicatori economici. Del resto, il timing invervale è quello classico dei bilanci. E in questo senso è già indicativo il preconsuntivo 2024. Con un dato – una "normalizzazione della crescita" – che se non è esaltante, è comunque rassicurante. E qui ha evidentemente pesato lo stato di salute non sovrapponibile tra la cantieristica di superyacht ormai abbonata a risultati positivi e le imprese della piccola nautica uscite da una stagione critica in termini di volumi di affari.

Illuminante la fotografia scattata in questo senso dall’Ufficio Studi di Confindustria Nautica interpretando i risultati del questionario sui trend di mercato. Con la larga fetta (75%) del settore Superyacht a prevedere una chiusura positiva del 2024 rispetto al 2023 o comunque a segnalare una riduzione estremamente limitata dell’order book. E con le aziende produttrici di barche fino ai 24 metri invece meno disposte a scommettere su un rendiconto lusinghiero, condizionate come sono da un’innegabile contrazione dei fatturati. Tant’è.

L’attenzione è già puntata sull’anno che è appena iniziato. Perché è vero: il tempo è sovrano e non è possibile mettere sotto contratto il futuro. Ma le previsioni sono legittime, spesso suffragate da indicatori e segnali promettenti. Anche incoraggianti. Come quelle che gli stessi responsabili di Confindustria Nautica – il presidente Saverio Cecchi e il direttore generale Marina Stella – hanno voluto condividere con la loro base associativa, riportando il pensiero e l’umore dei vari settori che compongono la galassia italiana della nautica da diporto.

E se è vero – come sosteneva Albert Einstein – che non tutto ciò che conta può essere contato, le cifre come le parole pesano, sempre e comunque. Quelle riportate dall’Ufficio Studi diretto da Stefano Pagani Isnardi sono lapidarie e valgono doppio: il 2025 sarà positivo per tutti, anche per i segmenti di minore dimensione della nautica italiana. Da quando? A partire dalla stagione che tradizionalmente simboleggia la rinascita: la primavera.