Mercoledì 27 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Il ministro Urso: “Imprese più verdi e digitali. Pronti altri tredici miliardi”

Il titolare del dicastero delle Imprese: “Cresciamo nonostante le difficoltà della Germania. Nuovo produttore automobilistico in Italia? C’è grande interesse, siamo al lavoro”

Il Pil nell’eurozona (crescita nel secondo trimestre del 2024)

Il Pil nell’eurozona (crescita nel secondo trimestre del 2024)

Roma, 31 luglio 2024 – Ministro, i dati del Pil confermano una tendenza quantomeno stabile per il nostro Paese, mentre nel frattempo la Germania torna in negativo. I rischi di una frenata in corso d’anno sono scongiurati?

"Un’altra conferma che siamo sulla strada giusta – avvisa Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy – I dati indicano che l’Italia, rispetto al 2023, cresce nonostante la crisi del nostro principale partner che è la Germania. Cresciamo di più, in modo costante e armonico, conquistando la gamma più alta e remunerativa dell’economia globale come rilevano i dati sull’export e collocandoci in mercati sicuri e con prodotti ad alto potenziale".

Anche i dati su inflazione e occupazione sono più confortanti di un anno fa.

"Sì e questo vuole dire che la basi della crescita sono sempre più solide. Anche a giugno l’inflazione dell’Italia è stata di gran lunga più bassa della media Ue e delle maggiori economie europee. Gli ottimi dati sull’occupazione, oltre a essere un importante indicatore dello stato di salute della nostra economia e delle nostre imprese, permettono peraltro di allargare la base dei contribuenti".

Co n quali effetti sul caro carburanti, una voce di spesa rilevante per famiglie e imprese?

"Siamo ormai a metà dell’estate e i prezzi alla pompa stanno mostrando da settimane una visibile tendenza al ribasso".

Con la partenza di Transizione 5.0 potremo aspettarci un’inversione di tendenza anche nella produzione industriale nazionale?

"Il piano sarà operativo nelle prossime ore e metterà a disposizione delle imprese quasi 13 miliardi di euro per investimenti nell’innovazione digitale e nell’efficientamento energetico: la più significativa misura europea che tiene insieme la duplice transizione agevolando anche la formazione del personale. Il provvedimento incentiverà gli investimenti e quindi anche la produzione, supplendo in qualche modo al deficit tedesco che influisce sulle nostre performance. Migliorerà la competitività delle nostre imprese e i loro standard produttivi. Sarà l’architrave della nostra politica industriale, un esempio anche per gli altri Paesi Ue".

A inizio luglio lei è andato a Pechino per incontrare istituzioni e aziende preparando il viaggio della presidente Meloni. Missione compiuta?

"Certamente sì. Abbiamo firmato un’intesa a livello dei ministeri dell’Industria incentrata sulle tecnologie green e volta a rafforzare la cooperazione industriale bilaterale tra i nostri Paesi, su basi eque e trasparenti. Siamo convinti che si possa aprire una nuova fase nel partneriato strategico tra l’Italia e la Cina".

Quando ci potremo aspettare un annuncio sul secondo produttore automobilistico?

"Mercoledì prossimo avremo il tavolo automotive: illustreremo in quella sede il lavoro compiuto in questi mesi per la sostenibilità del comparto. Non sono scelte che si fanno in un giorno, ci stiamo lavorando da oltre un anno. C’è un grande interesse per il nostro Paese: abbiamo le migliori condizioni logistiche, un mercato interno particolarmente ricettivo e un ecosistema straordinario, con centri di ricerca e design che tutti ci invidiano e una filiera della componentistica con alte performance. Sempre in occasione del tavolo presenteremo anche le linee di indirizzo dei prossimi piani incentivi che mi auguro possano essere di durata pluriennale, per consentire una migliore programmazione nell’acquisto delle auto da parte dei nostri cittadini".

Il suo ministero è diventato anche l’hub delle principali vertenze industriali e sindacali del Paese. A che punto siamo per i casi più significativi?

"La prossima settimana la dedichiamo al confronto con le parti sociali su diversi settori produttivi: siderurgia, auto, elettrodomestici, ma anche telecomunicazioni e moda. Ci saranno però anche tavoli di aggiornamento su alcune crisi in atto, come La Perla e Abramo Customer Care. Non saranno parole, ma fatti concreti. Come abbiamo agito con l’accordo di programma per la reindustrializzazione di Wärtsilä che salvaguarda tutti i lavoratori e avvia a riconversione il sito industriale di Bagnoli della Rosandra, che era destinato a chiudere, con l’intervento di un player internazionale come Msc, pronto a sviluppare un progetto duraturo per il territorio e ad alto contenuto tecnologico".

Auto ed ex Ilva restano, però, due tra i dossier più caldi del suo mandato di ministro responsabile dell’industria italiana. È fiducioso sul risultato finale di queste due partite?

"Sono due partite che valgono un campionato: quello dell’Italia industriale. Sono due settori collegati, consapevoli che la siderurgia è la base del nostro sistema produttivo. Attraverso l’acciaio è possibile realizzare un’industria della difesa, produrre auto, elettrodomestici, cantieristica e infrastrutture, a cui non vogliamo rinunciare. Per questo non molliamo la presa. E raggiungeremo il risultato".