Roma, 21 dicembre 2023 – L'Aula della Camera ha respinto la ratifica dell'accordo di modifica del Mes. I voti contrari sono stati 184, quelli favorevoli 72 e gli astenuti 44. Nello specifico, hanno votato a favore i deputati del Pd, Iv e Azione. Il ‘no’ è arrivato da FdI, Lega e M5S. Ad astenersi sono stati i deputati di FI, Avs e Noi Moderati.
"Il Governo, che si era rimesso al Parlamento, prende atto del voto dell'Aula di Montecitorio". Così fonti di Palazzo Chigi, che sottolineano come si tratti "di un'integrazione di relativo interesse e attualità per l'Italia", visto che "come elemento principale prevede l'estensione di salvaguardie a banche sistemiche in difficoltà, in un contesto che vede il sistema bancario italiano tra i più solidi in Europa e in Occidente".
"In ogni caso", sottolineano le stesse fonti, "il Mes è in piena funzione nella sua configurazione originaria, ossia di sostegno agli Stati membri in difficoltà finanziaria". "La scelta del Parlamento italiano di non procedere alla ratifica del Mes può essere l'occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato, più utili all'intera Eurozona".
Le reazioni
Un modo per reagire al ‘pacco’, come lo ribattezza Giuseppe Conte, preso in Europa con Francia e Germania sul patto di stabilità. A costo di "sbugiardare in aula" il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. Nei capannelli delle opposizioni in Transatlantico si spiegano così il ‘no’ alla ratifica del Mes che ha spaccato la maggioranza. E' stato il no compatto di Fratelli d'Italia a stupire le opposizioni.
Da questo voto, però, non risulta spaccata solo la maggioranza ma anche “il campo largo”, come evidenzia sui social il leader di Azione Carlo Calenda. “E' la testimonianza – aggiunge – che questo paese non si può governare con un bipolarismo che produce solo contraddizioni e figuracce”.
Di avviso contrario sulla maggioranza, il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti e il vicepremier Matteo Salvini che applaudono “la vittoria”. "Fratelli d'Italia ha dato l'ennesima dimostrazione di coerenza. La maggioranza parlamentare ha votato secondo propria coscienza nel rispetto delle posizioni altrui all'interno della coalizione. Il teatrino allestito da un'opposizione isterica è stato raccapricciante. Chi ha sfidato Fratelli d'Italia sul piano della linearità, può solamente mettere la coda tra le gambe. Primo fra tutti Giuseppe Conte, leader del M5s che – avendo bocciato il Mes oggi in Aula – ha votato contro il governo Conte II, senza tener conto di quanto aveva fatto il governo Conte I. Oggi i grillini si sono smentiti nuovamente da soli".
Per Salvini grazie “alla battaglia vinta pensionati e lavoratori italiani non rischieranno di pagare il salvataggio delle banche straniere. E pazienza se a sinistra si arrabbieranno. Una battaglia della Lega combattuta per anni e finalmente vinta. Avanti così, a testa alta e senza paura”.
Giuseppe Conte chiede al governo Meloni di dire la verità. "Giorgia Meloni ha mentito al Parlamento sul Mes", ha tuonato Conte in Aula. "Diteci cosa avete ottenuto ieri in Europa? Siete tornati con un 'pacco' di stabilità e decrescita – ha aggiunto –. Una decrescita infelice. L'accordo franco-tedesco di cui voi siete stati solo spettatori, sarà un disastro per la nostra economia. Siete veramente dissociati. Ad Atreju siete dei leoni, lì Giorgia Meloni si scompone, ma perché non si scompone in Europa, dove fate i docili agnellini?".
Il parere contrario in Commissione Bilancio
In Commissione Bilancio era già stato approvato il parere contrario della maggioranza firmato dalla relatrice Ylenja Lucaselli (FdI): FdI e Lega ha votato ‘no’, mentre Forza Italia ha preso la via dell’astensione.
Ecco quanto si legge nel testo votato dalla Commissione: “Ritenuto che la proposta di legge sia carente di meccanismi idonei a garantire il coinvolgimento del Parlamento nel procedimento per la richiesta di attivazione del Meccanismo europeo di stabilità, con ciò escludendo le Camere da procedure di significativo rilievo sul piano delle scelte di politica economica e finanziaria e che tale esclusione potrebbe incidere sulla possibilità per il Parlamento di monitorare in modo adeguato eventuali effetti indiretti della ratifica del Trattato, considerando che la mera richiesta di versamento di ulteriori quote di capitale, ai sensi dell'articolo 9 del Trattato istitutivo del Mes, si prospetta come cogente rispetto ad ogni impegno di finanza pubblica, determinando intuibili effetti a carico della finanza pubblica”.