Ci sono buone notizie per il mondo della musica. Il mercato discografico mondiale cresce del 9%, ancora meglio in Italia dove si è registrato un +11%, per un totale di oltre 370 milioni di euro di fatturato.
A rivelarlo è l’ultima edizione del Global Music Report, diffusa da Ifpi, federazione mondiale delle industrie discografiche.
Il settore, grazie al passaggio allo streaming premium che è cresciuto del 17,7%, ha saputo interpretare in maniera efficace la transizione digitale. Lo streaming rappresenta il 66,7% dei ricavi totali dell’industria discografica.
I ricavi commerciali totali per il 2022 sono stati di 26,2 miliardi di dollari. Quelli in Europa, il secondo mercato continentale più grande del mondo dopo gli Usa, sono cresciuti del 7,5%.
A livello globale è Taylor Swift l’artista che ha venduto di più secondo Ifpi, mentre in Italia l’anno è stato dominato da Lazza che ha ottenuto ben 20 certificazioni (due per album e 18 per singoli).
A rendere possibili questi fatturati e a dare manforte all’industria discografica ci sono tanti artisti che con la loro musica hanno dato vita (ed esportato) veri e propri fenomeni culturali.
I dati degli ascolti su Spotify nel 2022, la piattaforma leader sul mercato, decretano come vincitore, per il terzo anno consecutivo, il portoricano Bad Bunny con oltre 17 miliardi di stream. Numeri che confermano il successo senza confini della musica latina. A seguire, sul podio degli artisti più ascoltati al mondo, ci sono Taylor Swift e Drake.
In Italia, i numeri di Spotify non lasciano spazio all’interpretazione: i Maneskin restano gli artisti italiani più ascoltati all’estero. Dopo la band di origine romana troviamo i Meduza, Gabry Ponte, Ludovico Einaudi e Kina. Sfera Ebbasta, per il secondo anno consecutivo, è l’artista più ascoltato in Italia.
Nel primo report di SIAE firmato insieme a Italia Music Lab e Italia Music Export – hub che si occupa di promozione di musica italiana oltre confine – sugli ascolti della musica italiana all’estero, i Maneskin sono primi in tutte le classifiche: Sono gli artisti under 35 italiani più ascoltati al mondo e i primi a livello europeo e internazionale, in più I Wanna Be Your Slave e Zitti e buoni guadagnano i primi posti tra le canzoni italiane più ascoltate in Europa. Rush!, il loro ultimo album pubblicato il 20 gennaio scorso, è già al primo posto delle classifiche, oltre che in Italia, in Francia, Giappone (chart internazionale), Belgio, Paesi Bassi, Svizzera e Lituania ed è nella top ten di dieci paesi, fra cui il Regno Unito, Germania, Finlandia e molti altri.
Oltre ai Maneskin, che per distacco hanno gonfiato gli ascolti della musica italiana nel mondo, il resto della classifica del report è composto da classici del pop-rock italiano anni 2000 come Zucchero ed Eros Ramazzotti. Ma anche i più giovani Rocco Hunt e Ultimo. A sorpresa il secondo posto è vinto da Funbeat, aka Pasquale Di Fonzo. Il produttore compare anche tra gli autori più ascoltati al mondo grazie a 1,2,3,4 (One, Two, Three, Four), brano del 2013 rinato come trend di Tik Tok. Nella seconda metà della classifica Dardust, gli Eiffel 65 e Marco Sissa, produttore che insieme a Gigi D'Agostino ha firmato Hollywood, pluripremiato brano dance.
Insomma, è un’Italia che oltre al buon cibo, l’arte e il calcio, esporta anche buona musica. Per quanto riguarda l’importazione invece, i generi sono vari. Sono tanti i fenomeni virali internazionali che sono riconosciuti nel mondo, e che fanno ascolti anche in Italia. Molto apprezzati, tra gli altri, sono il Pop-Punk americano, il Post-Punk inglese, il rap francese. Un altro esempio in costante crescita è il K-pop, la musica popolare della Corea del Sud. Quest’ultimo, è diventato – con una lenta, ma inarrestabile progressione – un tassello fondamentale della celebre Korean Wave. Un complesso e variegato fenomeno socioculturale che ha consentito, al Paese, di diventare uno degli epicentri della cultura pop a livello mondiale. Una delle band più popolari sono i Bts, il loro pezzo più ascoltato si chiama Dynamite e su Spotify supera il miliardo e 600 milioni di ascolti.
Nelle cuffie degli italiani i generi, e la provenienza degli artisti, sono vari. Il nostro Paese, tuttavia, vedendo i dati Ifpi, esce dalla top ten dei principali mercati musicali al mondo per fatturato, classificandosi undicesimo nella classifica generale: a spingerla fuori dai migliori 10 è stato il Brasile. A penalizzarla però non sono le performance, ma il crollo dell’euro rispetto al dollaro, che non ha portato bene all’Italia in termini di ranking mondiale.