Venerdì 1 Novembre 2024
ANTONIO PETRUCCI
Economia

Crisi del mercato auto, in Europa sorride solo la Spagna

Italia in ritardo nell’elettrico. Per il direttore generale Unrae Andrea Cardinali “serve chiarezza sulle politiche ambientali e doganali dell’Unione Europea”

Mercato dell'auto in crisi, ecco chi va meglio

Mercato dell'auto in crisi, ecco chi va meglio

Roma, 1 novembre 2024 – La crisi del settore auto, che vede nella Volkswagen in Germania l’esempio più noto e drammatico, ha in realtà molti altri focolai pronti ad esplodere, con vendite a picco, scenari di licenziamenti e cassa integrazione, e politiche europee di transizione che per ora non hanno portato i frutti sperati.

Settembre in calo del 4,2%

Il mercato europeo delle autovetture, dopo la caduta di agosto (-16,5%), continua a registrare dati sconfortanti, con settembre che si è chiuso in calo del 4,2% rispetto a 12 mesi fa, ed un numero di immatricolazioni inferiore di circa 50mila unità. I primi 9 mesi dell’anno hanno chiuso spesso in negativo, ben 4 volte, con un attivo di sole 94mila auto rispetto al 2023, e con un caldo, ultimo trimestre in corso, che non promette nulla di buono. L’Italia al momento è al quarto posto in Europa, dove solo la Spagna sorride a settembre, con un +6,3%. Male la Germania, -7%, l’Italia, -10,7% e la Francia, -11,1%.

Italia in ritardo nell’elettrico

Il mercato italiano è ancora in forte ritardo nel settore dei veicoli elettrici ricaricabili (ECV), chiudendo all’ultimo posto dei Major Market anche a settembre, con una quota dell’8,6%. Forte il divario con gli altri mercati: il Regno Unito registra una quota del 29,4%, la Francia del 27,5%, la Germania del 23,7% e la Spagna del 14,3%. Tali dati, commentati dall’UNRAE, Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, hanno spinto la stessa Associazione a ricordare che il Governo italiano ha presentato a Bruxelles la richiesta formale per anticipare al 2025 la revisione del “Green Deal” e del bando alle auto a combustione previsto per il 2035, attualmente programmata per il 2026, richiesta che sta raccogliendo il consenso di altri Paesi dell’Unione. Parallelamente, l'ACEA (Associazione dei Costruttori Europei) ha avanzato la richiesta di posticipare al 2027 l'introduzione del nuovo target di emissioni, pari in media a 93,6 g/Km di CO2, originariamente previsto per il 2025, citando le difficoltà dell'industria europea nel conseguire questo obiettivo nei tempi stabiliti.  

La nota UNRAE

Il Direttore Generale, Andrea Cardinali, ha commentato la situazione attuale: “Serve chiarezza sulle politiche ambientali e doganali dell’Unione Europea. A livello nazionale, auspichiamo che il settore automotive venga preso in giusta considerazione nella Legge di Bilancio 2025, benché non compaia nelle recenti dichiarazioni dei vertici dell’Esecutivo. È, inoltre, fondamentale che il Governo intervenga con un DPCM dedicato, delineando un piano pluriennale per supportare concretamente il percorso di transizione energetica del nostro Paese. E’ necessario modificare l'attuale sistema, modulando la detraibilità IVA e la deducibilità dei costi in funzione delle emissioni di CO2, e riducendo il periodo di ammortamento a tre anni. Questa modifica avrebbe un effetto positivo: accelererebbe il ricambio delle flotte aziendali e garantirebbe una maggiore disponibilità sul mercato dell'usato di veicoli più ecologici a prezzi più accessibili, contribuendo così al rinnovo del parco circolante con mezzi più virtuosi sia in termini ambientali che di sicurezza”.  

I dati in Europa

Prosegue la flessione del mercato delle autovetture nuove anche nel mese di settembre in Francia, dove si registra un -11,1% con 139.002 immatricolazioni contro le 156.303 di settembre 2023. Il periodo gennaio-settembre 2024, si conferma in calo (-1,8%) anche nel cumulato con 1.265.902 (vs le 1.288.624 dei nove mesi 2023). Le vendite di autovetture nuove in Germania archiviano il terzo risultato negativo consecutivo: -7,0% dello scorso anno con 208.848 immatricolazioni. Il cumulato si porta a 2.116.074 unità, l’1,0% in meno delle 2.138.066 dei primi tre trimestri del 2023 (ancora il 23% in meno rispetto al 2019).

Dopo il calo di agosto, che seguiva un trend positivo durato 24 mesi, a settembre, mese del cambio targa, il mercato dell’auto torna a crescere e le immatricolazioni raggiungono le 275.239 unità nel Regno Unito, l’1% in più delle 272.610 registrate nello stesso mese dello scorso anno. Il cumulato gennaio-settembre, quindi, si chiude con un incremento del 4,3%, grazie alle 1.514.094 vendite contro le 1.451.908 dello stesso periodo del 2023. Il mercato dell’auto di settembre in Spagna segna un incremento del 6,3% grazie alle 73.144 immatricolazioni (contro le 68.803 di settembre 2023), che portano il cumulato 2024 a 744.698 vendite, il 4,7% in più rispetto alle 711.383 dei nove mesi dello scorso anno.  

Gli Stati Uniti non se la passano meglio

Negli Stati Uniti, la situazione non è migliore. Il secondo e terzo trimestre del 2024 hanno registrato un calo delle vendite di veicoli leggeri del 2%. Le previsioni per il 2024 sono state abbassate da 15,9 a 15,7 milioni di unità. A pesare, secondo gli esperti, gli incentivi solo per auto elettriche, i costi alti, anche 40mila dollari per veicoli non di lusso, e la crescente percezione di instabilità che induce molte persone a rimandare l’acquisto o a preferire un’auto usata.

Toyota, piove sul bagnato

C’è poi la situazione del colosso Toyota, di recente al centro delle cronache per le morti sul lavoro in uno stabilimento di Bologna a seguito di una esplosione. Dopo aver rimandato la produzione di auto elettriche per un calo degli ordini, e la decisione di chiudere vari centri di produzione, il tonfo in Borsa e il -11% di agosto nella produzione globale, è arrivata nelle scorse settimane anche la nota della Tational Highway Safety Administration che ha costretto l’azienda a richiamare 42mila veicoli americani. In pratica, le Corolla Cross Hybrid del 2023-2024 vendute nel mercato statunitense, avevano un errore di software nella gestione del veicolo in fase di slittamento, che causerebbe la perdita dell’assistenza alla frenata in curva.