Roma, 13 novembre 2024 – Il forte sviluppo tecnologico che ha coinvolto il mondo nel corso degli ultimi decenni ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere, coinvolgendo praticamente tutti gli aspetti del quotidiano. A essere stato rivoluzionato è anche il sistema dei pagamenti, con i consumatori che oggi hanno sempre più opzioni per effettuare le proprie transazioni, da tutte quelle rese possibili in digitale all’utilizzo delle criptovalute. Le Banche centrali di tutto il mondo hanno il dovere di stare al passo con i tempi, tanto che in molte hanno già iniziato a testare le CBDC, acronimo di Central bank digital currency, ovvero dei nuovi strumenti finanziari che sono in grado di agire sul contesto finanziario internazionale e sulle scelte di politica monetaria che vengono prese.
CBDC, cosa sono e come funzionano
Per comprendere quale sia l’impatto delle CBDC sul contesto finanziario globale è necessario partire da una loro profonda conoscenza. Le Central bank digital currency rappresentano una tipologia di moneta elettronica che viene emessa da un Banca centrale e che può essere utilizzata dai cittadini e dalle aziende sia per effettuare pagamenti che per accumulare valore. Questa moneta digitale è espressa nell’unità monetaria nazionale – per esempio dollaro o euro – ed ha corso legale, oltre a poter contare sulla garanzia espressa dell'Istituto di credito centrale che l’ha emessa. Quest’ultimo aspetto è di fondamentale importanza in quanto le CBDC assumono, in tal misura, le stesse garanzie che vengono riconosciute alla valuta fisica in circolazione. Rispetto alle altre monete elettroniche, dunque, le Central bank digital currency sono contraddistinte da una maggiore sicurezza e una minore volatilità rispetto alle valute digitali non emesse dalle Banche centrali. Anche in base a quanto già detto in precedenza, è possibile sintetizzare nei seguenti punti le caratteristiche distintive delle CBDC:
- rappresentano delle valute fiduciarie, ma in forma digitale
- sono emesse dalle Banche centrali di ogni Paese
- sono in grado di influenzare le politiche monetarie dei Paesi, così come ogni decisione presa dalla Banca centrale che le ha emesse
- possono essere basate su una tecnologia Dlt, Distributed ledger technology.
Per una corretta comprensione delle CBDC, ci sono anche alcuni errori di valutazione che non devono essere commessi. Questa moneta digitale, infatti, non è una criptovaluta governata da comunità autonome (come nel caso dei Bitcoin), ma viene distribuita da una Banca centrale. E ancora, questa moneta è equivalente, come detto, alle monete di banca commerciali, oltre a essere contraddistinta da una minore volatilità rispetto alle criptovalute.
Lo sviluppo delle CBDC
Nel corso degli ultimi anni l’implementazione delle CBDC ha subito una drastica impennata spinta da diversi fattori. L’obiettivo primario delle Banche centrali è rendere, proprio grazie a questo strumento, più sicuri ed efficienti i pagamenti digitali, andando così a diminuire l’uso del contante, a ridurre l’evasione fiscale e l’utilizzo di criptovalute come i Bitcoin. Quanto alla spinta, la recente crescita delle Central bank digital currency è dovuta principalmente a:
- la pandemia da covid-19, che ha avuto come conseguenza l’aumento dei pagamenti digitali e nell’utilizzo da parte dei consumatori delle e-commerce. A risentirne, come intuibile, è stato principalmente l’uso del contante
- le politiche governative fortemente restrittive dei Paesi nei confronti dell’uso del contante
- la sempre maggiore attenzione rivolta dai consumatori alle criptovalute e a sistemi di pagamento alternativi.
CBDC, vantaggi e rischi
Come per ogni novità, anche nel caso delle CBDC è possibile stilare una lista di vantaggi collegati alla loro implementazione così come di potenziali rischi.
Partiamo dalle opportunità di questa moneta digitale delle Banche centrali che, nel giro di poco tempo, potrebbero offrire ai cittadini e alle aziende dei metodi di investimento e di pagamento alternativi a quelli attuali, rappresentando un ulteriore step verso il consolidamento delle transazioni digitali. Con le Central bank digital currency, secondo diverse letture, si potrebbe inoltre consentire a molte più persone di accedere ai sistemi finanziari internazionali in maniera sicura grazie alla garanzia offerte dai governi e dalle Banche centrali su queste valute virtuali.
Ai benefici, si contrappongono alcuni rischi che devono essere presi seriamente in considerazione. Il primo riguarda lo stato di sviluppo delle CBDC che, seppur in crescita, molto spesso non riescono a garantire ancora gli stessi guadagni di alcune criptovalute, con gli investitori che propendono dunque ancora a investire su queste ultime. C’è poi un rischio che in realtà è più intendibile come una barriera alla potenziale diffusione delle CBDC, ovvero che per utilizzarle è necessario avere un portafoglio digitale e aderire ai relativi sistemi di sicurezza digitale delle banche. Tale passaggio, quasi scontato per i più giovani, rappresenta ancora oggi un limite per alcuni investitori, soprattutto per quelli più avanti con l’età e meno avvezzi all’utilizzo di internet e alle sue implementazioni.
Alcuni esempi di CBDC
Nell’odierno contesto, sono 87 i Paesi del mondo (circa il 90% del Pil globale) che stanno studiando come gestire nel futuro prossimo le valute digitali delle Banche centrali, i CBDC. C’è chi, invece, dalla fase di studio è già passato all’esperienza pratica, con 9 Paesi (informazioni del rapporto EDPS European Data Protection Supervisor, il Garante Europeo della protezione dei dati) che hanno già provveduto a emettere la propria valuta digitale garantita dalla Stato e dell’Istituto di credito centrale. Vediamone alcuni.
Nell’Unione europea, la Bce ha deciso di avviare un progetto di euro digitali dopo una prima fase di studio e consultazione dei vari stakeholder interessati al progetto. Così come riportato sul sito della Banca centrale europea, l’obiettivo è creare una “moneta digitale che affianchi il contante e i depositi, che permetta di creare sinergie con il settore dei pagamenti, che sostenga il processo di digitalizzazione nell’economia europea, che sia inclusiva permettendo anche a chi non possiede un conto corrente di potervi accedere ed evitare l’utilizzo di strumenti di pagamento non regolamentati o il ricorso a valute estere”.
Discorso simile a quello europeo riguarda gli Stati Uniti, dove la Federal reserve di Boston e alcuni esperti del Mit, Massachusetts institute of technology, sono a lavoro per il lancio di una potenziale CBDC.
La Cina, invece, ha già avviato un test pilota nel 2019 della sua moneta digitale garantita dalla Banca centrale, la eCNY. La base è ancora limitata, con la valuta che viene utilizzata per le transazioni quotidiane insieme a portafogli compatibili con essa. In ultimo la Nigeria, dove l’eNaira è in uso da ottobre 2021 è viene accettata come metodo di pagamento nel Paese.