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Antonio Patuelli, 74 anni, è presidente dell’Associazione Bancaria Italiana dal 2013
Benzina sul fuoco del risiko bancario. Dopo il cda, anche il Patto di consultazione di Mediobanca respinge l’Ops di Montepaschi, bollandola come "totalmente inadeguata", proprio nel giorno in cui la Ue strizza l’occhio all’operazione Unicredit-Commerzbank. Riuniti ieri a Piazzetta Cuccia, i soci hanno accolto al proprio interno due imprenditori storici, Federico Falck e Alberto Aspesi, anche per controbilanciare la riduzione della presenza del Gruppo Gavio. L’effetto finale è un leggero arrotondamento della quota di capitale apportata all’accordo di consultazione, che dall’11,62% sale all’11,87%.
Si tratta di un altro piccolo passo sulla strada che ha portato di recente Finprog, della famiglia Doris, ad aumentare il suo peso, sempre al fianco di Mediolanum, partecipata anche da Fininvest, che resta il primo socio del patto con il 3,49%. Un anno fa, invece, avevano aderito all’accordo la Valsabbia Investimenti delle famiglie Brunori, Cerqui e Oliva, attiva nella siderurgia, e la Plt Holding della famiglia Tortora, che opera nelle energie rinnovabili.
Al termine dei lavori, alcuni partecipanti si sono detti "d’accordo" nel definire i valori dell’offerta di Siena "completamente non adeguati". Uno di loro ha parlato di prezzo "sottocosto", aggiungendo: "Vedremo quando l’Ops ci sarà, se mai ci sarà". L’assemblea del Patto di consultazione – che ha confermato presidente Angelo Casò e i componenti del comitato Massimo Doris e Alberto Pecci – è servita anche a esaminare i risultati semestrali approvati dal board undici giorni fa. Numeri che "confermano la validità del modello di business specializzato, incentrato sul wealth management e il private investment bank, in grado di offrire importanti e distintive opportunità di crescita nell’ambito del piano".
La nuova puntata del risiko bancario ha avuto ieri anche un risvolto europeo. "Le acquisizioni, le fusioni e altre forme di consolidamento possono rendere le banche più resistenti agli choc, ad esempio, quando portano a una maggiore diversificazione degli attivi o geografica" è la risposta a un’interrogazione su Unicredit-Commerzbank della commissaria Ue ai servizi Finanziari, Maria Albuquerque. Anche se non si tratta di un endorsement – "la Commissione non commenta i singoli casi di potenziali acquisizioni su cui potrebbe essere chiamata a decidere" – la frase della Albuquerque dimostra come a Bruxelles si guardi con favore a quel consolidamento bancario che vede protagonista l‘istituto guidato da Andrea Orcel.
L’auspicio della Commissione di procedere ad aggregazioni tra istituti di credito di diverse aree geografiche europee, "non è un indirizzo fusionista a 360 gradi", bensì "vi è il rispetto delle imprese bancarie, perché le banche sono imprese e hanno la responsabilità di ciò che fanno" ha commentato il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, per il quale "i vigilanti vigilano, ma non sono dei co-gestori delle imprese bancarie, quindi è un indirizzo per coloro che si muovono per fare fusioni".
Patuelli ha parlato al comitato esecutivo Abi riunito a Milano, dove è intervenuto da remoto anche il governatore di Bankitalia Fabio Panetta, secondo cui la crescita "debole dell’area euro persiste più del previsto". E anche per questo occorre "semplificare" le norme sulle banche senza però "inseguire gli Usa" di Trump nella loro corsa alla deregolamentazione, con il rischio di vanificare 15 anni di regole che hanno consentito agli istituti di credito di essere oggi solidi e in grado, se vogliono, di aggregarsi. Panetta, a lungo nella Bce, conosce bene la storia della crisi finanziaria 2007-2009, che ha portato le banche europee sull‘orlo del collasso e provocato l‘aumento del debito di molti stati per salvarle: "Indietro non si torna" da quelle norme severe sui requisiti di patrimonio e liquidità e sulla nascita della vigilanza unica Bce.
"Nessuna corsa al ribasso" sulle regole, quindi. Anche con il calo dei tassi – ha rivendicato Patuelli – i bilanci delle banche italiane nel 2024 "sono prevalentemente positivi soprattutto per le ristrutturazioni, le riorganizzazioni e rafforzamenti di capitale fatti negli ultimi anni".