Giovedì 30 Gennaio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Mediobanca boccia l'ops di Mps: “Distrugge valore”

Lo comunica una nota di Piazzetta Cuccia che sottolinea i “rilevanti intrecci azionari di Delfin e Caltagirone”. I consiglieri di Delfin si astengono dal voto sul comunicato. Si sottolinea il pericolo di “perdita di clienti e di ricavi”

Milano, 28 gennaio 2025 – Il Cda di Mediobanca "rigetta" l'offerta pubblica di scambio "non concordata" lanciata da Mps, ritenuta "fortemente distruttiva di valore". Lo si legge in una nota dell'istituto guidato da Alberto Nagel.

L'offerta di Mps su Piazzetta Cuccia “è da ritenersi ostile e contraria agli interessi di Mediobanca”, prosegue la nota: “Fermo restando che Mediobanca si esprimerà sull'offerta con le tempistiche, gli strumenti e secondo le modalità previste dalla legge, sulla base dell'analisi del comunicato il consiglio di amministrazione di Mediobanca ritiene l'offerta priva di razionale industriale e finanziario, e dunque distruttiva di valore per Mediobanca”.

Mediobanca boccia l'ops di Mps, 'distrugge valore'
Il Cda di Mediobanca considera l'Ops lanciata dal Monte dei Paschi di Siena "distruttiva di valore"

L'Ops di Mps su Mediobanca "è caratterizzata dai rilevanti intrecci azionari di Delfin e Caltagirone”. Lo rileva Piazzetta Cuccia, ricordando che nella stessa Mediobanca “Delfin detiene il 20% e Caltagirone il 7% (sulla base dello stacco del dividendo di novembre 2024), in Mps Delfin è il primo azionista privato con il 10%, mentre Caltagirone detiene il 5% (oltre a detenere il 5% di Anima Holding che a sua volta possiede il 4% di Mps)” e in Generali “Delfin detiene il 10% e Caltagirone il 7%”. “La presenza degli stessi azionisti in Mps, Mediobanca e Generali nell'ambito di un'offerta esclusivamente in azioni”, secondo Mediobanca “configura una potenziale disomogeneità negli interessi rispetto al resto della compagine azionaria”.

Il comunicato con cui Mediobanca ha rigettato l'Ops di Mps "non concordata è fortemente distruttiva di valore" e' stato approvato dal Consiglio di Amministrazione di Mediobanca con l'astensione di Sandro Panizza e Sabrina Pucci, i due consiglieri espressione di Delfin.

Il calo in Borsa del titolo Mps dopo l'annuncio dell'offerta su Mediobanca "ne testimonia la fragilità del corso di borsa, che rende improbabile il buon esito dell'operazione”, posegue il comunicato aggiungendo che “rispetto al prezzo 'undisturbed' di Mediobanca di 15,23 euro alla chiusura del 23 gennaio 2025 l'offerta basata sul prezzo di borsa dell'offerente rappresenta uno sconto del 3% sulla base del prezzo di Mps del 27 gennaio (6,41 euro), uno sconto dell'7% guardando alla media a 3 mesi di Mps (6,15 euro) e uno sconto del 15% guardando alla media a 6 mesi di Mps (5,62 euro), uno sconto del 28% guardando alla media 12 mesi di Mps (4,77 euro)”.

“L'ops di Mps manca di razionale industriale e finanziario”. Così il Cda di Mediobanca ha valutato l'Ops lanciata dal Monte dei Paschi di Siena lo scorso 24 gennaio. “L'operazione, sottolinea l'istituto, manca di razionale industriale in quanto comporta: un forte indebolimento del modello di business di Mediobanca focalizzato sui segmenti di attività specializzate e redditizie quali il Wealth Management e l'Investment Banking. L'operazione – prosegue la banca di Piazzetta Cuccia – non porterebbe nessun beneficio in questi segmenti, bensì un loro cospicuo deterioramento: l'attività di Investment Banking a favore delle grandi e medie aziende richiede indipendenza di giudizio e assenza di conflitti di interesse che non si conciliano con una matrice di banca commerciale".

“L'operazione, prosegue, comporterebbe una immediata perdita della clientela bancaria e finanziaria (FIG) e di parte di quella large corporate che migrerebbe verso boutique specializzate o banche estere; analogamente, perdite di ricavi e clienti interesserebbero il Wealth Management e l'Investment Banking, posti a base del piano di sviluppo del gruppo, anche per l'incertezza che graverebbe sulla capacità della eventuale entità combinata di trattenere i principali clienti. Anche in questo caso, prosegue la banca, è facile prevedere una migrazione verso banche estere, intermediari non bancari o le due maggiori banche italiane; la perdita di clientela sarà ragionevolmente accompagnata dalla perdita delle migliori risorse umane del Gruppo; assenza di apprezzabili sinergie di costo non avendo i due Gruppi sovrapposizioni di reti distributive. L'operazione, spiega ancora la banca di Piazzetta Cuccia, manca di un razionale finanziario in quanto comporta: un forte pregiudizio al profilo reddituale di Mediobanca, i cui utili su base stand alone sono previsti in crescita come previsto dal Piano in esecuzione, mentre il consensus vede per Mps un calo degli utili per la riduzione del margine di interesse ed il progressivo venir meno dei benefici fiscali; una diluizione dei multipli valutativi di Mediobanca per il venir meno della prevista crescita di ricavi e utili, dell'elevata redditività (doppia di quella futuribile per il MPS al netto di un tax-rate normalizzato), della pressoché nulla esposizione al segmento delle piccole imprese, della crescita, anche di peso, del WM”.