Lunedì 25 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Maurizio Landini: “Diritto di sciopero sotto attacco. Il governo ha tradito gli elettori”

Il leader Cgil alla vigilia della mobilitazione generale: politiche di austerità peggio di Monti. “L’Italia sta vivendo una profonda crisi industriale, il lavoro è sempre più precario e i salari bassi”

Segretario Landini, si arriva allo sciopero generale con un provvedimento di precettazione del ministro Salvini: che significato ha questa escalation dello scontro da parte del governo?

“Innanzitutto, mi sento di dire che bisogna aver rispetto per chi decide, attraverso lo sciopero, di rinunciare a una giornata di stipendio e questo governo dimostra ogni giorno di non averne – è netto e diretto il leader della Cgil, Maurizio Landini, alla vigilia dello sciopero generale –. Credo sia sotto gli occhi di tutti una questione: c’è una maggioranza che ha vinto le elezioni promettendo di tutto, dalla riforma delle pensioni alla riduzione delle tasse, e la stessa maggioranza adesso sta facendo politiche che peggiorano quelle di austerità del governo Monti. Di fronte a questa incoerenza, al tradimento del loro mandato elettorale hanno deciso di sottrarsi al confronto, di criminalizzare il conflitto e di mettere in discussione il ruolo contrattuale delle organizzazioni sindacali”.

Maurizio Landini, 63 anni, è segretario nazionale della Cgil dal gennaio 2019
Maurizio Landini, 63 anni, è segretario nazionale della Cgil dal gennaio 2019

Ritiene che ci sia il rischio di un attacco strutturale al diritto di sciopero?

"Noi registriamo per l’ennesima volta che, quando lo sciopero lo indiciamo noi e la Uil, scattano le polemiche di Salvini, le inedite interpretazioni della Commissione di Garanzia e le precettazioni. In questa strategia del governo l’attacco al diritto di sciopero diviene non solo l’attacco a ogni forma di dissenso, ma un attacco a tutto il mondo del lavoro. Quando togli ai lavoratori la libertà di utilizzare uno strumento come lo sciopero ne indebolisci il potere contrattuale: che aumenti salariali puoi ottenere se non puoi fare affidamento anche sulla capacità di mobilitarsi? Oggi tocca alla Uil e alla Cgil, domani potrebbe riguardare qualsiasi organizzazione di rappresentanza sociale”.

Quali sono le ragioni che hanno portato Cgil e Uil allo sciopero generale?

"Nei giorni scorsi abbiamo presentato due rapporti, uno sul lavoro povero e uno sui salari. Ciò che emerge è che il livello delle medie salariali del nostro Paese è in diminuzione, addirittura è più basso rispetto agli anni ’90, ma soprattutto che, pur lavorando, si permane in una condizione di povertà. Non solo a causa dei bassi salari, ma anche per l’assenza di politiche di sostegno per la casa, per l’alto costo del sistema di istruzione, per il costo sempre più insostenibile delle cure e per la difesa della Sanità pubblica e per l’aumento dei costi dell’energia. Su questi temi grossa parte del fronte datoriale e il governo non fa nulla. Anzi, si continuano a produrre norme che incentivano la precarietà, si peggiora il sistema previdenziale, si distrugge il principio di progressività della tassazione, si favoriscono i condoni e l’evasione fiscale. Ci sono altre due questioni che vorrei evidenziare”.

Quale è la prima?

"La prima riguarda ciò che sta accadendo sul pubblico impiego dove si è consumata, per scelta del governo, la rottura sul contratto delle funzioni centrali. Il governo ha imposto un aumento dei salari nel rinnovo dei contratti del 6% a fronte di un’inflazione del periodo 2022–2024 del 17%, programmando, in questo modo, un impoverimento per tutto quel mondo del lavoro che gestisce servizi essenziali per i cittadini. Noi abbiamo detto no a questa scelta e stiamo proponendo di fare un referendum per chiedere a tutte le lavoratrici e lavoratori di decidere la validità del contratto”.

Quale è la seconda questione?

"La seconda riguarda la crisi industriale che il Paese sta attraversando. Il governo ha tagliato 4,6 miliardi nel settore dell’automotive, si continuano a tagliare miliardi destinati allo sviluppo del mezzogiorno. Ci sono interi settori che senza alcun intervento di politica industriale rischiano l’estinzione. Dalla moda, al settore elettrodomestico fino ad arrivare alla mobilità. Servono risposte concrete”.

La Cisl, ma non solo, vi accusa di fare uno sciopero politico che rischia di delegittimare la funzione del sindacato.

"Il compito del sindacato è migliorare le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori e non di sostenere a prescindere le scelte del governo. La funzione del sindacato è legittimata dalle persone che lo sostengono: da chi si iscrive, da chi vota nelle assemblee, da chi elegge i propri rappresentanti, da chi sciopera".

Quali saranno le prossime tappe della mobilitazione?

"Intanto invitiamo le lavoratrici e i lavoratori ad aderire allo sciopero generale e a partecipare alle mobilitazioni. La nostra mobilitazione proseguirà per ottenere risultati concreti già da questa legge di bilancio, per la conquista del rinnovo dei contratti, per contrastare i licenziamenti, la precarietà e difendere l’occupazione. Inoltre, il 2025 sarà l’anno dei referendum sul lavoro, contro l’autonomia differenziata e per la cittadinanza. Vogliamo costruire nel Paese una grande discussione su questi temi affinché si dia a tutti i cittadini la possibilità di decidere sul proprio futuro attraverso il superamento di leggi che opprimono milioni di persone. C’è un grande bisogno di libertà e nessuno può permettersi di essere indifferente e girarsi dall’altra parte”.