L’agricoltura è un "significativo fattore di coesione, integrazione, legalità e cittadinanza" di fronte alla quale "non bisogna avere paura del nuovo". Anzi, occorrono "soluzioni aggiornate, con la stessa lungimiranza che permise di affrontare, con i mezzi di allora, la rinascita del Paese". Di più: "Ribaltando l’immagine, non serve vino vecchio né in otri né in tempi nuovi".
Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, parla così dinanzi a un teatro colmo di agricoltori della Coldiretti, all’Eliseo a Roma. Altrettanto folta la platea di chi lo ascolta in diretta streaming da tutta Italia. La Confederazione nazionale dei Coltivatori diretti, come scandisce Mattarella, festeggia 80 anni. Un presidio di oltre un milione e mezzo di associati, 20 federazioni regionali, 95 interprovinciali e provinciali, 869 Uffici di Zona e 3.576 sezioni comunali. "La storia di un Paese che ha saputo modernizzarsi, crescere, consolidare la libertà dei propri cittadini, vivere in pace, realizzare importanti obiettivi che la Costituzione della Repubblica ci ha affidato", dice Mattarella.
Coldiretti decise di partecipare alla vita politica nazionale "nell’ambito dell’esperienza del movimento di ispirazione cristiana guidato da Alcide De Gasperi". Il fondatore, Paolo Bonomi ("da giovane ho avuto l’opportunità di conoscerlo") è stato prima membro della Consulta nazionale, poi della Costituente, infine della Camera dei Deputati, sino al 1983. Insignito, nel 1946, della Medaglia di bronzo al Valor militare. "Se avessero avuto lo sguardo rivolto all’indietro i Padri della Repubblica, i Padri della Coldiretti, dove ci avrebbero portato? Dove saremmo oggi? Siamo loro debitori e dalla loro esperienza sollecitati alla medesima lungimiranza", afferma Mattarella.
Quindi la qualità dei prodotti italiani "al primo posto in Europa", e la messa in guardia su "regole di chiusura dei mercati". "Tentazione che – dice Mattarella – ogni tanto affiora in Europa, quasi di sapore autarchico". Qualità al centro delle battaglie della Coldiretti. Per l’occasione lancia una petizione online, dopo quella ai gazebo che ha portato a 300mila firme, con l’obiettivo di raggiungere un milione di sottoscrizioni per l’obbligo Ue di etichettatura trasparente. Il presidente Ettore Prandini guarda a un’Europa più coraggiosa che sappia aprirsi "a una sfida mai sottolineata prima, quella della sovranità alimentare e agricola, senza pregiudizi ideologici".