Ci lascia Marisa Monti Riffeser, Presidente della Poligrafici Editoriale. Pochi ma ben scolpiti i principi che hanno guidato la sua vita, potremmo aggiungere tutti di stampo romagnolo, la forza basata sulla famiglia, la determinazione, il saper giudicare le persone per quel che sono non per quel che dicono, la passione per il lavoro. La vita non le aveva risparmiato dure prove come la prematura perdita del marito ma alla sua famiglia è rimasta fedele per sempre e non ha mai voluto risposarsi dicendo: "Ho avuto tre figli, un matrimonio stupendo, perché cercare altro?".
Si schermiva se qualcuno l’avvicinava alla mitica Katharine Graham, la proprietaria del Washington Post, ma Marisa Monti Riffeser è stata pur sempre l’unica donna editrice di quotidiani nella storia del nostro paese e con il figlio maggiore Andrea ne ha guidati un bel numero. E anche lei diventò presidente della Poligrafici Editoriale alla scomparsa del padre, il cavalier Attilio Monti, e ritrovarsi successore di un nome importante come quello di Monti non era cosa da poco. Anche se lei avrebbe voluto occuparsi ancora di più dei giornali nonostante una certa idea del padre che aveva invece piuttosto teso a proteggere quell’unica figlia nella convinzione che guidare un gruppo editoriale come il nostro fosse compito da uomini. Sebbene lei fosse stata sempre convinta che avrebbe giocato a favore di un rinnovamento nell’informazione una maggiore presenza femminile in ruoli di direzione.
Con i direttori si comportava più ricorrendo alla saggezza che alle direttive, suggerendo di non attaccarsi, come diceva, a nessun carro e di parlare bene o male di chiunque secondo meriti o demeriti. "Noi dobbiamo solo essere informatori affidabili dei nostri lettori". Ed era facile lavorare con lei sapendo che tutto era in discussione meno l’onestà. Sapeva anche guardare lontano e a volte con incredibile anticipo. Come nel desiderio di fare un giornale dedicato alle buone notizie, senza politica e cronaca nera che raccontasse storie positive per non deprimere i lettori. Un’idea che con il tempo ha incontrato un certo favore, soprattutto in considerazione dei tempi non facili che viviamo e che rendono benvenuti i consigli e i buoni modelli.
Allo stesso modo, molto prima che i mercati fossero invasi dal made in China, Marisa Monti Riffeser intuì che quello era un impero senza uguali con cui si dovevano fare i conti e con sollecitudine volle vederlo e conoscerlo da vicino andando sul campo per valutare opportunità e modi, sia pure in situazioni e tempi che ancora presentavano resistenze. Pur essendo un’imprenditrice curiosa e proiettata verso il futuro, si potrebbe dire sia stata una donna di altri tempi, rispettosa della rigida educazione ricevuta e del senso del rigore che è stato un tratto di famiglia, parola che ritornava spesso nel suo eloquio. Come quando andava a far visita ai bambini della scuola materna di Ravenna, intestata ai nonni Giuseppe e Anita Monti, un appuntamento a cui non voleva mai mancare perché, diceva, "in questa scuola si sente battere un cuore romagnolo, c’è generosità e passione, è davvero una grande famiglia".
Il miglior complimento che potesse fare lo esprimeva con quella parola che per lei rappresentava calore, sicurezza e complicità: famiglia. "Dietro un’azienda che va bene c’è sempre una famiglia unita". Degli uomini apprezzava il carattere, quello che sapevano fare ma allo stesso tempo detestava le debolezze, come l’invidia, la poca umiltà, l’ambizione sfrenata, la corsa per essere ricchi e potenti. "Poi quando pensi di essere infallibile in realtà sei più vulnerabile di prima e non ti accorgi di essere salito troppo in fretta". E con saggezza di nonna chiedeva: “Poi a che serve? Io mi accontento della buona salute e tutte le sere ringrazio il Signore".
Pensando alla famiglia ha speso tante energie nel curare la tenuta de La Bagnaia, nella bella campagna di Siena, che ha sempre concepito come punto di riferimento per la famiglia e come ritrovo anche per importanti incontri di livello internazionale su problematiche che riguardano il mondo dell’informazione e i suoi sconvolgenti mutamenti. Un impegno a cui si dedicava per buona parte della settimana, tornando magari nei fine settimana a riposarsi nella cara Bologna. E aveva voluto Bagnaia come sede del Premio Arte e Cultura dell'Associazione Attilio Monti, dedicato alla memoria dell'amato padre, creato per mettere in luce quei personaggi che, attraverso la loro etica di vita e la loro professionalità, si sono particolarmente distinti nel proprio campo, vengono vissuti come punti di riferimento in termini di conoscenza, sviluppo della cultura e hanno contribuito al benessere ed al progresso della civiltà. Negli anni il premio è stato assegnato a politici, imprenditori, attivisti, scrittori e giornalisti di fama internazionale.
In un mondo economico diventato spersonalizzato Marisa Monti Riffeser lascia in eredità un modello imprenditoriale segnato da una forte impronta personale e un sapore che sa di casa e dà una sensazione di semplicità e affidabilità: "Noi rimaniamo una famiglia di editori puri, anzi purissimi – diceva con orgoglio -, mangiamo solo questa minestra”. Il padre Attilio Monti le affidò un impegno e lei lo ha mantenuto, la dedizione totale ai giornali. Marisa Monti Riffeser ha sempre sostenuto con la massima discrezione le attività del territorio fondate dal padre per tutelare i più deboli, in particolare bambini e anziani. La Famiglia continuerà la sua opera in sua memoria.