Venerdì 8 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

La mappa delle pensioni in Italia: previdenziali e assistenziali, tutti i numeri da Nord a Sud

Quasi 18 milioni di pensioni per una spesa complessiva di oltre 248 miliardi. L’ultimo monitoraggio sui trattamenti erogati dall’Inps

Roma, 27 marzo 2024 – Quasi 18 milioni di pensioni del settore privato, con un milione e 300 mila nuovi assegni liquidati nel 2023. Per una spesa complessiva di circa 248,7 miliardi di euro. Ma con il 53,7 per cento delle prestazioni complessive (pari a circa 9,5 milioni) che fa registrare un importo inferiore ai 750 euro: senza tenere conto del dato in base al quale per le donne la percentuale raggiunge il 64,7%. Sono solo alcuni dei numeri dell’ultimo monitoraggio sui trattamenti previdenziali e assistenziali erogati dall’Inps. Ma andiamo a vedere nel dettaglio la mappa aggiornata del pianeta pensioni in Italia.

I numeri complessivi delle pensioni

Le pensioni vigenti al 1° gennaio 2024 sono 17.775.766, di cui 13.632.992 (il 76,7%) di natura previdenziale e 4.142.774 (il 23,3%) di natura assistenziale. L’importo complessivo annuo è pari a 248,7 miliardi di euro, di cui 222,8 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali e 25,9 miliardi da quelle assistenziali. Il 47,1% delle pensioni e il 62,4% degli importi in pagamento è in carico alle gestioni dei dipendenti privati: quella di maggior rilievo è il Fondo pensioni lavoratori dipendenti, che gestisce il 44,5% del complesso delle pensioni erogate e il 57,8% degli importi in pagamento. Le gestioni dei lavoratori autonomi erogano il 28,3% delle pensioni, per un importo in pagamento pari al 24,7% del totale, mentre le gestioni assistenziali erogano il 23,3% delle prestazioni, con un importo in pagamento pari al 10,4% del totale. Se consideriamo il 2023, sono state liquidate 1.364.686 pensioni, il 48,6% delle quali di natura assistenziale. Gli importi annualizzati stanziati per le nuove pensioni liquidate del 2023 ammontano a 14,3 miliardi di euro, circa il 5,8% dell’importo complessivo annuo in pagamento al 1° gennaio 2024.

Previdenza e assistenza

Le prestazioni di tipo previdenziale, finanziate dai contributi e calcolate su questi ultimi, sono costituite per il 69,1% da pensioni di vecchiaia, di cui il 57,3% erogate a uomini, per il 5,0% da pensioni di invalidità previdenziale di cui il 57,0% erogato a maschi e per il 25,9% da pensioni ai superstiti, con un tasso di mascolinità pari al 12,5%. Circa il 73,8% delle pensioni di anzianità/anticipate sono erogate a uomini, mentre tale percentuale si abbassa al 38,1% per le pensioni della sottocategoria vecchiaia.

Anche nell’invalidità previdenziale (legge 222/84) c’è una preponderanza maschile: il 64,5% per l’assegno di invalidità e il 68,7% per la pensione di inabilità. Le pensioni di invalidità decorrenti prima della legge 222/84 avevano un tasso di mascolinità del 32,2%, dovuto all’età elevata dei titolari di queste prestazioni e alla maggiore longevità delle donne. Le prestazioni di tipo assistenziale sono costituite per il 20,4% da pensioni e assegni sociali, di cui il 37,9% erogate a uomini: il restante 79,6% delle prestazioni sono erogate ad invalidi civili sotto forma di pensione e/o indennità, con un indice di mascolinità del 42,0%.

Il 61,3% delle pensioni previdenziali liquidate nel 2023 è costituito da pensioni di vecchiaia, l’8,7% da quelle di invalidità previdenziale e il 30,1% da quelle ai superstiti. Le prestazioni di tipo assistenziale sono costituite per il 7,6% da assegni sociali e per il 92,4% da prestazioni di invalidità civile. Considerando le prestazioni di invalidità civile vigenti all’1 gennaio 2024 per composizione dell’importo, il numero è di 629.641 sole pensioni, 1.868.283 sole indennità e 400.015 pensioni e indennità di accompagnamento insieme, per un totale complessivo di 2.897.939 invalidi civili.

La distribuzione geografica

L’area geografica con la percentuale più alta di prestazioni pensionistiche è l’Italia settentrionale, con il 48,0%; al Centro viene erogato il 19,3% delle pensioni, mentre in Italia meridionale e Isole il 30,8%; il restante 2,0% (346.495 pensioni) è erogato a soggetti residenti all’estero. Il Nord ha un numero di pensioni per numero di residenti maggiore per le categorie vecchiaia e superstiti, seguito dal Mezzogiorno e dal Centro, mentre l’ordine si inverte per le pensioni di categoria invalidità previdenziale e per le prestazioni assistenziali.

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale degli importi erogati, il 55,5% delle somme stanziate a inizio anno sono destinate all’Italia settentrionale (per la vecchiaia la percentuale passa al 60,4%), il 24,2% a Italia meridionale e Isole (per pensioni e assegni sociali la percentuale passa al 55,9%), il 19,6% all’Italia centrale ed infine lo 0,7% a soggetti residenti all’estero. L’importo medio mensile della pensione di vecchiaia è di 1.468,59 euro, con un valore più elevato nel settentrione (1.575,28 euro). L’analisi della distribuzione per età evidenzia una età media dei pensionati pari a 74,1 anni, con una differenza tra i generi di 4,7 anni (71,5 anni per gli uomini e 76,2 anni per le donne).

La distribuzione per importi

Analizzando la distribuzione per classi di importo mensile delle pensioni, si osserva una rilevante concentrazione nelle classi basse. Il 53,7% delle pensioni ha un importo inferiore a 750,00 euro. Questa percentuale, che per le donne raggiunge il 64,7%, costituisce solo una misura indicativa della “povertà”, per il fatto che molti pensionati sono titolari di più prestazioni pensionistiche o comunque di altri redditi. A tal fine si può sottolineare che delle 9.543.973 pensioni con importo inferiore a 750 euro, solo il 43,9% (4.193.239) beneficia di prestazioni legate a requisiti reddituali bassi, come integrazione al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile. In questo contesto il divario tra i due sessi è accentuato: per gli uomini la percentuale di prestazioni con importo inferiore a 750 euro scende al 40,0% e se si analizza la situazione della categoria vecchiaia, si osserva che questa percentuale scende al 17,0% e di queste solo il 20,2% è costituito da pensioni in possesso dei requisiti a sostegno del reddito. Sempre per i maschi, si osserva che il 46,7% delle pensioni di vecchiaia è di importo compreso fra 1.500 e 3.000 euro.