Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Manovra, all’alba il via libera: niente proroga al Superbonus, salve le pensioni dei medici. Tutte le novità

Emendamenti approvati nella seduta notturna della Commissione Bilancio del Senato. Rimodulate anche le risorse per il Ponte sullo Stretto e ok a un testo delle opposizioni che destina 40 milioni per la difesa delle donne

Roma, 18 dicembre 2023 – Il via libera è arrivato all’alba. Approvati con una seduta notturna della Commissione Bilancio del Senato gli emendamenti alla manovra del governo. Adesso manca solo il mandato al relatore, verrà conferito nel corso della mattinata dopo l'analisi degli ordini del giorno e le dichiarazioni di voto. Approvato un testo comune delle opposizioni, votato da tutti, che destina 40 milioni di euro a iniziative contro la violenza sulle donne: dai centri antiviolenza al reddito di libertà.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni insieme ai vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni insieme ai vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani

Il testo della legge di Bilancio è atteso in aula a Palazzo Madama a partire dal pomeriggio di mercoledì 20 dicembre con il voto di fiducia fissato per venerdì 23 a metà giornata, per poi passare alla Camera dal 27 e concludere l'iter a Montecitorio entro il 30.

Dopo una seduta durata tutta la notte la Commissione ha ultimato il lavoro di revisione dei testi con alcune modifiche. Niente spazio per la proroga al Superbonus. Non è stato depositato un testo che il governo aveva preparato in extremis e dava la possibilità ai dirigenti medici e ai docenti universitari del settore sanitario di andare in pensione a 72 anni invece che a 70, un provvedimento che ha trovato la contrarietà dei camici bianchi e potrebbe essere discusso nuovamente nei prossimi mesi.

Poco prima delle 6 di mattina sono stati votati invece i testi depositati nei giorni scorsi dal governo e dai relatori. Dopo le polemiche delle scorse settimane l'esecutivo ha presentato una misura che salva dalla possibile decurtazione le pensioni di vecchiaia di medici, dipendenti degli enti locali, maestri e ufficiali giudiziari dalla stretta che rivedrà al ribasso l'importo delle pensioni, mentre saranno penalizzate le uscite anticipate, a eccezione di coloro che maturano i requisiti entro il 2023.

"È stato un lavoro molto impegnativo, alla fine il governo ha portato a casa diversi risultati: abbiamo dato ascolto alle opposizioni e non abbiamo compresso il dibattito", commenta il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani al termine del voto.

Gli altri emendamenti del governo riguardano i fondi per l'integrazione salariale delle forze armate e delle forze dell'ordine, la rimodulazione delle risorse per il progetto del Ponte sullo Stretto, una parte ora sarà a carico delle Regioni Calabria e Sicilia tramite i fondi coesione, e stanziamenti per gli enti locali versati anche in ragione della recente modifica delle aliquote Irpef.

Tra i testi dei relatori invece spicca uno che chiarisce i termini dell'aliquota per la cedolare secca sugli affitti brevi concedendo ai proprietari di più immobili la possibilità di sceglierne uno su cui applicarla al 21% e non al 26% come per gli altri. Previste inoltre risorse per il Giubileo del 2025.

Circa 200 Comuni invece avranno più tempo – fino al 15 gennaio 2024 – per determinare le aliquote Imu del 2023, si tratta di località che non avevano ancora trovato il modo di fissarle. In arrivo anche un finanziamento che mette a disposizione 15 milioni di euro per la zona di Caivano e un accordo di programma con il Mimit.

Il cuore della legge di bilancio riguarda la conferma nel 2024 del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro, in combinato con la nuova modulazione delle aliquote Irpef che accorpa le prime due, per lasciare in busta paga circa 100 euro al mese in più ai lavoratori dipendenti. Un provvedimento che impegna quasi 11 miliardi di euro. Previsti inoltre più di 3 miliardi di fondi aggiuntivi sulla sanità e circa 5 per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego.