Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Manovra, Tria: "Con proposta M5s reddito di cittadinanza anche agli stranieri"

Salvini: "Deve andare agli italiani come da contratto di governo". Il grillino Buffagni: "Rispetteremo il contratto, ma entro i confini della Costituzione". Il ministro dell'Economia sui costi della manovra: "Le misure saranno graduali e nel rispetto dei conti pubblici"

Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria (LaPresse)

Roma, 20 settembre 2018 - Con la proposta del Movimento 5 Stelle il reddito di cittadinanza "andrà anche ai cittadini di origine straniera". Lo ricorda il ministro dell'Economia Giovanni Tria durante il question time al Senato sulla manovra finanziaria 2018, precisando che il riferimento è alla proposta presentata nella scorsa legislatura. Lo schema prevedeva "reddito minimo per i cittadini italiani o degli Stati membri dell'Ue residenti in Italia", ma anche per  quelli di altri Paesi che avessero sottoscritto "convenzioni bilaterali di sicurezza sociale con l'Italia". Il quadro in cui inserire la norma è quindi piuttosto complesso (e oneroso) anche perché, come spiega Tria "i requisiti relativi a cittadinanza e residenza possono essere introdotti solo nel rispetto dell'articolo 3 della Costituzione e della normativa europea". Il titolare di via XX Settembre conferma comunque che il provvedimento sarà presente nella legge di Bilancio. "Sono in corso da tempo approfondimenti tecnici delle amministrazioni coinvolte sulla configurazione della misura", dice riferendosi anche alla pensione di cittadinanza. L'esecutivo è al lavoro "sulla definizione della platea dei destinatari in linea con le indicazioni del contratto di governo".

Intanto, nel tardo pomeriggio Matteo Salvini, uscendo dal vertice di centrodestra a Palazzo Grazioli, lancia una frecciata/avvertimento ai colleghi di maggioranza. "Sono sicuro che gli amici Cinque stelle stanno studiando una formula del reddito di cittadinanza intelligente che lo limiti ai cittadini italiani", dice. In serata, ospite a Stasera Italia, il sottosegretario pentastellato Stefano Buffagni prova a chiarire i contorni della misura che il Movimento 5 Stelle sta mettendo a punto. "Il contratto parla chiaro, il reddito di cittadinanza" va introdotto "per gli italiani, ma all'interno di quanto previsto dalla Costituzione", spiega. E aggiunge: "Certo fa sorridere che il ministro Tria vada in sedi istituzionali citando un documento 5 Stelle di 5 anni fa". Quindi sottolinea: "Esiste una proposta attuale e un contratto di governo da rispettare".

Manovra, dalle pensioni alla flat tax. Le misure chiave tra promesse e realtà

TRIA - Tra i temi toccati durante il question time anche quello della "pace fiscale" che il premier Conte ieri ha definito "imprescindibile" nella manovra. "Parlare i pace fiscale non significa varare un nuovo condono", precisa Tria, ma piuttosto significa "fisco amico" e "incremento della tax compliance", con "iniziative di aiuto ai cittadini in difficoltà". Di Maio nei giorni scorsi aveva chiarito che il Movimento 5 Stelle non è intenzionato a votare condoni. 

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CONTI - Il ministro, ancora una volta, non si sbilancia sui conti, parlando di "graduale realizzazione degli interventi" previsti dal contratto di governo e sottolinea che le misure saranno pensate "compatibilmente con le esigenze di mantenere l'equilibrio dei saldi strutturali di finanza pubblica".

COPERTURE -  Sul nodo coperture, Tria precisa che il quadro delle misure e le risorse per attuarle saranno individuate "in sede di predisposizione della Nota di aggiornamento al Def". Sarà allora che si avrà uno scenario chiaro e più definito sui provvediemnti che troveranno realizzazione nella legge di Bilancio. Oggi Di Maio ha ribadito la necessità di sforare "il 2% del rapporto deficit/Pil" per produrre una manovra che sia "amica degli italiani dopo anni di lacrime e sangue".

STOP AUMENTO IVA - Per recuperare risorse e coprire le misure previste, circolano indiscrezioni su un possibile aumento Iva che scatterebbe automaticamente qualora le clausole di salvaguardia non fossero rispettate. Uno scenario che viene smentito da Tria che ribadisce come il governo intenda rispettare gli impegni del Def approvato dal Parlamento a giugno. Tra questi, c'era anche lo stop al rincaro dell'imposta sui consumi. Sempre nel Documento di Economia e Finanza, l'esecutivo prometteva di riconsiderare i tempi per il raggiungimento del pareggio di bilancio fissati al 2020 e a rispettere i saldi di bilancio nel 2018.