Sabato 21 Dicembre 2024
ANTONIO TROISE
Economia

Come sarà la manovra. Dal taglio del cuneo alle nuove assunzioni: le misure finanziate

Il governo confermerà l’accorpamento di due aliquote fiscali. Ma per la flat tax e per il Ponte sullo Stretto resta ancora l’incognita

Giorgia Meloni

Roma, 27 settembre 2023 – La manovra sarà tra i 20 e i 25 miliardi di euro, 13 in meno rispetto a quella dell’anno precedente. Una cifra che sicuramente non riuscirà ad accontentare tutte le richieste dei partiti, che superano abbondantemente i 35 miliardi di euro. Nei prossimi giorni il braccio di ferro fra le forze di maggioranza entrerà nel vivo per portare il massimo possibile. Ma che cosa prevederà la prossima Legge di Bilancio? Quali sono i capitoli sicuri e quelli, invece, ancora sostanzialmente da definire?

Il capitolo praticamente intoccabile è quello della proroga del taglio del cuneo fiscale anche per il 2024. Un’operazione che vale, da sola, circa 10 miliardi di euro e che dovrebbe portare almeno 100 euro in media nelle buste paga dei lavoratori dipendenti fino a 35mila euro di reddito lordo annuo. Sicuramente ci sarà poi l’intervento sull’accorpamento delle aliquote fiscali, che però potrebbe scattare non dal primo gennaio ma a metà anno, riducendo quindi l’impatto sui conti dello Stato. Se passasse l’idea di accorpare le prime due aliquote portando quella minima fino alla soglia dei 28mila euro, servirebbero circa 4-5 miliardi di euro all’anno.

Soldi che il governo deve raccogliere con interventi strutturali e non una tantum come, ad esempio, la tassa sugli extra-profitti delle banche. Per questo si sta studiando un taglio "orizzontale" agli attuali "sconti fiscali", una marea di oltre 360 voci che portano via al bilancio pubblico, ogni anno, circa 160 miliardi di euro. Dal 2024 gli sconti potrebbero scattare solo a partire da una soglia di reddito. Il taglio potrebbe attestarsi sul miliardo di euro per l’anno prossimo.

Altra voce della manovra che sarà sicuramente finanziata è il cosiddetto "pacchetto-famiglia", con gli incentivi per la natalità, gli aiuti per i nuclei più numerosi e l’assunzione delle neo-mamme. L’operazione si attesta sui 2 miliardi di euro.

Scontata anche la proroga, con minime modifiche, di quota 103 per la previdenza e la revisione di opzione donna, per un valore vicino al miliardo di euro. Molto incerto, invece, l’aumento delle pensioni minime a 700 euro, come chiesto da Forza Italia. Tutto dipenderà, ovviamente, dai numeri definitivi della Legge di Bilancio. Così come al momento è fuori dal perimetro il finanziamento del Ponte sullo Stretto: per far partire i cantieri da agosto del 2024 servirebbe uno stanziamento di almeno un miliardo di euro. Soldi che le altre forze della maggioranza vorrebbero dirottare su altri capitoli di spesa.

Via libera anche al rinnovo dei contratti del pubblico impiego dopo anni di attesa. Lo ha annunciato ieri il ministro dell’Economia, Giorgetti, poco prima che cominciasse il Consiglio dei ministri che ha approvato la Nadef. Si partirà dal contratto per la sanità. E resta anche in pista l’ipotesi di alleggerire le tasse sugli straordinari di medici e infermieri per aumentare la produttività negli ospedali e ridurre le liste di attesa. Più difficile la flat tax al 15% sulle tredicesime di tutti i lavoratori: servirebbero altri 2 miliardi di euro.