Martedì 16 Luglio 2024
ANTONIO TROISE
Economia

Via alla manovra da 28 miliardi, taglio del cuneo e riforma Irpef: negli stipendi 120 euro in più. Verrà ridotto il canone Rai

Aumenti ai dipendenti statali e aiuti per affitti, mutui prima casa e bollette. Aziende: incentivi a chi assume. Meno tasse per chi investe in Italia. Sforbiciata alle agevolazioni fiscali per i redditi sopra i 50mila euro

Roma,17 ottobre 2023 – Via libera del governo alla manovra da 24 miliardi, ai quali bisogna aggiungere la dote di 4 miliardi della riforma fiscale. È stato un varo a tempi di record, poco meno di due ore per approvare l’intero pacchetto di provvedimenti. Il piatto forte resta quello del taglio del cuneo fiscale, confermato anche per il 2024, che assorbirà circa 10 miliardi. Passa anche il pacchetto famiglia e natalità, con una dote di 1 miliardo di euro. Ridotto il canone Rai in bolletta (da 90 a 70 euro all’anno). Previste, infine, meno tasse per le imprese che investono o che assumono. Ma ecco, capitolo per capitolo, i punti principali del provvedimento approvato ieri.

Manovra 2024 approvata in Cdm
Manovra 2024 approvata in Cdm

Taglio del cuneo fiscale e riforma dell’Irpef                 

Confermato il taglio del cuneo fiscale e contributivo (7% per i redditi fino a 25 mila euro, 6% per i redditi fino a 35 mila euro). A questa misura si aggiunge la riforma delle aliquote Irpef con l’accorpamento delle prime due fasce al 23% per tutti i redditi fino a 28mila euro l’anno. Secondo i calcoli del Mef, dal taglio del cuneo e dall’accorpamento dell’Irpef ci sarà un beneficio di 1.298 euro l’anno per un reddito di 27.500 euro. L’incremento medio in busta paga si attesta sui 120 euro al mese. Novità per le partite Iva fino a 170 mila euro, che non pagheranno più in anticipo le tasse e che potranno dilazionare gli importi in 5 rate. La no-tax area passa, per i lavoratori dipendenti, a 8500 euro. Ma scatta una sforbiciata alle detrazioni per i redditi sopra i 50mila euro, che da questa soglia in poi riduce eventuali benefici. Per chi dichiara più di 50mila euro, infatti, arriva una franchigia sulle detrazioni fiscali. Una decurtazione di 260 euro della detrazione spettante da applicare sugli sconti del 19%, sulle erogazioni liberali a favore delle Onlus, dei partiti e del Terzo settore oltre alle

detrazioni sui premi per l’assicurazione sulle calamità. Il taglio non tocca però le spese sanitarie.

Stipendi più ricchi per gli statali 

La manovra stanzia cinque miliardi per i rinnovi dei contratti della pubblica amministrazione, a cui si aggiungono circa 2,5 miliardi destinati al personale medico sanitario. Sempre per la sanità è previsto uno stanziamento aggiuntivo pari a 3 miliardi per l’anno prossimo e di 4,2 miliardi dal 2026. Tra le misure previste l’introduzione di indennità per i medici e altro personale sanitario impegnati nella riduzione dei tempi delle liste di attesa.

Incentivi alle famiglie e bonus energia 

Arriva un pacchetto di misure per un miliardo di euro destinati alle famiglie numerose e per alzare il tasso di natalità. Confermata la carta "dedicata a te" (600 milioni), si integra lo stanziamento dei mutui prima casa (380 milioni) e si stanziano risorse per il rifinanziamento del contributo straordinario per il caro energia e il bonus sociale elettricità (200 milioni di euro) per il primo trimestre dell’anno prossimo.

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Incentivi per chi assume e fringe benefit 

Confermata la detassazione dei premi produttività al 5% e la soglia fino a 2mila euro dei fringe benefit per i lavoratori con figli a carico, fino a 1.000 euro per tutti gli altri. Previsti incentivi per le assunzioni di donne disoccupate, confermati i beneficiari dell’assegno di inclusione e i giovani. Arriva anche la detassazione, per i lavoratori del settore del turismo, del notturno e festivo.

Investimenti in Italia e agevolazioni

Salgono al 20% le deduzioni fiscali per le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Lo sconto è superiore per l’assunzione a tempo determinato di lavoratori svantaggiati, disabili, donne con almeno due figli minorenni o disoccupate, giovani, lavoratori del Sud ed ex Rdc. Le imprese e attività produttive che ritornano a investire in Italia pagheranno la metà delle imposte sui redditi. Per evitare delocalizzazioni, l’impresa dovrà restituire quanto ricevuto, pagando anche gli interessi, se decide di trasferire l’attività in un altro Stato durante il periodo in cui beneficia dell’agevolazione e nei successivi 5 anni. Stesso discorso anche per i lavoratori altamente professionalizzati, che potranno pagare la metà delle tasse per i primi tre anni.

Ok al Ponte sullo stretto 

La manovra assicura inoltre le risorse necessarie per la realizzazione del Ponte sullo stretto e diversi investimenti a vantaggio delle Regioni (50 milioni), enti territoriali (per la progettazione 100 milioni) e amministrazioni centrali (circa 27 miliardi nel periodo 2024-2038).

Più tasse per le multinazionali 

Dal 1 gennaio 2024 prevista l’entrata in vigore della global minimum tax al 15% per i gruppi multinazionali con fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro.

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