Roma, 14 dicembre 2024 – Prima le proteste, poi lo stallo dei lavori, infine lo slittamento delle modifiche alla manovra in commissione Bilancio alla Camera. Si è conclusa con un rinvio la lunga seduta notturna per l'esame della manovra. Dopo le proteste dell'opposizione, critica per questioni di merito e di metodo rispetto alle modifiche annunciate, il Governo non ha depositato gli emendamenti previsti. "C'è la volontà di fare le cose per bene, nel rispetto delle prerogative delle opposizioni e della maggioranza. La fretta è una cattiva consigliera", ha detto il sottosegretario al Mef Federico Freni lasciando i lavori della commissione.
La commissione Bilancio è stata rinviata ad oggi, alle 12, facendo così slittare la presentazione degli emendamenti del governo. "C'erano tantissime coperture che non potevano stare dentro un maxi emendamento, andava spacchettato – ha detto il deputato di Avs Marco Grimaldi –. Ancora adesso non c'era una relazione che facesse capire quali sono le uscite e quali le entrate, non c'erano i presupposti per il deposito". Tra gli annunciati (e non presentati) emendamenti del Governo, ci sono quello sull'Ires premiale per le imprese che investono e assumono
e l'eliminazione del blocco del turn over per gli enti locali, emendamenti che quindi dovrebbero essere depositati stamattina alla ripresa dei lavori. Le opposizioni hanno chiesto che le proposte di modifica del Governo non siano contenute in un unico maxi emendamento ma spacchettate per materia, per consentire un esame più specifico degli interventi. Intanto ieri è stato presentato un secondo pacchetto di emendamenti da parte dei relatori.Tra i nodi da sciogliere, quello di stipendi più alti per i ministri non parlamentari, equiparati a quelli dei colleghi eletti, l’aumento, a partire da aprile 2025, di 50 centesimi dell'addizionale comunale sui diritti di imbarco dei passeggeri per voli extra-Ue, il divieto di incarichi retribuiti per soggetti aventi sede legale fuori dall'Ue per i componenti di governo e i parlamentari, europarlamentari e governatori, ribattezzata “norma anti-Renzi”. Infine l’incremento dell’1,8% per le tariffe autostradali relative alle concessioni che non hanno presentato gli aggiornamenti dei piani economico-finanziari.