Sabato 28 Dicembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Sbarra (Cisl): “Bene su cuneo e famiglia. Fare di più per il ceto medio”

Il segretario generale Sbarra: passi avanti significativi, noi non scioperiamo. “Ma bisognerebbe riformare la previdenza per includere di più donne e giovani”

Roma, 27 ottobre 2024 – Segretario Sbarra, vi convince l’impianto della legge di Bilancio? “Per come entra in Parlamento la legge di Bilancio recepisce molte delle richieste che la Cisl ha avanzato sin da luglio al governo, a partire dalla riduzione del cuneo contributivo e fiscale, che favorisce i redditi di oltre 14 milioni di lavoratori, generando fino a 1.200 euro in più ogni anno sulle buste paga di chi sta entro i 40.000 euro – avvisa Luigi Sbarra, numero uno della Cisl –. Anche l’accorpamento delle aliquote Irpef in tre scaglioni è un intervento da noi sollecitato per sostenere i redditi bassi verso un sistema fiscale più equo. Parliamo di due misure che da sole valgono 17,5 miliardi: ben oltre la metà del peso complessivo di una manovra da 30. Chiediamo, però, uno sforzo in più per includere maggiormente le fasce di reddito medio”.

Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl
Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl

I leader di Cgil e Uil si lamentano, però, perché è mancato il confronto con il governo e sono già pronte allo sciopero generale. Landini parla di provvedimenti pericolosi e sostiene di averne parlato anche con voi. “Non so con chi ha parlato Landini, certamente non con la Cisl. Se ci avesse chiamato avremmo consigliato un po’ più di realismo nel manifesto protestatario. In ogni caso rispettiamo le scelte degli altri pretendendo, s’intende, lo stesso rispetto. Per la Cisl ci sono passi in avanti significativi che dobbiamo difendere nell’iter parlamentare e ulteriori avanzamenti e modifiche da conquistare”. Quali altri misure apprezzate?

“È positiva la scelta di sostenere la contrattazione decentrata con la conferma della detassazione dei salari di produttività, il welfare contrattuale e il rafforzamento dei fringe benefit. Apprezzabile anche lo stanziamento di 5,5 miliardi per i rinnovi contrattuali nel settore pubblico nel triennio ‘25-‘27 con l’impegno a recuperare risorse anche per la tornata ’28-’30. Di assoluto valore, come chiediamo da un anno, la piena indicizzazione delle pensioni rispetto all’inflazione, anche se chiediamo di fare di più per le pensioni minime. È una buona notizia il rifinanziamento di Ape sociale, opzione donna e Quota 103. E il segno è positivo anche per il pacchetto famiglia e natalità”. A che cosa si riferisce, nello specifico? “Penso alla stabilizzazione delle super-deduzioni per le assunzioni di lavoratrici madri e alla conferma triennale degli incentivi per chi assume giovani e donne al Sud. Così anche per l’assegno di 1.000 euro per i nuovi nati e per l’estensione dei congedi parentali all’80%. Ora non bisogna fermarsi: servono politiche familiari incisive, un compiuto quoziente familiare, maggiore accessibilità ai servizi d’infanzia, incentivi sulla conciliazione vita-lavoro”. Cosa, invece, va cambiato? “Non ci piace il taglio strutturale dell’organico della scuola e il blocco parziale del turnover nel pubblico impiego. Guardando avanti, vanno incrementati gli sforzi per sgravare il peso delle tasse al ceto medio con redditi da 40 a 60mila euro e occorre tornare a sedersi al tavolo per dare alla previdenza una riforma organica nel segno dell’inclusione, soprattutto per donne e giovani”. I sindacati di medici e infermieri, però, sono sul piede di guerra perché ritengono lo stanziamento per la sanità insufficiente. “Guardi, sulla sanità abbiamo ottenuto per il 2025 risorse per 1,3 miliardi aggiuntivi che si sommano a un ulteriore miliardo che avevamo conquistato in passato. Quindi sono 2,3 miliardi. È sufficiente? No. Ma non è neppure trascurabile. Diciamo due cose. Primo: mettere subito queste risorse sul territorio per rafforzare la medicina di prossimità. Secondo: aumentarle per sbloccare le assunzioni e le stabilizzazioni del personale medico, infermieristico e tecnico”. Un nodo critico è anche l’imposizione della web tax alle imprese italiane del digitale nei differenti ambiti. Non temete rischi per l’occupazione? “È un intervento discutibile, che va rivisto per non peggiorare le condizioni già difficili delle imprese che operano nel settore. Per recuperare risorse proponiamo, invece, di estendere il contributo di solidarietà alle multinazionali della logistica, del digitale, dell’energia e del settore farmaceutico”.