Roma, 16 ottobre 2023 – La manovra punta molte carte sul sostegno alla famiglia e alla natalità: quali sono gli obiettivi a breve termine e a più lungo respiro?
"Vogliamo dare centralità e sostegno alle famiglie, troppo a lungo bistrattate in Italia – esordisce la ministra della famiglia e della natalità, Eugenia Roccella –. Vogliamo restituire valore sociale alla genitorialità, un vero lavoro ‘socialmente utile’ perché i figli sono un patrimonio dell’intera società. Vogliamo rendere le coppie e in particolare le donne italiane libere di avere i figli che desiderano, senza vivere questa scelta come penalizzante".
Questi propositi come si traducono nella legge di Bilancio?
"La manovra prosegue lungo questa rotta, tracciata dal programma con cui ci siamo presentati agli elettori e che abbiamo cominciato a realizzare già dallo scorso anno, fin dal nostro insediamento. In una situazione internazionale a dir poco complessa, con vincoli di bilancio strettissimi, le due finanziarie del governo di Giorgia Meloni – quella dell’anno scorso e quella varata ieri – hanno attribuito alle famiglie centralità e risorse importanti: quest’anno abbiamo investito un miliardo. E lo stesso approccio lo abbiamo seguito nei provvedimenti in ogni ambito, assumendo la famiglia e i figli come criterio fondante. L’obiettivo è che il nostro Paese torni a essere accogliente per i figli e le famiglie, e che possa uscire dall’inverno demografico che spegne ogni prospettiva di futuro".
Uno degli orizzonti è quello di incentivare le coppie verso il secondo figlio: perché è un target rilevante nella strategia del contrasto all’inverno demografico?
"È un fatto di libertà. La ragione della denatalità in Italia non è nella volontà delle coppie di smettere di fare figli: le statistiche ci dicono che il desiderio di genitorialità è invariato, le donne dichiarano di volere in media due bambini. Spesso però non ne fanno nessuno oppure si fermano a uno e lo fanno tardi. Invece 2,1 figli per donna è il cosiddetto ‘tasso di sostituzione’ che servirebbe per impedire lo spopolamento e garantire l’equilibrio demografico. Dobbiamo quindi aiutare le coppie a realizzare il desiderio del secondo figlio che evidentemente è vissuto come difficile da concretizzare".
Da qui anche l’intervento per la gratuità degli asili.
"L’asilo nido è una spesa avvertita come molto impattante dalle famiglie, e un servizio importante in particolare per i genitori che lavorano. Investire risorse su questo fronte significa dare un segnale concreto e immediatamente percepibile. Poiché la denatalità e la perdita di centralità delle famiglie è un problema non solo economico e materiale ma anche culturale, vogliamo che i provvedimenti che adottiamo siano non solo di utilità concreta, ma anche efficaci per creare un nuovo clima favorevole alla famiglia e alla natalità". Che funzione ha, invece, la decontribuzione per le lavoratrici madri?
"La decontribuzione per le mamme lavoratrici è una misura che mette al centro al tempo stesso la famiglia e le pari opportunità. Come ha spiegato Giorgia Meloni, una donna che mette al mondo due o più figli ha dato un contributo importante alla società, che così le dà in qualche modo un riconoscimento. Si tratta di quel valore sociale della maternità di cui abbiamo più volte parlato. Sul fronte delle pari opportunità, questa misura serve tra l’altro a combattere la piaga delle dimissioni delle madri lavoratrici, perché le donne che abbandonano la propria occupazione sono ancora troppe. Promuovere un’organizzazione del lavoro che non faccia percepire la maternità come una scelta incompatibile con la realizzazione professionale è una delle priorità di questo governo, e la decontribuzione va in questa direzione".
L’aumento dell’indennità per i congedi parentali serve a conciliare meglio vita e lavoro?
"Già nella legge di bilancio del 2022 avevamo alzato la percentuale di retribuzione per un mese di congedo parentale, quest’anno lo abbiamo fatto per un altro mese. Un’ulteriore dimostrazione di un’azione politica che non è episodica, non procede per spot, ma si sviluppa seguendo una precisa direzione. E le politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro, in cui i congedi si inseriscono, ne sono una componente importante. Aiutare i genitori a prendersi cura dei propri bambini senza rinunciare al lavoro è essenziale".
Quali, invece, le misure traversali a favore della famiglia?
"Come forme concrete di vicinanza alle famiglie la manovra ha scorporato i titoli di Stato, e dunque il piccolo risparmio, dal calcolo dell’Isee; ha rifinanziato le misure per i mutui per la prima casa; ha previsto sostegni per le scuole per l’infanzia paritarie, che completano il quadro di poderosi investimenti che con il Pnrr stiamo mettendo in campo per gli asili; ha confermato la carta ‘Dedicata a te’ per l’acquisto di generi alimentari; ha stanziato risorse per gli alloggi per gli studenti universitari fuori sede. Sono tasselli di un quadro coerente".
Siamo all’inversione di rotta in termini di prospettiva?
"La famiglia in Italia sconta un lungo periodo di disattenzione, per non parlare dell’incuranza assoluta che c’è stata per il problema della denatalità. A monte di tutto questo c’è stata un’ostilità culturale. Il governo ha invertito la rotta, e le scelte concrete ne sono una chiara conferma".
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