Roma, 30 dicembre 2024 – Dalle pensioni minime all’Irpef: sono tanti i capitoli, cari anche ai partiti della maggioranza, che non hanno trovato spazio nella versione definitiva della manovra economica. La causa principale è legata alle nuove regole del bilancio europeo, che impongono, seppure distribuite su sette anni, di riportare debito e deficit su traiettorie discendenti. A ciò si aggiunge la volontà del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, di mantenere una linea di rigore e risanamento, anche per evitare turbolenze sui mercati finanziari. Di conseguenza, i partiti hanno dovuto accettare una legge di Bilancio che ha disatteso molte delle promesse elettorali.
Tra i più delusi ci sono sicuramente gli esponenti di Forza Italia. Il partito aveva promesso di portare le pensioni minime a mille euro al mese entro la fine della legislatura, ma nel 2025 dovrà accontentarsi di un ritocco minimo, pari a poco meno di 4 euro, che porterà l’assegno dell’Inps appena sopra i 673 euro al mese. Un traguardo molto distante dalle aspettative degli azzurri e dei pensionati. Inoltre, Forza Italia ha dovuto accantonare anche l’altro cavallo di battaglia: il taglio delle tasse per il ceto medio. Il piano prevedeva di ridurre l’aliquota intermedia dal 35% al 33% e di innalzare lo scaglione di reddito da 50.000 a 60.000 euro. Tuttavia, il flop del concordato preventivo biennale, che ha fruttato solo 1,6 miliardi di euro, un terzo della somma necessaria, ha fatto naufragare queste speranze.
Anche la Lega esce ridimensionata. Il partito aveva chiesto di alzare la soglia di fatturato per le partite Iva che possono optare per la flat tax da 85.000 a 100.000 euro, ma la proposta non è stata accolta. Sono rimasti inascoltati anche gli appelli per allentare i vincoli troppo rigidi di Quota 103 e fare passi avanti verso Quota 41 per tutti. Sfuma, inoltre, l’ipotesi di una nuova finestra di silenzio-assenso di sei mesi per trasferire il Tfr nei fondi pensione, elemento chiave per potenziare il sistema previdenziale integrativo. Anche un’altra proposta simbolo di Salvini, la riduzione del canone Rai da 90 a 70 euro, è stata rimandata a tempi migliori. Nonostante ciò, il leader della Lega non si arrende: “Aumentare la flat tax e superare la Fornero è un obiettivo di questo governo, così come eliminare il test d’ingresso a medicina. Siamo ancora a meno di metà legislatura”, ha scritto su X.
Il bilancio è altrettanto magro per Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni avrebbe voluto introdurre misure per sostenere le famiglie numerose e incentivare la natalità, tema cruciale per il Paese. Tuttavia, l’idea di introdurre anche in Italia il quoziente familiare, un sistema fiscale che considera la composizione del nucleo familiare, è stata accantonata a causa dei costi eccessivi.
Dal fronte dell’opposizione, le critiche alla manovra sono durissime. Il Partito Democratico denuncia i tagli a sanità e scuola, oltre al metodo adottato dal governo per approvare la legge di Bilancio, che ha escluso dal dibattito e dall’esame del testo il Senato. “Il governo, con il silenzio complice della maggioranza, ha tolto dignità al Parlamento. La destra ha cancellato risorse per sanità e scuola, precarizza il lavoro e svende le infrastrutture ai privati, a partire dal multi-miliardario Elon Musk” ha dichiarato Francesco Boccia. Bocciata anche la proposta del presidente della Commissione Sanità del Senato, Francesco Zaffini, di un patto bipartisan per rilanciare il settore sanitario. "Si appelli alla Meloni”, ha replicato Peppe De Cristofaro, capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra.