Giovedì 19 Dicembre 2024
ANTONIO TROISE
Economia

Manovra, il leghista Romeo: “Finanziaria blindata. Ma rivedremo la web tax”

Il capogruppo del Carroccio al Senato: ci saranno pochi emendamenti. E Tajani alza la posta: “Io parlo con Giorgetti, non con i burocrati del Mef”

Roma, 28 ottobre 2024 – Qualche ritocco ci può essere. Si possono perfezionare alcune misure. Ma la sostanza della manovra non cambierà. Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, difende a spada tratta i due principi cardine della legge di bilancio: la riduzione della pressione fiscale e l’aiuto ai ceti più bisognosi. “Abbiamo concentrato le poche risorse a disposizione sugli interventi più importanti”.

Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato
Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato

Insomma, manovra blindata?

"Come sempre, il Parlamento può intervenire sulla legge, ma credo che ci saranno pochissimi emendamenti. L’importante, per noi, è che si confermi l’impianto responsabile e prudente della Finanziaria apprezzato, tra l’altro, anche sui mercati finanziari. Il giudizio delle agenzie di rating e il buon esito dell’asta dei Btp, uno dei migliori degli ultimi anni, sono segnali che non vanno sottovalutati”.

Si poteva fare di più?

"Abbiamo centrato importanti obiettivi. Appena un anno fa erano davvero pochi disposti a scommettere che avremmo reso strutturale il taglio di 6-7 punti del cuneo fiscale e l’intervento sull’Irpef. Ci siamo riusciti, ampliando tra l’altro, di 1,3 milioni la platea dei lavoratori che avranno più soldi in busta paga. La soglia, infatti, è passata da 35 a 40mila euro, sia pure con un décalage. È quasi un mezzo miracolo... Inoltre, abbiamo previsto le risorse necessarie per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione”.

La sinistra continua a criticare i tagli alla sanità.

"È vero il contrario. Sono stati loro, dal 2012 al 2018, quando governavano, a ridurre le risorse per la sanità. Nella manovra è previsto un aumento di un punto e mezzo. Inoltre vorrei ricordare le misure a favore delle famiglie, con i bonus per i neonati, l’estensione del congedo parentale a tre mesi, il rafforzamento del contributo per gli asili nido. In altri periodi tutti i sindacati avrebbero lodato queste misure”.

Ora, per la verità, sono divisi…

"Diciamo che ci sono organizzazioni sindacali che hanno un approccio più pragmatico e meno ideologico”.

Sulle pensioni sono state confermate le misure dell’anno scorso. Non è pochino?

"Sapevamo che le risorse erano poche. Abbiamo dovuto fare i conti, tra l’altro, con la pesante eredità del Superbonus del 110% e con il ritorno del Patto di Stabilità. L’importante è che, però, non ci sia stato nessun passo indietro. Sono stati confermati Quota 103, opzione donna, l’Ape sociale. In più stato introdotto il meccanismo che consente di usare il Tfr per i periodi contributivi scoperti. Quota 41 resta un obiettivo di legislatura, da raggiungere in maniera responsabile e graduale”.

L’altro tema rimasto in stand by è quello della flat tax. Ci sarà qualche margine di intervento?

"Puntiamo a fare un piccolo saltino oltre quota 85mila, che già è una buona base di partenza. Vedremo se ci saranno spazi nel decreto fiscale in discussione al Senato, anche considerando l’andamento delle entrate. Ripeto, la stella polare resta la prudenza: non spenderemo risorse che non ci sono".

C’è poi la questione web tax: si rischia di far pagare di più non ai colossi ma a tutti gli altri più piccoli. Uno scivolone?

"Sicuramente è una di quelle misure sulle quali si può intervenire per tutelare soprattutto le piccole aziende. Un obiettivo che è da sempre nel Dna delle Lega. Sappiamo bene che per intervenire su questo settore occorrono accordi internazionali, che non si sono raggiunti neanche a livello europeo. Penso che questo capitolo possa entrare a fare parte di una discussione più generale all’interno della maggioranza”.