Roma, 11 novembre 2024 – Nessun passo indietro dei sindacati dopo la riunione fiume a Palazzo Chigi presieduta dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Lo sciopero generale Cgil e Uil programmato per il 29 novembre contro la manovra 2025 si farà. “Noi confermiamo il nostro giudizio di una pessima legge di bilancio e che non affronta e non dà un futuro al nostro Paese”, ha detto uscendo dall’incontro Maurizio Landini, segretario Cgil. “Non c'è disponibilità, a ragionare sul fisco, un punto sul quale noi insistiamo”, commenta Pierpaolo Bombardieri (Uil)
Intanto lievita il numero di emendamenti: sono circa 4500 le proposte di modifica presentate in Commissione Bilancio di Montecitorio da tutte le forze politiche. Di questi, oltre 3mila dell'opposizione.
Cos’ha detto Landini: le ragioni della Cgil
“Abbiamo avanzato richieste precise: un aumento salariale da mettere in campo, che non può essere il 6% proposto nell'accordo separato (nella pubblica amministrazione, ndr), quando l'inflazione è al 17%. Abbiamo chiesto di aumentare gli investimenti sulla sanità pubblica per fare le assunzioni, togliere il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego, confermare i giovani precari anche durante il Pnrr, posto il tema di una modifica vera della riforma Fornero, ripristinare il fondo per l'automotive, per il Sud". Le risorse, secondo Landini, possono essere recuperate attraverso "una vera riforma fiscale, tassando rendite, patrimoni e le ricchezze prodotte. Su questo non c'è alcuna apertura, nessuna disponibilità. Quelli che continuano a pagare sono i lavoratori dipendenti, i pensionati e i giovani precari. C'è un aumento delle diseguaglianze che fa paura e il Governo sembra che viva in altro mondo. Dicono che cresce l'occupazione, che va tutto bene e che siamo il Paese che sta meglio in Europa. Ho la sensazione che non frequentano i luoghi che le persone vivono".
Bombardieri e la calcolatrice
ll segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha mantenuto la promessa e all'incontro a Palazzo Chigi si è presentato con una calcolatrice nuova di zecca. Il leader del sindacato ha regalato alla premier la calcolatrice, come anticipato in una trasmissione radiofonica, dopo il rinvio, la scorsa settimana, del primo incontro. Al termine del vertice Bombardieri ha spiegato i motivi della conferma dello sciopero. " Anche se il governo ha dato una disponibilità a parlare e a discutere della detassazione degli aumenti contrattuali, però sostanzialmente ha confermato le decisioni assunte e non c'è una disponibilità a per esempio ragionare sul fisco sui salari, della perdita di potere d'acquisto. Sulla sanità abbiamo spiegato al Presidente del Consiglio che al di là della disquisizione numerica abbiamo riconosciuto che questo Governo ha messo più soldi di altri, ma il rapporto al Pil è sempre quello e la domanda che noi abbiamo fatto al Governo è se pensate che la sanità pubblica stia dando risposte soddisfacenti a chi oggi ha bisogno?”.
Cos’ha detto la premier
"Abbiamo concentrato le risorse su alcune priorità fondamentali" tenendo "i conti in ordine e concentrandoci su una prospettiva di crescita" pur "nel contesto internazionale tutt'altro che facile", le parole della premier Meloni, che ha promesso nuovi interventi sull’Irpef.
"In materia di imposte viene reso strutturale il passaggio da quattro a tre aliquote Irpef, con l'accorpamento dei primi due scaglioni di reddito. È chiaramente intenzione del governo intervenire anche sullo scaglione di reddito successivo, ma questo dipenderà ovviamente dalle risorse che avremo a disposizione e che arriveranno anche alla chiusura del concordato preventivo".
"Il ministro Giorgetti sarà più puntuale di me, ma io ci tengo a dire che la solidità, la credibilità e il coraggio di questo Governo hanno consentito di poter far partecipare banche e assicurazioni alla copertura della legge di bilancio", ha continuato la premier parlando delle coperture con cui sono finanziate le misure. Per Meloni è "un grande cambiamento rispetto al passato, quando invece con la legge di bilancio si trovavano le risorse per sostenere banche e assicurazioni, e nessuno invocava la rivolta sociale".
"Con Superbonus grave eredità di debiti”
Poi il passaggio sul Superbonus. "Raccogliamo la grave eredità di debiti che gravano come un macigno sui conti pubblici", le parole della premier. "Sulla manovra citerò due numeri per far capire di cosa parlo: 30 e 38, 30 miliardi è il valore complessivo di questa manovra di bilancio; 38 sono i miliardi che, solo nel 2025, costerà alla casse pubbliche il Superbonus varato dal governo Conte 2 per ristrutturare meno del 4% degli immobili residenziali italiani, prevalentemente seconde e terze case, cioè soldi dei quali ha beneficiato soprattutto chi stava meglio - ha aggiunto -. La più grande operazione di redistribuzione regressiva del reddito nella storia d'Italia". La premier ha ricordato che "con le stesse risorse, qualsiasi provvedimento di questa legge di bilancio avrebbe potuto essere più che raddoppiato. Vale per la sanità, per i contratti pubblici, per la scuola, per l'aumento dei salari etc. So che anche su questo alcuni di voi non sono d'accordo, avendo difeso la misura del superbonus e contestato le nostre correzioni al provvedimento, ma lo dico per chiarire il quadro nel quale operiamo".
“Più aiuti a chi ha figli”
"Per i bimbi nati o adottati dal prossimo primo gennaio, viene introdotto un contributo, escluso dalla soglia Isee, del valore di 1.000 euro, riservato alle famiglie con un Isee non superiore a 40.000. Si tratta di un primo aiuto per chi decide di mettere al mondo dei figli. Le risorse per finanziare questo intervento derivano, in gran parte, dalla scelta di limitare la possibilità delle detrazioni per i figli a carico oltre i 30 anni di età", ha detto la premier illustrando le principali misure contenute nella legge di bilancio.
"Priorità a redditi medio-bassi”
Nella manovra appena varata dal governo "anche stavolta abbiamo deciso di concentrare le risorse su alcune priorità: il sostegno ai redditi medio-bassi, il sostegno al lavoro, gli incentivi alle famiglie con figli, la riduzione della pressione fiscale, l'aumento delle risorse nella sanità e il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici", ha elencato Meloni.
La presidente del Consiglio ribadisce che "abbiamo deciso di confermare e potenziare le principali misure introdotte negli anni precedenti, in particolare relative al mondo del lavoro e al sostegno alla famiglia, rendendone alcune strutturali, come peraltro veniva richiesto soprattutto dalle organizzazioni sindacali. Mi riferisco, in particolare, al taglio del cuneo fiscale. Ricordo che, quando siamo arrivati al governo due anni fa, molti sostenevano che non saremmo stati in grado di confermare il taglio del cuneo contributivo in scadenza al 31 dicembre 2022. Invece, non solo lo abbiamo confermato, ma a metà 2023 lo abbiamo fortemente potenziato, confermandolo poi con la legge di bilancio 2024. Ora, con la nuova manovra, lo rendiamo strutturale e ne ampliamo i benefici ai circa 1,3 milioni di lavoratori con redditi tra 35 a 40mila euro annui, seppure con un decalage, anche qui rispondendo a una tematica che era stata correttamente posta dai sindacati sulla evidente discriminazione dei lavoratori che guadagnavano pochi euro in più di altri ma, a differenza di quegli altri, non beneficiavano del taglio del cuneo. Come sapete, inoltre, non si interviene più sull'aspetto contributivo, ma su quello fiscale, e questo ci consente anche di ottenere un altro vantaggio, ovvero evitare il rischio che parte del taglio potesse causare un incremento della pressione fiscale".
Sbarra (Cisl): “Accolte molte richieste”
Soddisfazione da parte del segretario generale della Cisl Luigi Sbarra. "La Cisl ritiene l'incontro di oggi importante ed ha espresso generale apprezzamento per i contenuti di una manovra che accoglie molte delle richieste avanzate dal nostro sindacato".
Chi c’era
Per il governo erano presenti, oltre a Giorgia Meloni, il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, il ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone, il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, il ministro della Salute Orazio Schillaci, il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Per i sindacati i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Usb, Cida, Cisal, Confedir, Confintesa, Confsal, Ciu e Cse.