Roma, 8 dicembre 2018 - Via libera dall'aula della Camera alla manovra finanziaria 2019. La legge di Bilancio, che ieri aveva ottenuto la fiducia, ha raccolto 312 sì e 146 no, 2 gli astenuti. Il testo ora passa all'esame del Senato, dove si attendono le misure-chiave del governo M5s-Lega (reddito e pensioni) nonché i correttivi per evitare la scure Ue.
A Palazzo Madama la manovra verrà praticamente riscritta dall'esecutivo con un maxiemendamento: l'esame riparte lunedì in commissione Bilancio e i tempi per il via libera dell'Aula sono strettissimi, visto che prima della pausa natalizia il ddl - modificato - dovrebbe tornare alla Camera per la seconda lettura. Ritardi a questa tabella di marcia potrebbero esporre l'Italia al rischio, comunque remoto, di incorrere nell'esercizio provvisorio.
PICCOLE NOVITA' - Nel passaggio a Montecitorio, dunque, solo piccole modifiche accompagnate da un dibattito politico acceso. Tra le novità in arrivo lo stop allo scudo per le banche a favore dei risparmiatori truffati, 4.000 assunzioni nei centri per l'impiego, la contestata ecotassa sulle auto inquinanti, nuove norme per il congedo parentale e i contributi per l'acquisto dei seggiolini anti-abbandono.
TRIA - Intanto il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha spiegato di star lavorando a tutte le opzioni nel tentativo di adeguare il maxi-deficit 2019 alle richieste Ue e scongiurare così una procedura d'infrazione sui conti. "Stiamo studiando tutte le opzioni, stiamo vedendo gli spazi finanziari, stiamo facendo stime dettagliate", dopodiché ha aggiunto "ci vuole l'accordo della politica".
"Tutte le modifiche arriveranno al Senato, per forza, anche perché dopo è finita", ha osservato il ministro, lasciando trasparire un filo di ottimismo nella trattativa con Bruxelles ("Un accordo con l'Ue è possibile"). Certo "dipende da quello che succede da una parte e dall'altra" ma "l'Europa è in difficoltà in questo momento, in Francia ed in altri paesi, c'è un clima complicato e l'Europa non è forte", ha proseguito il titolare di via XX settembre. Per mercoledì è stato fissato il bilaterale sulla manovra tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker.
GIORGETTI - Fiducioso in un accordo con Bruxelles anche il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. "Secondo me un punto di incontro" con l'Unione Europea "si trova se si confrontano due ragionevolezze, se è ragionevole soltanto uno no", ha detto rispondendo ai cronisti in Transatlantico. "Io sono fiducioso della ragionevolezza del governo, spero in quella della commissione", ha concluso.