Servono sacrifici. Da parte di tutti. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, scandisce il concetto davanti ai sindaci riuniti per l’assemblea dell’Anci e preoccupati per i tagli previsti in manovra. Ma il responsabile del dicastero di via Venti Settembre rivendica con forza la strategia della "prudenza nella gestione della finanza pubblica" che ha contribuito "alla revisione in rialzo dell’outlook per il nostro Paese da parte di due agenzie di rating e al dimezzamento dello spread". Ieri sera, intanto, l’agenzia Moody’s ha confermato il rating dell’Italia, stimando "una crescita moderata sotto l’1% nel 2024".
L’intenzione del governo è di non abbassare la guardia sul fronte della manovra. Giorgetti ricorda che la sessione di bilancio si colloca "in un contesto economico e istituzionale complesso, che vede da un lato l’entrata in vigore delle nuove regole di bilancio europee e dall’altro il permanere dell’incertezza geopolitica che da tempo caratterizza lo scenario internazionale". Poi auspica: "Promuovere la domanda in un contesto di grande incertezza è una delle chiavi cruciali per realizzare la crescita che abbiamo previsto nel 2025".
La risposta del neo presidente Anci, Gaetano Manfredi, non si fa attendere: "Speriamo di avere risposte concrete che migliorino la finanziaria, che è entrata in Parlamento".
La partita ora si giocherà in Parlamento. Lunedì, prima del consiglio dei ministri, dovrebbe esserci un vertice fra i leader della maggioranza per cercare un’intesa sulle modifiche. Matteo Salvini assicura che "siamo assolutamente in sintonia su tutto", mentre Antonio Tajani prevede che "trovare accordo non sarà difficile". Rassicurazioni che però non azzerano le distanze all’interno del centrodestra.
Prima di riprendere l’esame, la Commissione Bilancio della Camera dovrà attendere l’esito del Dl fiscale collegato, in dirittura di arrivo a Palazzo Madama. Intanto continua il lavoro di scrematura degli emendamenti per ridurre le proposte a circa 200 sugli attuali 800. Fi insiste sulla revisione delle pensioni minime, sullo stop ai revisori del Mef nelle società che ricevono contributi pubblici e sul taglio della seconda aliquota dell’Irpef.