Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Manovra finanziaria, accordo nel governo: primo ok a flat tax e reddito di cittadinanza

Prima ricognizione sulla legge di Bilancio, da approvare entro metà ottobre. Il ministro Tria: "L'avvio delle riforme compatibile con gli obiettivi di bilancio"

Il premier Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia Giovanni Tria (Ansa)

Il premier Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia Giovanni Tria (Ansa)

Roma, 3 agosto 2018 - Primo incontro nel governo in vista dell'appuntamento autunnale con la manovra finanziaria che dovrà coinciliare le riforme promesse in campagna elettorale con il quadro dei conti italiani, puntellato da Bruxelles. Oggi a Palazzo Chigi il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha fatto il punto con il premier Giuseppe Conte, il vicepremier Luigi Di Maio, il sottosegretario alla Presidenza e pontiere leghista Giancarlo Giorgetti (che ha fatto anche le veci di Matteo Salvini), il ministro degli Affari Europei Paolo Savona e quello degli Esteri Enzo Moavero. 

Tria ha parlato di "compatibilità tra gli obiettivi di bilancio già illustrati in Parlamento e l'avvio delle riforme contenute nel programma di governo in tema di flat tax e reddito di cittadinanza". I cavalli di battaglia di Lega e Cinque Stelle saranno dunque in manovra, anche se l'idea è quella di una introduzione graduale. 

Come sottolinea lo stesso vicepremier Salvini, per la parte cara al centrodestra, la legge "non avrà tutto subito, però i primi passi di flat tax, di smontaggio della legge Fornero e di stralcio delle cartelle di Equitalia, questo ci sarà". Un primo step potrebbe essere quello di garantire la tassa piatta a circa un milione e duecento partite Iva. 

Si parte da una cifra di 22 miliardi ma la manovra potrebbe arrivare anche a 26 miliardi secondo quanto riferiscono fonti parlamentari della maggioranza. Obiettivo comune a gialli e verdi è evitare l'aumento dell'Iva e negoziare con Bruxelles i margini di azione. "Oggi - ha spiegato in una nota il premier Giuseppe Conte al termine del vertice - abbiamo deciso la programmazione economico-finanziaria che presenteremo nel prossimo mese di settembre. Abbiamo operato una ricognizione dei vari progetti di riforma che consentiranno all'Italia di avviare un più robusto e stabile processo di crescita. Abbiamo esaminato i mutamenti del quadro macro-economico e le condizioni del bilancio a legislazione invariata". Una linea prudente per ora, anche se l'opposizione - in primis Forza Italia - sottolinea che l'intenzione dell'esecutivo, inserendo subito flat tax e reddito di cittadinanza, sia di sfidare le istituzioni europee.

In questi primi 60 giorni Tria ha più volte invitato alla cautela i colleghi del governo, insistendo sul'obbligo di rispettare gli obiettivi di bilancio, più volte ricordati dalla Ue: proseguire il percorso di riduzione del deficit e debito, rinviando tuttal più il timing per il pareggio strutturale. La manovra peraltro dovrà fare i conti con un quadro macroeconomico in peggioramento: un deficit tendenziale che supera già l'1% del Pil per il 2019 e minaccia di declinare sotto il peso dell'aumento delle spese per interessi (oggi lo spread tra BTp e Bund ha toccato i 270 punti) e del rallentamento del Pil. Ma gli spazi, appunto, per quell'"avvio di riforme", ci sarebbero.

LE SCADENZE - Il 27 settembre il governo dovrà presentare in Parlamento la nota di aggiornamento al Def insieme al quadro programmatico delle riforme, un anticipo di quelle misure che verranno inserite nella legge di Bilancio che dev'essere pronta entro metà ottobre. Per Tria, "c'è ancora tanto, tanto tempo a disposizione".