Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Manovra, Di Maio: "Tria? Un ministro serio trova i soldi"

Il vice premier: "Non chiedo le sue dimissioni, ma voglio le risorse per gli italiani in grande difficoltà"

Luigi Di Maio e Giovanni Tria (Ansa)

Roma, 18 settembre 2018 - Luigi Di Maio esorta il ministro Tria a trovare i "soldi" per "gli italiani in difficoltà". Il vice premier parla della manovra 2018 prima di partire per la missione in Cina e respinge le indiscrezioni filtrate dopo il vertice di governo di ieri. "Nessuno ha chiesto le dimissioni del ministro Tria, ma pretendo che il ministro dell'Economia di un governo del cambiamento trovi i soldi per gli italiani che momentaneamente sono in grande difficoltà", spiega di Maio. "Gli italiani in difficoltà non possono più aspettare, lo stato non li può più lasciare soli e un ministro serio i soldi li deve trovare", aggiunge. Il riferimento è al reddito di cittadinanza e alle relative coperture. 

Manovra, dalle pensioni alla flat tax: le misure chiave

Parole che suonano come un monito per il titolare di via XX settembre che ieri a Palazzo Chigi si è presentato con le ultime stime su deficit e crescita. E, soprattutto, ha ribadito l'intenzione di non voler sforare l'1,6-1,7% del rapporto deficit Pil, come chiesto dall'Unione Europea. Tria non ha nascosto la sua irritazione di fronte alla scarsa disponibilità dei partiti a ragionare sui numeri. Le dichiarazioni di oggi di Di Maio confermano le priorità della maggioranza: prima i soldi per gli italiani, poi il resto. 

Un pressing che viene portato avanti anche dalla Lega. "Bisogna abbandonare un atteggiamento di rigidità eccessiva - spiega un membro del governo del partito di via Bellerio -. Basta guardare solo allo spread e ai mercati. Serve una manovra per la crescita". In realtà, nella Lega, continuano ad esserci dubbi sul reddito di cittadinanza. "Solo le nostre - sottolinea la stessa fonte - sono proposte per lo sviluppo economico. Per la flat tax le coperture serviranno in realtà dal 2020".

Il presidente della commissione Finanze del Senato Alberto Bagnai, però, difende la misura cara ai 5 stelle: "La logica del reddito di cittadinanza non è una logica assistenziale o semplicemente di lotta alla povertà. ma intende facilitare il reinserimento delle persone nel mondo del lavoro".

Lega e 5 Stelle comunque sono allinati sull'eventualità di arrivare al 2,2% nel rapporto deficit-Pil. Il partito di via Bellerio è impegnato soprattutto nel raggiungimento dell'obiettivo 'quota cento'. Sul capitolo pensioni servono - questo il 'refrain' - almeno 6 miliardi. Mentre oggi il sottosegretario all'Economia Massimo Bitonci ha rilanciato la necessità di arrivare ad un'intesa sulla 'pace fiscale'. "Non è una sanatoria tombale. E si potranno mettere in regola anche le cassette di sicurezza", ha spiegato in un'intervista.

LE REAZIONI - Immediati i commenti del Pd sulle dichiarazioni di Di Maio. "Di fatto licenzia Tria - afferma il senatore dem Edoardo Patriarca -. Di Maio vorrebbe che per realizzare i progetti assistenzialistici dei M5s si mandassero a gambe per l'aria i conti dello Stato", aggiunge. E conclude: "Di Maio è alla continua ricerca di consenso. Il reddito di cittadinanza è solo una mancia elettorale. Il nostro Rei aveva invece basi solide".

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