Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Manovra, Bankitalia: “Equilibrio pensioni a rischio con gli sgravi sul lavoro”

Il capo dipartimento economia in audizione sul Psb in Parlamento: “Con tagli strutturali si perderebbe l’equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni

Bankitalia

Bankitalia

Roma, 7 ottobre 2024 – Tegola sulle pensioni da Bankitalia durante le audizioni sul piano strutturale di bilancio in Parlamento. “Rendendo strutturali gli sgravi contributivi sul lavoro si perderebbe l'equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni”. Lo ha detto Sergio Nicoletti Altimari, capo Dipartimento Economia e statistica di Bankitalia, in audizione sul Psb davanti alle commissioni Bilancio riunite della Camera e del Senato.

Sgravi contributivi lavoro gravano su sistema pensioni

"Riguardo alle misure espansive delineate” nel Piano strutturale di bilancio, “se una valutazione compiuta richiede maggiori dettagli, assume rilevanza l'intenzione di rendere strutturali gli sgravi contributivi sul lavoro. Come già sottolineato in sede di Audizione sul Def verrebbe meno a livello aggregato l'equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni che, nel medio periodo, caratterizza il nostro sistema previdenziale e ne rappresenta un punto di forza”, ha spiegato Altimari.

Pil 2025 più basso delle stime

Ma non è tutto. Tra i temi affrontati anche l’allontanamento dell'obiettivo di crescita fissato dal governo all'1% per quest'anno, e che rende più difficile trovare le risorse per la manovra 2025. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha sempre ritenuto "realistico" l'obiettivo dell'1%, ma dopo la revisione dei conti economici trimestrali pubblicata venerdì scorso dall'Istat, la Banca d'Italia ha provveduto ad una "correzione meccanica" al ribasso di due decimi di punto percentuale, che comprime il Pil allo 0,8%. Nell'audizione in Parlamento l'Istat spiega che l'Italia è tornata ad una crescita da zerovirgola. “Siamo tornati a una fase di stato stazionario o 'steady state' con tassi di crescita abbastanza contenuti”, ha sottolineato il direttore per la contabilità dell'Istat, Giovanni Savio. Spunti di "cauto ottimismo" sono stati invece espressi da Altimari per il medio termine. A breve Bankitalia procederà alla revisione delle stime di crescita e queste "per il prossimo anno saranno un po' sotto di quanto previsto dal quadro programmatico del governo", che per il 2025 prevede un pil al +1,2%. Tuttavia, diversi elementi "fanno sperare bene per il futuro".

I rischi del Psb

"Il programma delineato nel Psb non è esente da rischi" secondo Bankitalia. Primo, perché il piano conta sulle maggiori entrate attese per il 2024, "con l'assunzione implicita che siano interamente permanenti". Secondo, perché data "l'elevata incertezza" del quadro macro, "anche piccoli scostamenti dai piani di bilancio potrebbero rendere difficoltoso riportare" il deficit sotto il 3% nel 2026. Inoltre, invita a riflettere sull'intenzione di rendere strutturali gli sgravi contributivi sul lavoro: "Verrebbe meno l'equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni" che "caratterizza il nostro sistema previdenziale e ne rappresenta un punto di forza".

“Mancano informazioni dettagliate su attuazione riforme”

Per il capo Dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia “il Piano strutturale di bilancio include importanti riforme, ma mancano informazioni dettagliate sulla loro attuazione, in particolare sulle scadenze”. Altimari rileva che “le riforme indicate nel Piano per ottenere l’allungamento del periodo di aggiustamento affrontano alcuni dei principali problemi strutturali del Paese. Esse riguardano in particolare: la giustizia, la pubblica amministrazione, l’ambiente imprenditoriale, il fisco, il controllo della spesa pubblica (su quest’ultimo punto, il documento è relativamente scarno). Va segnalato che il Piano presentato al Parlamento non include informazioni dettagliate circa le scadenze temporali degli obiettivi delle riforme e degli investimenti che consentirebbero l’allungamento del periodo di aggiustamento, né indicatori idonei al loro futuro monitoraggio. Si tratta di informazioni estremamente utili – conclude Altimari –, come suggerito dall’esperienza del PNRR".