Roma, 6 ottobre 2024 – Aumenti delle pensioni minime oltre 621 euro. Assicurazione sanitaria per gli statali. Riduzione dal 35 al 33% dell’aliquota intermedia che passerebbe dal 35 al 33%. La manovra del 2025 dovrà essere pronta entro il 15 ottobre, quando il governo dovrà mandare a Bruxelles il Documento Programmatico di Bilancio. La caccia alle risorse, però, non si è ancora esaurita: mancano all’appello circa 10 miliardi mentre il ministro Giorgetti fa sapere che la revisione al ribasso del Pil annunciata dall’Istat non inciderà sui saldi della legge di bilancio.
Pensioni minime
Il governo avrebbe allo studio un ritocco all’insù delle pensioni minime, ipotesi anticipata nei giorni scorsi da Qn. Oltre a confermare gli aumenti fino a 614,77 euro previsti nel 2024 che scadrebbero a fine anno, il governo punta ad andare oltre la rivalutazione rispetto all’inflazione, che le porterebbe quindi a 621 euro. L’idea è quella di un mini-bonus per portarle un po’ più su. I trattamenti che potrebbero essere coinvolti dovrebbero essere poco meno di 1,8 milioni. Tutto dipenderà dalle risorse a disposizione. Per confermare l’aumento deciso nel 2024 servono 379 milioni di euro.
Ma c’è da considerare che gli stanziamenti previsti per quota 103 sono stati utilizzati solo in parte, dal momento che al momento avrebbero usufruito della misura meno del 50% di coloro che hanno maturato i 62 anni e i 41 di contributi. Confermata anche l’indicizzazione piena di tutti gli assegni dopo il taglio della rivalutazione per quelle più alte scattato negli ultimi due anni.
Tfr e incentivi per chi resta
Si lavora anche ad un nuovo semestre di “silenzio-assenso” per il conferimento del Tfr maturato nella previdenza integrativa. Il meccanismo non entrerà in vigore solo per i neoassunti ma anche per i lavoratori già occupati. Per gli statali, il governo punta ad abolire il meccanismo che consente alle amministrazioni pubbliche di mandare in pensione i lavoratori over 65 con 41 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne. L’esodo dal lavoro potrebbe essere su base volontaria. Nella manovra anche la riedizione del cosiddetto Bonus Maroni, che consente ai lavoratori che hanno maturato i requisiti per la pensione di restare al lavoro ma non versare i contributi. In questo caso avrebbero buste paga più alte di circa il 10%. Questa quota di salario potrebbe essere “detassata”.
Assicurazione per i prof
Il governo sta pensando ad una assicurazione sanitaria per il personale della scuola, che conta oltre 1,2 milioni di dipendenti. Lo ha ribadito ieri anche il ministro Valditara. L’assicurazione sanitaria sarebbe destinata a insegnanti, dirigenti scolastici, il personale Ata. “Lo Stato deve garantire il benessere - ha detto ieri il ministro –. Bisogna creare una società in cui l’insegnante sia al primo posto, sia rispettato, valorizzato”.
Irpef
Per ridurre le tasse sul ceto medio si studia una nuova rimodulazione dell’aliquota intermedia. Dai 28 ai 50mila euro di reddito l’aliquota passerebbe dal 35 al 33%. Per portare la fascia a 60mila euro servirebbero circa 2,5 miliardi in più rispetto a quelli già stanziati nel 2024. Forza Italia pensa anche ad un aumento della no tax area dagli attuali 8500 a 12mila euro.
Caccia alle risorse
“Servono dieci miliardi”, ha anticipato il vicepremier e leader di Fi, Antonio Tajani. Che indica anche alcune possibili linee di interventi: spending review della spesa, tassazione dei giganti del web e taglio alle piccole detrazioni. No secco, invece, all’ipotesi di una tassa sugli extra-profitti: “Una cosa da cultura sovietica”. Contrario anche il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli: “Nel diritto non si è mai vista un’addizionale su un’addizionale, non sussiste”. Non sarà facile neanche trovare un’intesa sull’aumento delle accise sui carburanti e su una tassa di scopo sulle sigarette a 5 euro per finanziare il sistema sanitario pubblico.