Roma, 25 ottobre 2023 – Sono molte le novità previste nella manovra 2024 del governo che riguardano le buste paga dei lavoratori. C’è la conferma del taglio del cuneo fiscale, che vale in media circa 100 euro al mese in più. Ma anche gli sconti sui fringe benefit e i premi di produttività. Modifiche in arrivo anche per i lavoratori del settore turistico.
Il taglio del cuneo fiscale
È la misura più costosa prevista in manovra, da sola vale circa 11 miliardi. Una dote che sarà utilizzata per evitare che, dal prossimo anno, gli stipendi di circa 13,8 milioni di lavoratori dipendenti, subiscano una decurtazione per il venir meno degli "sconti" sui contributi varati nel 2023 e, in particolare, da luglio scorso. La riduzione del cosiddetto "cuneo fiscale", vale a dire la differenza fra quello che paga il datore di lavoro e quello che finisce nelle tasche dei contribuenti, toccherà però solo i redditi fino a 35mila euro lordi all’anno. Sono previste due fasce. La prima, calcolata su tredici mensilità, per uno stipendio mensile non superiore a 1.923 euro, maggiorato del rateo di tredicesima, potrà contare su uno sconto del 7%. La seconda fascia, che comprende lavoratori con stipendi mensili non superiori a 2.692 euro, avrà una riduzione del 6% degli oneri contributivi. L’aumento medio in busta paga registrato a partire da luglio scorso è di circa 100 euro.
Effetto Irpef
Quest’anno, poi, sui redditi dei lavoratori ci sarà anche l’effetto del primo modulo della riforma fiscale, con l’accorpamento delle prime due aliquote al 23% per i redditi fino a 28mila euro. La combinazione fra il taglio del cuneo e i nuovi scaglioni porterà in media 117 euro in più al mese per chi ha un reddito lordo di 25mila euro all’anno. I benefici, in realtà, ci saranno per tutti i contribuenti fino alla soglia dei 50mila euro l’anno, oltre il quale il governo ha deciso di sterilizzare le riduzioni di imposta previste con la riforma.
Fringe benefit
Per il 2024, si legge ancora nella bozza della manovra diffusa ieri, la soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit (pari a 258 euro) viene portata a 1.000 euro per tutti i lavoratori dipendenti e a 2.000 euro per quelli con figli fiscalmente a carico, "compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi o affidati". Da una parte vengono favoriti, quindi, indistintamente tutti i lavoratori, dall’altra viene ridimensionato l’incremento deciso con il decreto Primo maggio che, per i lavoratori con figli, aveva portato il tetto esentasse a 3.000 euro. L’esenzione riguarderà tutte le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro "per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale, delle spese per l’affitto della prima casa ovvero per gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa".
I premi di produttività
La manovra prevede poi un sostanzioso sconto fiscale sui premi di produttività previsti dalle aziende. L’aliquota dell’imposta sostitutiva per questa voce dello stipendio sarà ridotta al 5%. Lo "sconto" fiscale è confermato per le somme fino a 3mila euro e per i lavoratori fino a una soglia di reddito annuo pari a 80mila euro lordi. L’obiettivo è anche quello di rafforzare il welfare aziendale favorendo anche la competitività delle imprese.
Lavoratori del turismo
Stipendi più ricchi anche per chi lavora negli alberghi o nelle terme. Per garantire la "stabilità occupazionale e sopperire all’eccezionale mancanza di offerta di lavoro nel settore turistico, ricettivo e termale – si legge nella manovra – ai lavoratori del comparto del turismo è riconosciuto un trattamento integrativo speciale, che non concorre alla formazione del reddito, pari al 15 per cento delle retribuzioni lorde corrisposte in relazione al lavoro notturno e alle prestazioni di lavoro straordinario". L’incentivo, che resterà in vigore solo per un anno, prevede però una soglia di reddito di 40mila euro lordi annui.
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