Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Manovra 2019, Draghi: "Fiducioso su soluzione di compromesso"

Il presidente della Bce invita alla cautela: "Aspettiamo di vedere la versione definitiva. Tutti devono abbassare i toni"

Il presidente della Bce Mario Draghi (Ansa)

Bali (Indonesia), 13 ottobre 2018 - Fmi e Unione europea insistono sui pericoli della manovra finanziaria 2019, ma dopo le critiche di Juncker all'Italia, oggi il presidente della Bce Mario Draghi mostra ottimismo. "Sono fiducioso che tutte le parti trovino un compromesso", dice Draghi in una conferenza stampa a Bali. "Sappiamo che ci sono procedure stabilite e accettate da tutti, ci sono state deviazioni: non è la prima volta e non sarà l'ultima" aggiunge invitando poi a non drammatizzare per queste deviazioni. 

"Bisogna aspettare per dare una valutazione complessiva sulla legge di bilancio, aspettiamo di vedere la versione definitiva. Tutte le parti devono abbassare i toni, non solo l'Italia. Non è la prima volta che c'è stata una deviazione delle regole stabilite dall'Europa", ribadisce Draghi.

Fino a qui le parole concilianti. Poi però Draghi sottolinea come l'aumento dello spread sia solo responsabilità di dichiarazioni estemporanee e ha ribadito che ridiscutere le regole europee "provoca instabilità". "I dibattiti sulla esistenza dell'euro hanno creato danni reali con un forte aumento dello spread in coincidenza con tali dichiarazioni. Il risultato è che famiglie e imprese oggi pagano tassi di interesse più alti". "L'avvicinarsi della fine del Qe, già annunciato a giugno, non ha una stretta relazione con l'aumento dello spread. Noi compriamo bond sovrani da tutti i paesi" dell'Eurozona "ma non dalla Grecia i cui titoli non hanno i requisiti per essere acquistati dalla Bce. Eppure ultimamente lo spread tra bond greci e italiani si è ridotto (390 quello ellenico, 310 quello italiano, ndr) sebbene stiamo comprando titoli italiani", aggiunge Draghi.

"Questo dimostra che si tratta" di un fenomeno "locale che non dipende dalla fine del Qe". Parlando in generale poi ha ripetuto il concetto secondo cui una "politica fiscale espansiva sia più complicata in paesi con un debito pubblico alto". Infine il presidente dell'Eurotower ha evidenziato che non c'è un "rischio contagio" per l'Europa proveniente dall'Italia. Le tensioni che scaturiscono dalla discussione tra autorità europee e governo italiano sulla legge di bilancio si ripercuotono solo sul nostro Paese.