Roma, 30 dicembre 2018 - Sul filo di lana, a poche ore dall'esercizio provvisorio, è arrivato il via libera definitivo alla manovra. La Camera ha approvato il testo con 313 sì e 70 contrari (Pd e Leu non hanno partecipato al voto pur restando in Aula) al termine di un'altra convulsa giornata politica, apertasi con una nuova bagarre per il post (poi rimosso) sul blog dei 5 Stelle che denunciava un attacco da parte di "grandi lobby" e "poteri forti" e "terrorismo psicologico e mediatico" contro la legge di Bilancio. Una volta approvata, la manovra è stata quindi firmata dal presidente Sergio Mattarella e ora potrà essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
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Ecco dunque cosa prevede, in sintesi, il testo e le misure fissate:
REDDITO E QUOTA 100 - Sono le misure simbolo della manovra del governo del cambiamento. Il tira e molla con la Commissione europea ha parecchio abbassato la spesa. Ora per entrambe misure vengono creati due fondi, in attesa dei decreti annunciati per inizio 2019 che permetteranno l'entrata in vigore in primavera. Per superare la riforma della Fornero vengono stanziati 3,9 miliardi nel 2019, 8,3 miliardi nel 2020 e 8,6 miliardi nel 2021. Per il reddito di cittadinanza 7,1 miliardi nel 2019, 8 nel 2020 e 8,3 nel 2021.
TAGLIO ALLE PENSIONI - La rivalutazione automatica degli assegni in base all'inflazione viene ridotta per garantire risparmi all'Erario. I tagli alle pensioni d'oro saranno dal 15 al 40% per gli assegni sopra i 500.000 euro.
FLAT TAX PER I PENSIONATI DI RIENTRO - Per i pensionati stranieri o italiani rimpatriati che scelgono di risiedere nei Paesi del Sud con meno di 20.000 abitanti arriva infine una flat tax al 7%.
AL LAVORO FINO AL NONO MESE - I giorni di congedo per i neopapà aumentano: 5 sono obbligatori e uno facoltativo (se compensato con uno della mamma). La vera novità però è per le mamme: potranno rimanere al lavoro fino al nono mese, godendo di tutti e 5 i mesi di congedo dopo il parto. Dopo il terzo figlio alle famiglie numerose arriva in regalo un appezzamento di terreno.
WEB TAX E STRALCIO - Resuscita la web tax, l'imposta del 3% sul digitale. Riguarderà le imprese con oltre 750 milioni di fatturato di cui 5,5 milioni almeno prodotti online.
LO STRALCIO - Sempre sul versante fiscale arriva la sanatoria sui debiti fiscali e contributivi per chi ha Isee sotto i 20.000 euro (o è in liquidazione). Tre le aliquote: 16%, 20% e 25%.
FLAT TAX PER AUTONOMI - Le partite Iva possono aderire ad un regime forfettario del 15% sui ricavi fino a 65 mila euro e (dal 2020) del 20% sulla quota eccedente fino a 100.000 euro.
PREMI INAIL - Nella manovra c'è lo sgravio di circa il 30% per un totale di 410 milioni nel 2019 fino a 600 milioni nel 2021.
APPALTI - Deroga per tutto il 2019 alle procedure di affidamento dei contratti pubblici sotto la soglia dei 40.000 euro: niente gara fino a 150.000 euro e procedura negoziata, previa consultazione, ove esistenti, di almeno dieci operatori economici, per lavori da 150.000 a 350.000 euro.
ECOTASSA - Nonostante le polemiche, arriva la tassa sulle auto di medio-grande cilindrata ad alte emissioni inquinanti (crescente al crescere del livello di emissioni) necessaria a finanziare gli sconto sul prezzo d'acquisto di autovetture nuove a basse emissioni a gas, ibride o elettriche.
BANCHE E ASSICURAZIONI - La manovra introduce una modifica del trattamento contabile di perdite e svalutazioni dei crediti che portano ad un incasso per lo Stato di 3,5 miliardi. Le assicurazioni invece dovranno fare i conti con un aumento degli acconti fiscali da 900 milioni.
TAGLI ALL'EDITORIA - Prevista l'abolizione dei contributi diretti a favore di determinate categorie di imprese radiofoniche e di imprese editrici di quotidiani e periodici. Contemporaneamente si sostengono progetti finalizzati a diffondere "la libera informazione plurale" e "l'innovazione digitale e sociale". Spetterà poi al governo decidere chi finanziare.
80 MILIONI ALLA RAI - Si conferma, a regime, il canone a 90 euro, così come l'esenzione per i 75enni con reddito sotto 8.000 euro. Alla Rai vanno 40 milioni l'anno in 2019 e 2020 per lo sviluppo digitale.
FISIOTERAPISTI SENZA TITOLO - Spunta una deroga per l'iscrizione agli ordini per chi svolge professioni sanitarie.