Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Manovra 2019, Juncker: "Italia non rispetta la parola data". M5S: "Indegno"

Salvini: "Juncker? Un bel tacer non fu mai scritto". Tria: "Determinati a ridurre il rapporto debito/Pil". Ma il Fondo moneterio internazionale avverte: "Non è il momento di rilassarsi sulle politiche fiscali".

Jean Claude Juncker (Ansa)

Roma, 12 ottobre 2018 - Il governo non cambia rotta sulla manovra finanziaria 2019, ma le istituzioni internazionali bocciano le misure dal governo M5s-Lega. Così se il premier Giuseppe Conte esclude modifiche significative in Parlamento ("La manovra è stata elaborata, meditata e studiata, in tanti mesi e in tanti incontri. Potremmo valutare qualche intervento ma è stata costruita in termini integrali e pensare di modificare qualcosa di significativo lo escluderei", dice da Addis Abeba), dal Fondo Monetario internazionale (Fmi) alla Bce arrivano esortazioni a non proseguire sulla strada intrapresa. Durissimo l'intervento del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker: "L'Italia non rispetta la parola data". Secca replica dei 5 Stelle: "Alimenta le tensioni sui mercanti, rappresenta indegnamente la Ue". Salvini: "Un bel tacer non fu mai scritto". E il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, dal meeting Fmi, sottolinea che intorno all'Italia c'è "attenzione", non "preoccupazione". Spiega Visco: "Quello che si chiedono qua è: l'Italia è riuscita a crescere? Tutto ciò che mette l'economia italiana su un sentiero di crescita è benvenuto".

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JUNCKER  - Nuove critiche alla manovra giungono da Bruxelles. "L'Italia non rispetta la parola data", dichiara il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, in un'intervista pubblicata sul quotidiano Le Monde. Juncker lancia quindi un nuovo appello alle autorità italiane affinché "rispettino le regole per non mettere in pericolo la solidarietà europea". "Esamineremo il progetto italiano di bilancio 2019 tra il 15 ottobre e fine novembre, senza collera e senza parzialità. Il nostro compito non è rovesciare un governo o creare problemi con comportamenti inappropriati o dichiarazioni eccessive", conclude il numero uno della Commissione europea.

IRA M5S E SALVINI - Immediata e senza sconti la reazione del Movimento 5 Stelle. "Le dichiarazione di Juncker si commentano da sole - affermano i deputati pentastellati della Commissione Bilancio alla Camera -. Dispiace che un'istituzione che rappresenta più di 500 milioni di cittadini europei sia rappresentata così indegnamente da certi personaggi".  E aggiungono: "Il fatto che non conoscano nemmeno le regole che dovrebbero far rispettare, fa capire in che mani sia finito il Governo dell'Unione". 

Per i 5 stelle "ormai è chiaro a tutti che i signori della Commissione europea stiano cercando ogni pretesto per creare uno scontro istituzionale col governo italiano, al fine di alimentare tensione sui mercati e giustificare una presa di posizione prevenuta nei confronti della manovra del popolo". Anche Matteo Salvini non le manda a dire. "Juncker? Un bel tacer non fu mai scritto - attacca -. Pensi al suo paradiso fiscale Lussemburgo e la smetta di insultare gli Italiani e il loro legittimo governo".

TRIA - Intanto il ministro dell'Economia Giovanni Tria prova a rassicurare gli altri Paesi sulla bontà delle misure contenute nella prossima legge di bilancio. E oggi, incontrando il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin a margine dei lavori delle assemblee annuali di Fmi/Banca mondiale a Bali, ha ribadito che l'Italia è determinata "a proseguire sul sentiero della riduzione del rapporto debito/Pil". Tria ha anche riaffermato la volontà di avere un ruolo attivo e positivo nel processo di rafforzamento dell'euro e dell'Unione europea. Quindi ha assicurato che intorno alla situazione italiana cè "attenzione", ma non "preoccupazione". A proposito del deficit e dell'invito della Lagarde di rispettare le regole europee, Tria ha sottolineato che "i trattati indicano il 3% e questo viene rispettato". 

FMI - Dall'Fmi però arriva un nuovo avvertimento a Roma. "Non è il momento di rilassarsi sulle politiche fiscali", ha detto infatti il responsabile del Dipartimento Europa del Fondo Monetario, Poul Thomsen. "Siamo d'accordo con la Commissione europea, l'Italia deve rispettare le regole", ha sottolineato il funzionario danese, osservando che il nostro Paese "avrebbe dovuto fare più aggiustamenti fiscali in passato". La manovra italiana "va in direzione opposta ai suggerimenti del Fondo", ha osservato Thomsen, ricordando che per l'Italia si prevede una crescita moderata l'anno prossimo, secondo le stime contenute nel World Economic Outlook. Per Thomsen una deviazione dagli obiettivi di riduzione del deficit di una tale ampiezza "non è corretta", ma si è detto convinto che l'Eurozona abbia gli strumenti giusti per evitare un rischio contagio. 

DRAGHI - Monito poi dal presidente della Bce, Mario Draghi, che senza citare direttamente l'Italia invita i Paesi con un alto debito pubblico dell'Eurozona e rispettare il patto di stabilità. "L'attuazione delle riforme strutturali deve essere sostanzialmente rafforzata", mentre la ripresa in atto "richiede anche la ricostruzione dei buffer fiscali - dice infatti nel suo intervento al meeting del Fmi a Bali -. E ciò è particolarmente importante nei paesi in cui il debito pubblico è elevato e per il quale la piena adesione al patto di stabilità e crescita è fondamentale per salvaguardare posizioni fiscali sane". "Resta essenziale l'attuazione trasparente e coerente del quadro di governance fiscale ed economica dell'Ue, nel tempo e tra i vari paesi", ha aggiunto.

DI MAIO - Parole che però non sembrano intaccare le convinzioni del governo giallo-verde (oggi peraltro bersaglio della protesta degli studenti in tutta Italia). "Oggi è arrivato il Fondo monetario internazionale e ha attaccato la legge di bilancio. Ormai mancano all'appello solo la Nasa e qualche altro ente di qualche altro pianeta e poi abbiamo completato il parterre di istituzioni che promuovevano quelli che hanno fatto la legge Fornero, il Jobs act, i soldi alle banche, la macelleria sociale degli ultimi anni e bocciano noi", ha dichiarato il vicepremier Luigi Di Maio su Facebook.

JP MORGAN - Intanto il numero uno di JPMorgan, Jamie Dimon, suona il campanello d'allarme. "Le questioni geopolitiche stanno esplodendo ovunque", ha affermato dopo aver presentato i conti del suo gruppo, esprimendo forti preoccupazioni per l'aumento dell'inflazione e per le turbolenze sui mercati finanziari.