CARTE DA PARATI ispirate ai paesaggi marchigiani. Decorazioni che richiamano le infinite sfumature del Monte Conero e le suggestioni storiche e naturali di Ancona e dintorni. Questo e molto altro nel sentiment di Wallovely – startup nata dall’impegno della visual designer Francesca Di Giorgio (nella foto in alto) – grazie a un bando finanziato dal Fondo Sociale Europeo. "Devo a questo stanziamento – esordisce Di Giorgio – la possibilità di aver dato vita a un’impresa che valorizza in ogni suo aspetto il Made in Italy e in particolare il Made in Marche. Da oltre 30 anni mi occupo di comunicazione visiva e ora rappresento il cuore di Wallovely".
Un progetto artistico in embrione all’epoca del Covid. "Durante il lockdown – prosegue – ho iniziato a pensare che l’ambiente domestico andava reso ancora più vivibile e accogliente. Una consapevolezza maturata in realtà molti anni prima, quando a 12 anni – giunta ad Ancona dalla Puglia, mia regione d’origine – convinsi i miei genitori a decorare uno dei muri della mia camera da letto troppo buia con la gigantografia di un bosco. Le pareti possono diventare scorci di panorama in cui perdersi e rilassarsi". L’obiettivo è ambizioso. "Le nostre carte da parati – nello specifico Tnt e fibre di vetro – hanno una vasta gamma di elementi grafici e decorativi, pattern, disegni e texture applicabli grazie a una sofisticata tecnologia digitale, portata avanti sul territorio. Puntiamo a trasferire il gusto italiano in un moodboard per favorire armonia tra architettura e interior design. Siamo in grado di personalizzare con le nostre creazioni ogni tipo di contesto, potendo disporre di diversi motivi grafici e illustrativi", fa sapere Di Giorgio.
Che, a propostito di comfort, aggiunge: "Le nostre decorazioni, adatte ad ambienti domestici e lavorativi e a spazi ricreativi, con le loro cromie rasserenanti sarebbero particolarmente utili nei luoghi deputati alla cura della persona, come ospedali, case di riposo e centri medici. Un risvolto che mi piacerebbe moltissimo prendesse piede in futuro. Progettare e ’fare’ sono per me forme di meditazione". Le Marche – regione tradizionalmente legata alla produzione della carta (si pensi a Fabriano, centro nevralgico già nel XIII secolo) – aggiungono così nella contemporaneità un tassello d’eccellenza al settore.
"Avevo ipotizzato un ’Rinascimento’ da cui ripartire dopo la pandemia. Sulle nostre carte da parati prendono vita icone architettoniche anconetane, come la cattedrale di San Ciriaco, la fontana del Calamo, il monumento ai Caduti del Passetto e molti altri simboli che raccontano l’anima della città. Le creazioni richiamano pure i colori e i motivi, dai toni caldi e terrosi, delle colline marchigiane, le sfumature marine dell’Adriatico, la flora delle nostre campagne, la fauna del Conero, con numerosi riferimenti alla storia antica dei Piceni, alla cultura locale e alle figure che hanno dato lustro alla regione. Un modo per valorizzare le bellezze di Ancona e delle Marche".
Wallovely non è solo una realtà produttiva, ma un laboratorio artistico che – grazie a talentuosi designer, artisti e fotografi guidati dalla fondatrice – dà alla luce collezioni ispirate al territorio e alle ultime tendenze dell’interior design, con una grande attenzione ai trend internazionali. Le collezioni sono acquistabili on line attraverso il canale e-commerce della startup. Il progetto impegna una decina di collaboratori. "Una filiera corta – precisa la fondatrice – fatta da una serie di professionisti esterni tra fornitori, stampatori, staff grafico, un professionista per la consulenza amministrativa e un web project manager. Uomini e donne, con una leggera prevalenza femminile anche tra i borsisti e gli stagisti che arrivano per fare un’esperienza, attraverso gli atenei marchigiani di Pesaro-Urbino, Camerino e Macerata. Il caso Wallovely è stato oggetto di recente della tesi di laurea di una studentessa della Scuola di architettura e design dell’ Università di Camerino".
Convertirsi dalla grafica al mondo dell’imprenditoria non è stato semplice. "Sento una doppia responsabilità – sottolinea Di Giorgio–. La parte creativa mi fa ancora sognare, come quando, bambina amavo raccogliere fiori per disegnarli. A ciò oggi devo unire un elemento di concretezza. L’esperienza passata di visual merchandiser e la frequenza di alcuni master specifici, dove ho acquisito competenze manageriali mi hanno sicuramente aiutato. I risultati ci sono, attualmente facciamo anche consulenze esterne. Di recente abbiamo firmato due linee di piatti per un’importante azienda di designer per la casa".
Un consiglio per chi comincia? "In questo momento nell’imprenditoria servono più che mai coraggio, determinazione e passione. Bisogna agire come funamboli per destreggiarsi in un mondo che cambia con una velocità esponenziale e dove c’è tanta concorrenza. La cosa più difficile nel mio campo è far capire a un potenziale cliente – che potrebbe acquistare articoli presso la grande distribuzione a prezzi sicuramente inferiori – che dietro le nostre creazioni si celano una ricerca artistica costante e la scelta di materiali di prim’ordine. I Fondi dell’Europa possono aiutare, come nel mio caso, ma bisogna sapersi destreggiare tra i vari bandi. Sono nate tante società di consulenza in grado di supportare i giovani in questo senso. Infine non dimentichiamo la buona sorte, che gioca indubbiamente sempre la sua parte".