FONDATO NEL 1972 dall’imprenditore Luciano Martini (nella foto sopra), il gruppo Unigrà ha sede a Conselice ed è specializzato nella trasformazione e vendita di olii e grassi alimentari di alta qualità. L’alluvione di metà maggio ha coinvolto pesantemente lo stabilimento, al punto che, per oltre due settimane, è stato impossibile addirittura entrarvi, tanto era elevato il livello delle acque. La lunga permanenza di acqua e fango ha causato danni importanti agli uffici e agli impianti produttivi, ma le analisi, effettuate da Arpae (Agenzia regionale per la prevenzione, l’energia e l’ambiente) sull’acqua presente in tutta l’area interessata, nei giorni successivi all’allagamento, non hanno evidenziato la presenza di sostanze contaminanti come olii vegetali o minerali.
Gian Maria Martini, amministratore delegato di Unigrà, siete riusciti a formulare una prima valutazione delle perdite subite?
"A oggi non abbiamo ancora una stima precisa dei danni. Ogni giorno lavoriamo per la bonifica e riattivazione delle nostre linee produttive e ci troviamo continuamente a fronteggiare problemi diversi e imprevisti, che implicano nuovi costi. Di certo parliamo di svariate decine di milioni di euro. Siamo parzialmente coperti dalle assicurazioni, che ci hanno dato un notevole supporto".
Come sta procedendo il lavoro di bonifica e ripristino delle aree industriali colpite?
"Da quando siamo rientrati in azienda è iniziato un imponente programma di ripristino, che coinvolge i dipendenti di Unigrà, nonché un pool di aziende specializzate. Nel giro di due settimane abbiamo ripulito tutto".
Cosa manca per tornare a essere di nuovo operativi?
Ora stiamo smontando tutte le componenti sensibili all’acqua, che devono essere lavate e asciugate, poi ci sarà la fase di rimontaggio e collaudo".
A Conselice date lavoro a oltre 800 persone: quante di loro sono state interessate, personalmente, dalla piena del 17 maggio?
"Quasi tutte le persone che lavorano in Unigrà provengono dal territorio e sono state toccate dagli eventi di metà maggio anche a livello personale, nei propri beni e affetti. Il comune in cui siamo, Conselice, è stato tra quelli più gravemente colpiti. All’indomani dell’emergenza abbiamo immediatamente attivato la cassa integrazione, ma la utilizziamo solo per il 5% dei dipendenti: tutti gli altri sono impegnati nella ripartenza dell’azienda".
Come si trova la forza per ripartire dopo un avvenimento tanto imprevisto quanto catastrofico?
"Non ci siamo mai scoraggiati e da subito abbiamo lavorato sodo per ripartire. In Unigrà, ora, desideriamo solo una cosa: tornare al più presto ai nostri livelli competitivi, quelli a cui eravamo abituati prima di questa enorme tragedia (l’azienda è leader in Italia nella produzione di margarina, oli vegetali, cioccolato e semilavorati e conta stabilimenti produttivi anche nel Bresciano, in Toscana e all’estero, in Malesia e Brasile, ndr). Servono, però, aiuti urgenti sia alle aziende, per riparare i danni e, successivamente, continuare a investire, sia agli enti locali".
Qual è la lezione più importante da tenere a mente per il futuro, a livello aziendale e come comunità?
"Siamo presenti da oltre 50 anni sul territorio e, come dicevamo poc’anzi, diamo lavoro a più di 800 persone solo nella nostra sede di Conselice. Negli ultimi cinque anni abbiamo investito oltre 200 milioni di euro in nuove tecnologie e per implementare la capacità produttiva. Puntiamo ad avere un ruolo da leader anche all’estero, ma desideriamo fortemente continuare a investire qui, dove siamo nati e abitiamo tuttora".
Investimenti a fronte di quali garanzie?
"Il territorio deve, però, saper offrire delle garanzie a chi vuole investire. Non si può finire sotto due metri d’acqua, non deve più succedere".
Quali sono gli obiettivi principali di questa ripartenza post-alluvione?
"Non possiamo dimenticare la grande – e, per molti versi, inaspettata – solidarietà che ci hanno dimostrato anche i nostri concorrenti. Ma ora dobbiamo spingere il più possibile verso una ripartenza rapida, perché il mercato non consente di fermarsi a lungo. A parte gli impianti, l’attività di Unigrà non si è mai realmente fermata: tutto il personale non produttivo ha proseguito quotidianamente la propria opera, lavorando in uffici messi a disposizione sia nelle vicinanze dell’azienda che su tutto il territorio nazionale, allestiti a supporto dei nostri clienti".
Quando contate di tornare a produrre?
"Entro questa settimana contiamo finalmente di riattivare le prime linee produttive".
Si sente di ringraziare qualcuno?
"È stato e continua a essere un lavoro di squadra: non ce l’avremmo mai fatta senza l’aiuto e il contributo di tutti, a partire dai nostri dipendenti e collaboratori".