Domenica 27 Aprile 2025
ROBERTO CANALI
Made in Italy

Steriline. L’eccellenza del packaging farmaceutico

UNA VISIONE internazionale unita alla solidità di un’impresa di famiglia hanno consentito a Steriline di bruciare le tappe. L’azienda, altamente...

UNA VISIONE internazionale unita alla solidità di un’impresa di famiglia hanno consentito a Steriline di bruciare le tappe. L’azienda, altamente...

UNA VISIONE internazionale unita alla solidità di un’impresa di famiglia hanno consentito a Steriline di bruciare le tappe. L’azienda, altamente...

UNA VISIONE internazionale unita alla solidità di un’impresa di famiglia hanno consentito a Steriline di bruciare le tappe. L’azienda, altamente specializzata nella produzione di linee complete per il confezionamento asettico di prodotti iniettabili e oftalmici destinate alle imprese farmaceutiche su scala globale, è stata fondata nel 1989 da Gerardo Fumagalli a Como e oggi conta circa 400 persone tra dipendenti diretti e collaboratori con due filiali all’estero in India e negli Stati Uniti. A raccogliere il testimone di papà Gerardo, che ha conservato il ruolo di Presidente del Consiglio di Amministrazione, i due figli Ilaria e Federico (nella foto), rispettivamente Chief Executive Officer e Chief Sales Officer.

Ilaria, Steriline è la storia di un’azienda e insieme quella della sua famiglia, ce la vuole raccontare? "Siamo nati nel 1989 producendo poche tipologie di macchine. L’azienda è stata fondata da mio padre Gerardo, affiancato da mia madre Enrica Doni, che è stata anche presidente del cda per molti anni. Nel 2007 abbiamo iniziato a fornire alle aziende farmaceutiche linee per il riempimento sterile passando dalla produzione di sole macchine a soluzioni complete. Nel 2016, abbiamo poi introdotto la prima linea di riempimento robotizzata che ha portato indubbi vantaggi a livello di flessibilità, affidabilità con meno interventi richiesti da parte del personale di linea, riduzione del numero di componenti nelle macchine e degli scarti. Oggi, metà delle nostre linee sono robotizzate, l’altra metà è tradizionale. Nel 2018, abbiamo integrato i fornitori chiave all’interno dell’azienda, aumentando il personale di 150 unità. L’anno dopo abbiamo invece fondato una filiale in Nord America, che ci supporta commercialmente e fornisce tecnici per l’assistenza in loco. La stesso è stato fatto anche nel 2023 ma in un’altra parte del mondo, aprendo una filiale in India, precisamente a Mumbai".

Poi è arrivata la pandemia… "Durante il Covid, nel 2021, siamo riusciti a produrre una linea di riempimento flaconi per il vaccino in soli 6 mesi dall’ordine, quando normalmente ce ne vogliono 18. I flaconi venivano lavati, sterilizzati, riempiti, tappati e ghierati ed erano così pronti per l’uso. Il vaccino era fornito da Siegfried per conto di Biontech. Le linee lavoravano su tre turni, giorno e notte".

Qual è il presente di Steriline? "Attualmente, stiamo espandendo la nostra capacità produttiva con un nuovo sito adiacente alla nostra sede di Como, che andrà a raddoppiare lo spazio disponibile per le nostre attività".

Diventando un’eccellenza a livello internazionale. Avete mai pensato di lasciare Como? "Italia e Germania sono leader nel packaging farmaceutico a livello internazionale. Il fulcro di questo settore è nel nostro Paese e delocalizzare la produzione, solo per risparmiare sui costi di manodopera, significherebbe disperdere un know-how importante, che abbiamo costruito nel tempo. Le soluzioni che offriamo non sono, infatti, standard ma richiedono personalizzazioni specifiche per ogni cliente a fronte di molte ore dedicate allo sviluppo e all’ingegneria".

Cosa fate per mantenervi competitivi? "Puntiamo sull’innovazione e vogliamo essere sempre un passo avanti. Investiamo molto in ricerca e sviluppo. In questo periodo, per esempio, stiamo lavorando a un grosso progetto che combina telecamere e intelligenza artificiale per controllare live le macchine in fase di processo. Riteniamo inoltre fondamentale ascoltare i nostri clienti, fornitori e partner per capire le loro eventuali criticità e valutare insieme come affrontarle".

È difficile trovare manodopera nel vostro settore? "La ricerca di figure senior nel nostro settore è difficile. Collaboriamo però con istituti tecnici come l’ITS Factory Automation di Como e il Pts di Digione in Francia e capita che i nostri tecnici qualificati vadano nelle scuole per far conoscere la nostra azienda e per creare un bacino di giovani talenti potenzialmente interessati al nostro Gruppo".

Qual è il valore aggiunto di essere un’impresa familiare? "Federico ed io siamo cresciuti insieme all’azienda e abbiamo svolto diverse attività congiunte in concerto con nostro padre. Conosciamo personalmente quasi tutti i dipendenti e siamo in contatto diretto con tutti i livelli. Le sfide attuali riguardano in particolare l’efficacia della comunicazione interna e l’interazione tra le diverse aree aziendali incluse le nostre filiali in India e Stati Uniti".

Come si sente da donna a guidare un’azienda? "Questo passaggio di consegne, discusso con il Cda anni fa, non ha cambiato drasticamente la mia attività. C’è stata una lunga preparazione che mi ha permesso di acquisire tutte le competenze necessarie e vivere il cambiamento in modo graduale e del tutto naturale. Steriline è, infatti, una società che pianifica e pensa al futuro per tempo. La decisione del passaggio di consegne ha poi cominciato a delinearsi più concretamente nel settembre del 2024, anche se la data precisa non era ancora certa. Il nostro obiettivo attuale è gettare le basi per un’ulteriore espansione della capacità produttiva e della presenza commerciale. In questo senso, Federico, come Cso, si occupa di gestire l’area commerciale, mentre io ho il compito di guidare la struttura aziendale col CdA per definire le strategie di medio e lungo termine".

C’è un insegnamento di suo padre che le sta particolarmente a cuore? "C’è un suo motto che mi ha ispirato: ’Il meglio è nemico del bene’. L’eccessivo mio perfezionismo su tutto rischiava di portare via energie e sottrarre tempo alla visione globale e più alta. Bisogna concentrarsi sugli aspetti strategici. Questo mi ha portato a delegare le attività più strutturate".