Domenica 29 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Snam pianta alberi autoctoni lungo il nuovo metanodotto

Snam e il Centro Nazionale Carabinieri Biodiversità piantano oltre 150mila alberi lungo il metanodotto Rimini-Sansepolcro, privilegiando specie autoctone per ripristinare e migliorare la flora tipica. L'obiettivo è raggiungere un impatto positivo sulla biodiversità entro il 2027.

Snam e il Centro Nazionale Carabinieri Biodiversità piantano oltre 150mila alberi lungo il metanodotto Rimini-Sansepolcro, privilegiando specie autoctone per ripristinare e migliorare la flora tipica. L'obiettivo è raggiungere un impatto positivo sulla biodiversità entro il 2027.

Snam e il Centro Nazionale Carabinieri Biodiversità piantano oltre 150mila alberi lungo il metanodotto Rimini-Sansepolcro, privilegiando specie autoctone per ripristinare e migliorare la flora tipica. L'obiettivo è raggiungere un impatto positivo sulla biodiversità entro il 2027.

INSIEME AL METANO arrivano anche gli alberi, grazie alla sinergia fra Snam e il Centro Nazionale Carabinieri Biodiversità. Oltre 150mila piante (su un totale di 250mila che troveranno dimora nella tratta Rimini-Sansepolcro) cresceranno infatti lungo il nuovo tracciato del metanodotto, in un tratto di 35 Km che passa nel territorio toscano, ripristinando e in alcuni casi migliorando la situazione antecedente. In particolare, nel cantiere che attraversa la Toscana, Snam ha collocato tutte piante autoctone, selezionate dalla coltivazione del Centro Nazionale Carabinieri Biodiversità, il vivaio forestale pubblico più grande d’Italia, situato a Pieve Santo Stefano e specializzato nella raccolta dei frutti, lavorazione, semina, conservazione e nuova piantumazione.

"Grazie a questa collaborazione e da accurati studi svolti sul terreno e sulla provenienza di piante e semi – spiegano da Snam – è stato possibile identificare e successivamente piantare le specie autoctone a km 0 (in particolare querce, aceri e faggi) che sono in grado di attecchire meglio, ricercando la vegetazione arborea e arbustiva più consona e certificata, al fine di ricomporre la flora tipica. Snam, che sarà impegnata nel monitoraggio delle piante anche nei cinque anni dopo la piantumazione, lavora attentamente con l’obiettivo non solo di ricreare le condizioni vegetative preesistenti, ma anche per migliorare la situazione rispetto alla situazione ex ante".

"I ripristini ambientali e il monitoraggio dello stato di salute della flora e della fauna degli ecosistemi attraversati dai nostri cantieri sono attività integrate al nostro core business e alle quali prestiamo la massima attenzione – spiega l’ingegner Maria Sferruzza (nella foto in alto), executive director engineering, construction & solutions di Snam –. Già da quest’anno puntiamo ad avere un impatto zero nei confronti della natura ed entro il 2027 faremo in modo che questo sia addirittura positivo, migliorando cioè gli equilibri delle aree su cui interveniamo. Tutto questo passa attraverso la valorizzazione della nostra capillare presenza sul territorio nazionale, che per noi deve essere un driver di sviluppo armonico e sostenibile del Paese, anche a tutela della biodiversità. Nel caso del rifacimento del gasdotto Rimini-San Sepolcro, la collaborazione con il corpo forestale dei Carabinieri ci ha inoltre permesso di dare ulteriore qualità ed efficienza a questi nostri interventi, dimostrando come i progetti migliori si realizzino sempre in una logica e in uno spirito di squadra".

Quella portata avanti in Toscana non è la prima iniziativa del genere. Snam, primo Tso a livello globale ad unirsi al Corporate Engagement Program di Science Based Target for Nature (Sbtn) dedicato alla biodiversità, ha infatti portato avanti numerose azioni a favore della salvaguardia della natura. Il gruppo, che ha già incorporato la Net Zero Conversion nell’attuale modello operativo, con varie iniziative e attività che assicurano un’ingegneria innovativa per cantieri realmente sostenibili (utili a proteggere i paesaggi, la fauna e flora, la sicurezza dei territori anche dai rischi climatici e idrogeologici), ha fissato l’obiettivo di generare un impatto positivo, e non più soltanto neutrale, su biodiversità e natura in tutti i cantieri entro il 2027, in modo da tutelare ulteriormente e migliorare i territori e le stesse comunità rispetto alla situazione trovata. "Svolgiamo misure di mitigazione definite sulla base delle caratteristiche faunistiche e floreali delle aree coinvolte – spiegano sempre da Snam – quali ad esempio ripristini e bonifiche ambientali, nuovi rimboschimenti di vegetazione autoctona, cure colturali, sorveglianza ambientale e faunistica prima e dopo gli interventi. Poniamo estrema attenzione alle operazioni in prossimità dei Siti Rete Natura 2000, strumento europeo per la conservazione della biodiversità e degli gli habitat naturali. Una volta avviata la fase di progettazione, peraltro, tutte le opere sono sottoposte a una serie di valutazioni stringenti di compatibilità ambientale e di sicurezza volte a garantire il massimo rispetto dell’ambiente naturale e la tutela della biodiversità".

Snam ha l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica al 2040 nell’ambito delle Scope 1 e 2 e ha anche aggiunto il nuovo impegno di lungo termine di raggiungere entro il 2050 il net zero su tutte le emissioni (incluse le Scope 3). Nel 2023, intanto, ha raggiunto il -55% sulle emissioni di metano rispetto al 2015 in anticipo di tre anni rispetto gli obiettivi Unep (ovvero -45% al 2025). In aggiunta, Snam ha adottato una nuova policy che certifica l’impegno del gruppo per la tutela della biodiversità e i principi guida di mitigazione degli impatti sull’ambiente. L’impegno nella tutela e nella valorizzazione della biodiversità e degli ecosistemi, è anche frutto dell’ascolto e del coinvolgimento attivo dei vari stakeholder, sia a livello territoriale che a livello aziendale e a politica in materia di biodiversità si applica a tutte le attività, al personale, agli appaltatori e tutte le società di Snam la adottano e ne attuano i suoi principi.