Sabato 27 Luglio 2024

Sì ai progetti sostenibili: riducono tempi e costi dei lavori

L'articolo tratta dell'importanza della sostenibilità nelle infrastrutture del Pnrr e propone soluzioni concrete per garantirne la realizzazione e gestione efficace nel tempo.

COME GARANTIRE la costruzione delle opere Pnrr in virtuosa continuità tra le fasi di programmazione e di costruzione, assicurando il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità previsti? Come assicurarne, una volta terminate, la gestione e la manutenzione, guardando ai loro impatti sull’ambiente, sociali ed economici nel tempo? Come perseguire obiettivi di consolidamento infrastrutturale del Paese garantendo sicurezza, funzionalità ed economicità, in equilibrio tra obiettivi nazionali (programmazione) e territoriali (gestione)? Come favorire uno sviluppo del partenariato pubblico-privato utilizzando le potenzialità e le opportunità offerte dalla finanza sostenibile così da assicurare continuità nella pianificazione di nuove opere dopo la conclusione del Pnrr?

A questi interrogativi, all’indomani dell’approvazione in Consiglio dei Ministri del nuovo Dl Infrastrutture, abbiamo cercato di dare risposte concrete in occasione dell’incontro da noi organizzato in Ance, dal titolo ’Infrastrutture sostenibili e sviluppo economico e sociale’. Ais – Associazione italiana per la sostenibilità delle infrastrutture, è un think tank che conta circa cento soci, tra i quali i principali general contractor, alcune delle più grandi stazioni appaltanti del Paese delle società di progettazione e industriali del Paese, che complessivamente esprimono oltre 150mila addetti e un fatturato che oggi si avvicina all’1,5% del Pil nazionale. I temi da noi proposti si inseriscono con forza nel dibattito politico attuale rilanciando il ruolo centrale della sostenibilità come fattore di accelerazione della costruzione delle opere contribuendo a una maggiore resa qualitativa e nel rispetto degli interessi delle comunità locali. Ciò diversamente da quanto oggi si sostiene da più parti. Del resto realizzare infrastrutture sostenibili significa garantire una nuova stagione di sviluppo con moltiplicatori potenzialmente enormi. Secondo un rapporto della Camera dei deputati dello scorso agosto il volume degli investimenti necessari alla realizzazione di infrastrutture strategiche e prioritarie sfiora i 450 miliardi di euro. Investimenti che peraltro rappresentano una straordinaria opportunità per alimentare il settore delle costruzioni che al momento, secondo le previsioni del Cresme soffre di una forte riduzione della produzione nel rinnovo residenziale, in parte bilanciato proprio dall’aumento della spesa per opere pubbliche, previsto nell’ordine del 11,4%. Uno scenario al quale si aggiunge l’allarme lanciato dalla presidente dell’Ance Federica Brancaccio quando ha ricordato che il valore delle opere pianificate in sede Pnrr a rischio di mancata o ritardata cantierizzazione raggiungeva a inizio anno i 9 miliardi di euro. Garantirne la realizzazione assicurando una virtuosa continuità tra la fase di programmazione e quella di costruzione è pertanto una priorità strategica.

Non si tratta quindi, non più e non oggi, di promuovere una generica azione di advocacy a favore di investimenti in nuove infrastrutture. Tutt’altro. La questione non è solo quantitativa ma soprattutto qualitativa, puntando su un approccio ’integrato’ tra diverse dimensioni - digitali, ambientali e paesaggistiche, sociali e di filiere produttive, che vanno a definire l’ecosistema delle infrastrutture sostenibili. In un Paese come il nostro, esposto a rischi sismici e idrogeologici, il cambiamento climatico gioca un ruolo determinante nella pianificazione, progettazione, costruzione e gestione di infrastrutture non solo come opere fisiche ma anche come vettori per la produzione di servizi essenziali per persone, famiglie e imprese. Ed è in quest’ottica che diventa urgente dotare l’ecosistema italiano in questa delicata fase di transizione dalla progettazione sostenibile alla costruzione di opere sostenibili di procedure e strumenti coerenti con gli obiettivi fissati dalla Commissione europea e recepiti nell’attuazione del Pnrr. In questa direzione Ais ha sviluppato alcune proposte molto concrete e applicabili alle fasi di gara (rispetto dei principi della sostenibilità e dei Cam nei disciplinari tecnici delle nuove gare; richiesta di pieno rispetto dei principi del Dnsh da parte delle le stazioni appaltanti; bandi con clausole di premialità di punteggio per chi opererà sistemi di rating di respiro internazionale) e alle fasi di cantierizzazione (ricorso a direzioni lavori integrate con competenze multidisciplinari o affiancamento di figure dedicate alla verifica degli obiettivi di sostenibilità; monitoraggi continuativi di verifica gestiti direttamente dalle stazioni appaltanti o da società certificate terze indipendenti dalle imprese; promozione presso le stazioni appaltanti di strumenti di controllo tecnico finalizzati a obiettivi di sostenibilità durante l’intero processo di realizzazione).

Proposte non prive di supporti concreti come il sistema di rating sul Cantiere sostenibile da noi condiviso ed oggi in fase di applicazione da parte di importanti stazioni appaltanti, destinato a diventare Pdr (Prassi di riferimento) adottata da Uni (Ente italiano di normazione); o come le nostre linee guida sullo stakeholder engagement scaricabili dal sito web gratuitamente e che sono una sintesi e una sistematizzazione di best practice italiane e internazionali. Sbaglia oggi chi vede nella sostenibilità un costo e non, invece, un fattore abilitante in grado di ridurre il ’time to market’ ovvero i tempi per portare a compimento le grandi opere e in quanto tale un terreno di incontro ideale tra il mondo della committenza, quello della produzione e quello dell’interesse diffuso dei territori.

* Presidente AIS