Sabato 8 Marzo 2025
VITTORIO BELLAGAMBA
Made in Italy

Se la comodità sposa l’eleganza. La sfida vinta di Men’s Shoes

LA TRADIZIONE calzaturiera marchigiana è costituita principalmente da aziende di piccole e medie dimensioni accomunate da un obiettivo comune, che...

LA TRADIZIONE calzaturiera marchigiana è costituita principalmente da aziende di piccole e medie dimensioni accomunate da un obiettivo comune, che...

LA TRADIZIONE calzaturiera marchigiana è costituita principalmente da aziende di piccole e medie dimensioni accomunate da un obiettivo comune, che...

LA TRADIZIONE calzaturiera marchigiana è costituita principalmente da aziende di piccole e medie dimensioni accomunate da un obiettivo comune, che si può riassumere nel "bello e ben fatto". Un tratto distintivo tipico del patrimonio artigianale in grado di accrescere quotidianamente il valore del Made in Italy. Un esempio è la Men’s Shoes che ha la propria sede a Corridonia, in provincia di Macerata: nel corso degli anni, infatti, Enzo Verdicchio (nella foto in alto) ha saputo coniugare qualità, eleganza e comodità e ha creato una scarpa da uomo conosciuta e apprezzata in Italia e nel mondo dando seguito al calzaturificio avviato dal padre nei primi anni ’50. "Lavoro nel settore delle calzature da sessant’anni. Nel 1979 è nata la Men’s Shoes a Corridonia in un garage, sotto la mia abitazione. Mentre nel 2006 abbiamo inaugurato l’attuale azienda nella zona industriale, sempre a Corridonia".

Secondo lei quanto è importante avere l’azienda in un distretto industriale? "Molto. Si possono trovare tutte le aziende dell’indotto della calzatura e si ha, quindi, la possibilità di avere a disposizione tutti i materiali e gli accessori necessari nella produzione di scarpe. È possibile anche capire come si può collaborare con le altre realtà del distretto, scambiarsi le idee e individuare insieme possibili soluzioni che servono a crescere".

Come si è evoluta nel tempo la sua azienda? "Il nostro punto di forza è mantenere la nostra specializzazione nella produzioni di mocassini, rigorosamente cuciti a mano, di alta qualità".

Il tratto distintivo della qualità è riconosciuto anche dai grandi brand della moda? "Sì. Abbiamo sempre avuto come clienti i più importanti brand del lusso nazionali e internazionali. Le loro richieste sono state assecondate sulla base delle loro esigenze e stili".

Nel contempo avete creato un vostro brand? "Non abbiamo mai abbandonato la strategia del nostro marchio, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Puntare su questo aspetto è stato molto importante perché ci ha permesso di attuare nuove strategie di sviluppo. Continuiamo a investire sul marchio perché siamo consapevoli che è un tratto distintivo del Made in Italy e questo ci permette di conquistare spazi commerciali importanti soprattutto all’estero".

In quali Paesi esportate? "Esportiamo in Europa e in particolar modo in Francia e Germania, Usa, Cina, Russia, Giappone. Comunque i nostri programmi di internazionalizzazione proseguono e ci permettono di valutare anche nuovi spazi di mercato come ad esempio il continente africano".

Come giudica l’attuale situazione internazionale? "È un periodo particolare e non a caso viene definito a livello internazionale di permacrisi. In tale contesto è molto difficile operare ma dimostriamo di avere quella resilienza che ci permette di cambiare le nostre strategie sulla base delle esigenze del mercato. La nostra azienda è sempre pronta a individuare i nuovi gusti, le nuove tendenze e il nostro patrimonio di conoscenze ci permette di creare collezioni che suscitano immediamente l’interesse dei buyers. Una situazione che è emersa anche durante il Micam Milano".

Questo perché siete una tipica piccole media azienda italiana che è molto flessibile? "La mia azienda è una vera e propria famiglia: tutti sono coinvolti nel raggiungimento degli obiettivi aziendali. Grazie al senso di responsabilità e di appartenenza riusciamo a soddisfare sempre le mutate esigenze della clientela".

A proposito di addetti, è facile trovarli? "In azienda, purtroppo, l’età media si sta alzando e manca il ricambio generazionale. I giovani italiani difficilmente voglio fare questo mestiere. Vedo sempre più lavoratori stranieri che vengono in azienda a lasciare il proprio curriculum. Da parte nostra siamo sempre disponibili a valutare la persona e le sue attitudini. Una volta assunti, provvediamo a insegnare loro il mestiere per far svolgere al meglio la mansione che gli assegniamo. Occorre sensibilizzare i giovani e far capire loro che lavorare in un calzaturificio è bello. Bisogna tenere conto che per realizzare una calzatura occorrono una ventina di fasi, soprattutto nella nostra azienda dove produciamo scarpe cucite a mano".

Cos’altro? "Il nostro è un modo di produrre che trova le basi nel bello e ben fatto tipico della tradizione artigiana del nostro distretto industriale maceratese. In questo piccolo lembo di terra stiamo dimostrando al mondo le nostre capacità e tutti riconoscono la nostra produzione di eccellenza. Sono sempre di più coloro che vengono in sede da noi dall’estero per vedere come produciamo le nostre calzature e soprattutto in quale contesto territoriale operiamo. Così le nostre colline, la vicinanza con il mare, il patrimonio culturale dei nostri borghi diventano un testimonial della nostra produzione calzaturiera".

Come immagina la sua azienda del futuro? "Nella mia azienda abbiamo iniziato il passaggio generazionale. Mia moglie Mariella Bellesi ed io siamo consapevoli di lasciare la nostra azienda in buone mani che sono quelle di Lucia e Gloria, le nostre figlie, che da alcuni anni lavorano in azienda. Lucia si occupa del commerciale e Gloria della parte creativa".