HA ARCHIVIATO IL 2024 con un incremento del 25% del fatturato rispetto all’anno precedente e un significativo indice Ebitda di 1,496 milioni. Ma è pronta ad affrontare, nel 2025, tante nuove sfide. È la Scuola del Cuoio di Firenze, realtà creata nel 1950 da Marcello Gori, insieme a Silvano Casini e grazie al sostegno dei Frati Francescani, all’interno dell’antico dormitorio del Monastero di Santa Croce, nel cuore del capoluogo toscano. Dal 2003, l’azienda è diretta da Laura, Francesca e Barbara Gori, con i loro figli Tommaso, Filippo e Beatrice, mentre più recentemente, nel 2022, all’attività della Srl si è affiancata quella della Fondazione Ets Marcello Gori. Una delle particolarità della Scuola del Cuoio è che i clienti possono vedere personalmente gli artigiani mentre realizzano prodotti in pelle secondo antiche tecniche manuali, in un luogo simbolo di Firenze.
Seguendo il desiderio della famiglia Gori di far rivivere le arti minori, attingendo all’esperienza dei maestri artigiani, la Scuola del Cuoio offre inoltre esperienze di apprendimento personalizzate ai visitatori e agli studenti di tutto il mondo e, proprio fra i viaggiatori, ha registrato negli ultimi anni un crescente successo. "La nostra produzione non è solo ‘made in Italy’, ma rigorosamente ‘made in Florence’ – spiega Barbara Gori (al centro nella foto a sinistra), che dirige insieme alle sorelle e ai rispettivi figli la Scuola del Cuoio e che è anche presidente della Fondazione Marcello Gori – con una scelta rigorosa di materiali legati al territorio e alla sua tradizione, senza cercare il risparmio, ma puntando alla massima qualità, per valorizzare ciò che ogni singolo prodotto è in grado di raccontare e comunicare".
Una filosofia in linea con la particolarissima storia di questa realtà, nata nell’immediato dopoguerra per insegnare agli orfani l’arte della lavorazione della pelle e del cuoio in quello che era il Noviziato dei Frati Francescani, all’interno del Convento di Santa Croce. Poi, col tempo, la Scuola ha registrato una progressiva crescita e trasformazione, anche grazie al crescente interesse di un pubblico e di una clientela internazionali, amanti di oggetti unici e ricchi di storia da indossare e da riportare a casa. Al primo posto si registrano oggi i turisti provenienti dagli Stati Uniti, disposti ad attendere quasi sette mesi pur di avere una borsa in pelle toscana, fatta a mano a Firenze e personalizzata, potendo scegliere colore, impunture, accessori e fodere interne. Molti di loro continuano a tornare anche a distanza di molti anni. "Quest’estate sono arrivate da noi due signore che hanno portato due borse, rispettivamente del 1950 e del 1965 – racconta ancora la ceo, Barbara Gori - . Ce le hanno donate dopo averle ritrovate negli armadi dei genitori e le metteremo in esposizione. In altri casi ce le consegnano per le riparazioni e noi provvediamo volentieri al restauro, che ci consente di mantenere un legame con la nostra storia e con i nostri clienti".
A comprovare il successo della formula individuata, ci sono anche i dati prettamente economici, con un fatturato di circa 10 milioni di euro e un 2024 da record. Proprio nei mesi scorsi, la famiglia Gori ha deciso di condividere i traguardi raggiunti insieme ai 35 dipendenti, riconoscendo a ciascuno un premio produzione di 2.500 euro netti, erogato nella busta paga di dicembre. Il tutto senza perdere la mission sociale.
"Dove un tempo facevamo i corsi per i ragazzi abbiamo oggi la sede della Fondazione Marcello Gori – continua Barbara Gori – che garantisce borse di studio a persone che hanno bisogno di una nuova possibilità. Abbiamo iniziato con le donne vittime di violenze segnalate dall’associazione Artemisia e ora stiamo portando avanti il ‘Progetto cuoio’ con giovani segnalati dagli assistenti sociali del Comune. Non ci occupiamo solo di borse, ma anche di alta sartoria, pelletteria, ceramica, cucina e scarpe, in collaborazione con Schola Academy".
Ma come è nata questa realtà così particolare? Imprenditore visionario, Marcello Gori iniziò a coltivare, sin da giovanissimo, le sue due grandi passioni: pittura e pelletteria. Seppur impegnato nella bottega di famiglia in via del Corso a Firenze, iniziò a frequentare i corsi di pittura in via degli Artisti, che pagava pulendo gli studi dei Maestri Peyron e Rosai. A soli 29 anni realizzò il suo progetto più grande: "La Scuola del Cuoio", fondata grazie al sostegno, morale ed economico, di suo cognato e amico Silvano Casini; e con la collaborazione dei Frati Francescani che gli concessero di aprirla all’interno dell’antico dormitorio del Monastero di Santa Croce, donato da Cosimo de’ Medici nel XV secolo e affrescato dalla Scuola del Ghirlandaio. Per il suo impegno incondizionato verso il prossimo e fuori dai riflettori, Marcello Gori ricevette nel 1968 l’onorificenza di cavaliere del lavoro dal Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e dal primo ministro Aldo Moro. Morì il 13 dicembre 2003, lasciando ai suoi familiari e collaboratori il compito di portare avanti ciò che aveva iniziato. Come appunto hanno fatto.