NELL’EPOCA DELLA MODA veloce a Città di Castello c’è un luogo dove si viaggia al ritmo dell’ago e del filo. Gessi e imbastiture, metri, stoffe e tessuti, rifiniture che sforano nel ricamo: la lentezza della moda è uno stile di vita. E di famiglia. Sartoria Fratelli Cucciaioni è un’impresa familiare che esiste dal 1952, ma Sante (già nel 1940) fu il primo dei tre fratelli a intraprendere questa professione e a trasmetterla, successivamente a Mario e Silvio. Oggi la storia della sartoria è portata avanti da Roberta Cucciaioni (nella foto in basso, contitolare insieme a Silvio, unico dei soci fondatori rimasto in vita) e dal cugino Roberto, entrambi cresciuti a ‘pane e abiti’. Insieme si possono incontrare nel negozio in corso Vittorio Emanuele nel centro di Città di Castello dove alcune delle loro produzioni sono esposte: "Sin dagli inizi, il lavoro nella sartoria ha accompagnato e scandito la vita delle nostre famiglie, coinvolgendo tutti i componenti e nel tempo anche nuovi collaboratori", racconta Roberta (addetta alla vendita, all’ideazione e realizzazione di abiti). Casa, bottega e centinaia di vestiti disegnati, tagliati e cuciti. "La mia formazione, come quella dei cugini Roberto e Moreno, è avvenuta direttamente sul campo, all’interno della sartoria e del negozio, tramite i nostri genitori. Negli anni degli studi un corso specifico di modellistica. Per me il lavoro è soprattutto passione: amo disegnare, creare con le mani abiti o accessori".
La vostra è una storia di grandi passioni che si intrecciano con la famiglia: qual è il segreto?
"Non c’è un segreto, ma ci sono l’amore e la passione per il proprio lavoro; l’autenticità e la sincerità nel consigliare il cliente – in base alle sue richieste – per un abito unico".
Cosa significa avere una sartoria oggi nell’epoca del fast fashion?
"Significa distinguersi, credere nell’unicità, nell’autenticità, nel rapporto umano, proprio per rivendicare l’importanza e la bellezza della tradizione artigianale italiana. I nostri abiti sono completamente lavorati a mano, dal modello in carta all’ultima rifinitura".
Com’è strutturata la vostra impresa? Quale il mercato di riferimento?
"È un’azienda a conduzione familiare, in cui lavorano sette dipendenti, più due titolari. Il nostro mercato è trasversale. La clientela di tutte le età: locale o di fuori regione, ma anche internazionale. Andiamo inoltre a domicilio, un servizio molto gradito soprattutto alla clientela più lontana: negli ultimi anni abbiamo realizzato abiti per clienti che vivono o provengono dall’estero, grazie anche al fatto che la nostra zona è meta di un turismo che si ferma nei dintorni più a lungo".
Il vostro capo di punta?
"Non c’è, in realtà… Realizziamo sia capi spalla uomo e donna, sia abiti da cerimonia per sposi e spose o abiti da sera, siamo abbastanza versatili".
Cosa cerca il vostro cliente che non trova altrove?
"Il capo unico, specie per le cerimonie, predilige la qualità, la costruzione personalizzata e non da ultimo, la durata nel tempo".
A proposito di tempo: nel vostro settore c’è stato un aumento del costo delle materie prime negli ultimi anni?
"Sì, le materie prime nel corso degli anni sono aumentate molto, anche perché ricerchiamo e lavoriamo sempre tessuti e accessori sartoriali di qualità".
È cambiato anche il gusto della vostra clientela?
"Chi si serve in sartoria ha un gusto meno legato alla moda del momento, per cui poco incline a ‘stravolgimenti’; ciò non toglie che c’è sempre, da parte nostra, una continua ricerca".
Abbiamo cucito un abito in una notte per…
"Per un cliente speciale che ci segue da tantissimi anni. Era uno smoking da uomo, non in una notte, ma in tre giorni lavorativi, tenendo conto che per realizzare un completo da uomo si impiegano tantissime ore".
C’è un vestito che vi è rimasto nel cuore?
"Una ‘vestaglia-cappotto’ in velluto di lino da tappezzeria, foderata in cachemere puro con alamari di passamaneria fatti anch’essi a mano. Poi i tanti abiti da sposa disegnati e realizzati per le clienti: tutti davvero esclusivi".
Qualche consiglio: nell’armadio di una donna non devono mai mancare...
"Un bel tailleur pantaloni blu o nero; un abito nero midi o lungo; un’originale camicia bianca".
E in quello di un uomo?
"Un completo blu, magari con il gilet in tessuto quattro stagioni. Una bella giacca sportiva con pantalone abbinato".
Vinted, abiti second-hand e riciclo: cosa ne pensate?
"Più che favorevoli al riciclo di un abito di qualità, in realtà lo facciamo da sempre! Spesso ci capita di riadattare abiti o completi realizzati da noi in sartoria da più di 20-25 anni, ancora meravigliosi che con piccoli ritocchi sono più che attuali e hanno un grande valore affettivo. Sono capi che si tramandano di padre in figlio e ora anche ai nipoti…".
Nel vostro futuro quali progetti ci sono?
"Continuare a fare il nostro lavoro di artigianato autentico, cercando di creare sempre abiti belli che, indossati, facciano sentire a proprio agio e felici le persone".