Domenica 1 Settembre 2024

Rivoluzione . Keyless. La password più sicura è lo sguardo

LA COSA DI CUI va più orgoglioso Andrea Carmignani è quella di aver portato l’azienda, una startup molto innovativa, in...

LA COSA DI CUI va più orgoglioso Andrea Carmignani è quella di aver portato l’azienda, una startup molto innovativa, in Italia. Per questo, oggi, dei 45 ingegneri che lavorano con lui e gli altri soci di Keyless, oltre la metà sono a Roma, anche se la sede principale resta Londra. D’altra parte, la tecnologia digitale di nuova generazione non ha davvero confini geografici. L’altro punto di orgoglio è quello di contribuire a creare un mondo più sicuro. Ma è davvero possibile? Nasce da questa domanda il lavoro di Keyless, società di cybersecurity per il riconoscimento biometrico e la gestione delle identità digitali, fondata a Londra nel gennaio 2019 dagli italiani Andrea Carmignani (nella foto), Giuseppe Ateniese, Paolo Gasti, e dal tedesco Fabian Eberle. La sua mission è quella di creare un mondo più sicuro e allo stesso tempo capace di tutelare la privacy e i dati personali, attraverso una tecnologia che opera in maniera anonima e in grado di garantire elevatissimi standard di sicurezza. L’accesso ad uno spazio fisico che prevede la verifica dell’identità, come eventi, uffici, aree aeroportuali, può essere fatto in modo semplice e sicuro, dando uno sguardo al proprio dispositivo personale, senza mettere a rischio i propri dati biometrici. "Il principale vantaggio della piattaforma – spiega uno dei fondatori, Andrea Carmignani - è la capacità di creare profili biometrici universali, archiviati su un cloud, che possono essere utilizzati per verificare l’identità dell’utente senza memorizzare dati biometrici sul dispositivo. Questo approccio garantisce un livello di sicurezza superiore rispetto alle alternative presenti sul mercato, dove i dati sono strettamente legati al dispositivo utilizzato e quindi non confrontabili quando un utente accede da un nuovo device".

Del tema si discute molto in Europa. Questo genere di tecnologia è davvero sicura?

"Noi crediamo di sì, tanto che stiamo ridefinendo il modo in cui il mondo si autentica, intraprendendo una missione per creare un ambiente digitale più sicuro e privato. La nostra vision è stabilire un mondo in cui gli utenti possano utilizzare i loro dati biometrici per autenticarsi in modo fluido e sicuro con un semplice sguardo su tutti i loro dispositivi, garantendo al contempo che i loro dati biometrici rimangano completamente al sicuro. Ci piace pensare non solo come ad un’azienda, siamo parte di un movimento noto come autenticazione passwordless, che cerca di sostituire, o almeno integrare, i metodi tradizionali di autenticazione come password, pin e otp con alternative più sicure".

Chi sono i vostri interlocutori attuali?

"Forniamo il nostro prodotto di biometria facciale alle aziende, che a loro volta lo utilizzano per i loro clienti, dipendenti e partner. Ad esempio, immaginiamo di voler modificare alcune informazioni personali sul proprio conto in banca, come l’indirizzo di residenza. Invece di un Sms o un codice Pin, per confermare l’identità con il nostro sistema basterà scansionare il volto, utilizzando la fotocamera del proprio cellulare, per assicurarsi la persona che richiede quella modifica sia realmente la proprietaria del conto bancario. Questo non solo migliora la sicurezza dell’account, ma è anche più veloce".

Altri vantaggi?

"Keyless opera, per esempio, riguardo il recupero dell’account. Invece di aspettare di poter parlare con l’assistenza clienti o di attendere codici via Sms, che possono essere intercettati, con la nostra tecnologia, lo si può fare con uno sguardo alla propria telecamera. Si riducono gli inconvenienti, si velocizza il processo e si mantengono le cose sicure, ma in maniera decisamente semplificata". Ci siano anche rischi, però?

"Noi facciamo in modo che non ce ne siano, ma sicuramente intelligenza artificiale generativa, con cui noi lavoriamo sin dal 2019, deep fake e furto d’identità sono un problema e lo saranno sempre più. Credo sia anche per questo che il nostro sistema viene sempre più scelto dalle banche, perché è sicuro ed evita soprattutto i furti di identità".

Come?

"Noi facciamo in modo che la persona venga identificata dal proprio telefonino, il quale ha caricati documenti d’identità come la Cie, la carta d’identità elettronica, che ha un chip difficilmente riproducibile. È il tuo dispositivo che dialoga con quelli della banca o dello stadio, ma senza che nessuno memorizzi la tua foto. La foto, anzi, diventa una stringa di numeri, viene crittografata e dialoga con i dispositivi. In questo modo si sicuri che l’identità sia univoca".

L’IA Act appena approvato dal Parlamento europeo però mette al bando il riconoscimento biometrico, come mai?

"L’Europa vuole mettere in sicurezza le persone dall’avere un riconoscimento effettuato da telecamere pubbliche fatto con immagini presenti su un database. Questo è quanto avviene in Cina e sappiamo che non è il massimo per la privacy e per la libertà. Il nostro sistema è esattamente l’opposto".

Lei ha incontrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato emozionante?

"Molto, anche perché noi siamo partiti dall’estero, dove è più facile trovare investitori e solo in un secondo tempo siamo sbarcati in Italia. Per me è stato molto emozionante raccontare la nostra piccola storia di successo al presidente, ma anche sapere che siamo un esempio che può ispirare altri giovani, come è avvenuto quando io ero all’università, alcuni progetti mi hanno ispirato. Spero che Keyless possa fare altrettanto con gli studenti oggi".

Che cosa significa essere una startup innovativa?

"Poter attirare investitori. Noi abbiamo raccolto più di 25 milioni di euro e oggi abbiamo investitori e clienti anche in Italia. Non solo, abbiamo fatto un exit con l’azienda e poi abbiamo ripreso il controllo. È bello sapere di esserci riusciti, ma anche poter sviluppare le nostre idee, innovative e utili per la sicurezza di tutti".