VTTI E SNAM, AZIENDE LEADER nel settore delle infrastrutture energetiche, hanno completato l’acquisizione delle quote di Terminale Lng Adriatico Srl (Adriatic Lng), la società proprietaria del terminale di rigassificazione di gas naturale liquefatto (Gnl) più grande d’Italia situato nelle acque al largo di Porto Tolle (Rovigo). In seguito all’ottenimento delle approvazioni regolatorie, le due aziende detengono ora rispettivamente il 70% e il 30% di Adriatic Lng. Con la nuova struttura societaria, Alexandra Thomas e Alessandro Conta sono stati nominati, rispettivamente, Chief executive officer e Chief operations officer di Adriatic Lng. Il nuovo assetto segna così un passo importante nella strategia di sviluppo della società, consolidando il suo ruolo di leader nazionale nella rigassificazione del gas naturale liquefatto.
Dal 2009 a oggi il terminale Adriatic Lng ha immesso nella rete nazionale gasdotti oltre 100 miliardi di metri cubi di gas, accogliendo navi metaniere da oltre 10 diversi Paesi. Con una capacità di rigassificazione massima autorizzata di 9,6 miliardi di metri cubi l’anno, corrispondenti a circa il 14% dell’attuale domanda nazionale di gas, un tasso di utilizzo dell’88% nel 2023 e un tasso di affidabilità delle operazioni di rigassificazione pari al 99,6%, il terminale ricopre un ruolo strategico nel sistema energetico italiano ed europeo. Il terminale è inoltre l’unico in Italia in grado di ricevere le navi metaniere con capacità fino a 217.000 metri cubi liquidi (Q-flex o super large scale carriers vessels), tra le più grandi a disposizione del mercato, che offrono evidenti benefici in termini di ottimizzazione dei volumi trasportati. "Questa operazione rappresenta un ulteriore passaggio chiave per la diversificazione e la sicurezza delle forniture energetiche all’Italia", commenta Stefano Venier (nella foto sopra), ceo di Snam. "La quota del 30% in Adriatic Lng e il nostro ruolo operativo nella società – continua – sottolineano la rilevanza del nostro portafoglio Gnl nel contesto energetico europeo, dove Snam è ora il terzo operatore per capacità di rigassificazione. Insieme a VTTI garantiremo la gestione ottimale di un’infrastruttura energetica chiave per il Paese".
Nel corso degli ultimi due anni e mezzo, l’impegno profuso da Snam per incrementare la capacità di rigassificazione del Paese ha dato luogo a vari interventi, fra cui spicca l’acquisizione di due terminali galleggianti: la nave Italis Lng - ormeggiata in porto a Piombino, entrata in esercizio nel luglio del 2023 e prossima a ricevere entro l’anno la cinquantesima gasiera – e la Bw Singapore, che entro i primi di aprile del 2025 inizierà a operare a 8,5 chilometri dalla costa di Ravenna. Dopo i lavori di adeguamento a Dubai, la nave è ora in navigazione verso le acque italiane, dove il suo arrivo è previsto entro il 31 dicembre. Nelle settimane scorse, intanto, Snam ha completato l’installazione del cosiddetto deck, cuore pulsante della piattaforma offshore cui la Bw Singapore sarà non soltanto ormeggiata ma anche collegata alla rete nazionale di trasporto del gas attraverso un gasdotto che corre per oltre 8 chilometri sui fondali marini e per circa 32 chilometri sulla terra ferma. Proprio come l’Italis Lng, anche la Bw Singapore metterà a disposizione del Paese una capacità di rigassificazione annua di 5 miliardi di metri cubi, portando la capacità di rigassificazione dell’Italia a 28 miliardi di metri cubi, per metà provenienti dal Tirreno (dove gli impianti attivi sono a Panigaglia, Piombino e Livorno) e per l’altra metà – a tutela di un complessivo equilibrio dei flussi – dall’Adriatico (Rovigo e Ravenna). La cifra 28 miliardi di metri cubi corrisponde al volume di gas che nel 2021 era stato importato attraverso Tarvisio, cioè sostanzialmente da Mosca, il cui contributo al fabbisogno nazionale è andato rapidamente contraendosi fino al punto da non superare – già nel 2023 – il 5%. Con la primavera dell’anno nuovo, quindi, il 40% della domanda nazionale di gas potrà così essere coperto dal gas naturale liquefatto che, potendo essere importato da una pluralità di Paesi (Usa, Algeria, Qatar, Spagna, Angola, Congo, Egitto, per non dire che i principali), garantisce una diversificazione degli approvvigionamenti quanto mai provvidenziale alla luce dell’instabile contesto internazionale.
Il 2021, anno in cui questo vettore copriva appena l’11% delle forniture nazionali di metano, sembra da questo punto di vista molto lontano, grazie a un rapido crescendo che già nel 2022 ha portato il gnl al 18% per poi fargli toccare un quarto dei consumi nel 2023 e nel 2024. Oggi, in pratica, solo il contributo cumulato delle pipeline in arrivo da sud a Mazara del Vallo, Gela e Melendugno supera l’apporto garantito dal gas naturale liquefatto. Guai però a pensare che questo vettore rappresenti, da solo, la risposta a tutto. Il suo, infatti, è un mercato globale, in cui l’Europa deve contendersi i carichi con il far east, facendo i conti con la crescente domanda asiatica, soprattutto cinese. Ecco perché, per mitigare il rischio di possibili rialzi dei prezzi, Snam sta continuando a potenziare anche le tratte via tubo. L’opera più importante attualmente in corso di realizzazione, in questo senso, è sicuramente rappresentata dai 425 km di condotte hydrogen-ready della Linea Adriatica, che entro il 2027 incrementerà di 10 miliardi di metri cubi all’anno la capacità di trasporto del metano lungo l’asse che dal sud del Paese conduce ai poli energivori del Nord.