SE GLI UFFICI sono sommersi dalla carta, l’intelligenza artificiale può essere la soluzione. Automatizzare la gestione dei documenti aziendali in unico ambiente di lavoro, digitalizzando i processi manuali e abilitando l’accesso e la condivisione di nuova conoscenza all’interno dell’azienda, è infatti il sogno di tutti, stando ad uno studio dell’Osservatorio del Politecnico di Milano.
L’Intelligent Document Processing (Idp) potrebbe rispondere a questa esigenza. Si basa, infatti, su un insieme di modelli di intelligenza artificiale allenati su esempi e su corpora testuali di varie estensioni e specializzazioni, allo scopo di classificare ed estrarre informazioni da un insieme di documenti, più o meno strutturati, e di supportare in generale l’automazione dei processi di gestione documentale tipicamente presidiati da persone fisiche, garantendo un elevato livello di precisione. Per le aziende i vantaggi nell’impiego sarebbero tanti: come una maggiore velocità di processamento, ma anche più accuratezza. Si potrebbero infatti risparmiare le risorse: il processamento di grandi volumi di documenti porta a un immediato risparmio di tempo e di costi associati. Inoltre usare l’intelligenza artificiale, obbligando alla digitalizzazione dei domenti, porta nei fatti all’integrabilità con i processi e i sistemi esistenti. La piattaforma di Idp, infatti, permette di centralizzare i documenti provenienti da diverse sorgenti, di organizzarli, estrarre informazioni e poi restituire l’output per i processi aziendali a valle, per aumentare il livello complessivo di automazione.
Ammagamma, società di data science con una sede a Modena e una in Israele, ad Haifa, ha sviluppato una Piattaforma di Idp di nome Adoc, che pre-processa e classifica documenti di vari formati e tipologie, ne estrae le informazioni più rilevanti per poi salvarle in un modello dati che dialoga con gli altri sistemi aziendali. La piattaforma è in grado di trasformare documenti strutturati, come web form e template aziendali, parzialmente non strutturati, per esempio fatture, ordini, atti notarili, di diversi formati, pdf, e-mail, scansioni, excel, word, in informazioni organizzate e interrogabili, abilitando l’automazione di molteplici processi aziendali.
Adoc offre, oltre alle soluzioni di Idp, anche diverse novità basate sull’ intelligenza artificiale generativa. Sfruttando le potenzialità dei Large Language Models, che sono alla base dell’intelligenza artificiale generativa, Adoc permette infatti di ottenere dei risultati a partire da un numero limitato di documenti, senza ricorrere a lunghe e intensive attività di allenamento dei modelli di classificazione e riconoscimento delle entità nei documenti. L’utilizzo di modelli pre-allenati su un vasto parco documentale garantisce una soluzione di Idp operativa in tempi brevi, con prestazioni migliori, soprattutto sull’estrazione di informazioni e la sintesi testuali da documenti non strutturati, cioè quelli che richiedono il maggior sforzo di analisi da parte degli utenti umani e di allenamento per i modelli di intelligenza artificiale. "Il lavoro del personale è agevolato sia in termini di efficienza che di qualità, grazie all’utilizzo di un unico software in cui vengono gestiti dati provenienti da molteplici fonti, strutturate e non strutturate, con una riduzione contestuale degli errori e dei costi associati all’analisi manuale", spiega Fabio Ferrari, presidente e fondatore di Ammagamma, partner ufficiale della Stanford University e membro del Focus Group on AI della European Digital Sme Alliance.