Lunedì 27 Gennaio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Porto di Ravenna, torna il segno più. Merci e navi in aumento

PER LA MOVIMENTAZIONE del porto di Ravenna torna il segno più nel 2024. Infatti, dopo i due anni record consecutivi...

PER LA MOVIMENTAZIONE del porto di Ravenna torna il segno più nel 2024. Infatti, dopo i due anni record consecutivi...

PER LA MOVIMENTAZIONE del porto di Ravenna torna il segno più nel 2024. Infatti, dopo i due anni record consecutivi...

PER LA MOVIMENTAZIONE del porto di Ravenna torna il segno più nel 2024. Infatti, dopo i due anni record consecutivi del 2021 e 2022 e il calo del successivo 2023, il porto di Ravenna torna in positivo assestandosi a 25.503.131 tonnellate di merce complessiva (+ 0,16% rispetto allo scorso anno) anche se occorre registrate la difficile congiuntura dei container che conservano un significativo segno negativo. Complessivamente, il numero di toccate delle navi è stato pari a 2.571 con 38 navi in più rispetto al 2023. E le prospettive per il 2025 – anno in cui avverrà anche il cambio al vertice dell’Autorità portuale in scadenza a gennaio - sono improntate ad un prudente ottimismo legato alla soluzione della crisi geopolitica che investe il canale di Suez e che induce molte imbarcazioni a circumnavigare l’Africa piuttosto che a entrare nel Mediterraneo. Complessivamente, nel 2024 il traffico ha risentito ancora anche della guerra nell’area del Mar Nero assestandosi intorno a 2,7 milioni di tonnellate rispetto ai circa 5 milioni di tonnellate pre guerra.

"Il 2024 – spiega il Presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, Daniele Rossi (nella foto)- è stato un anno molto difficile e complesso sotto tanti punti di vista, non solo per il porto di Ravenna ma per tutta Europa in ragione del perdurare di tensioni geopolitiche i cui effetti non solo hanno impattato pesantemente sulla crescita economica del nostro Paese ma hanno anche generato, in ragione dei rischi di nuovi rialzi dei prezzi legati ai rincari delle quotazioni delle materie prime, un clima di generale incertezza che, inevitabilmente, rallenta gli investimenti". I numeri del 2024 dicono che dopo ottobre e novembre chiusi con incrementi superiori al 20%, anche il mese di dicembre si è chiuso con un segno positivo. Dai dati presenti sul PCS (Port Community System) la movimentazione di dicembre è pari a oltre 2,1 milioni di tonnellate, in leggero aumento (+1,1%) rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

Nell’ultimo trimestre sono stati recuperati i traffici persi nei primi mesi dell’anno quando è esplosa la crisi del Canale di Suez che ancora oggi, soprattutto nel settore container, sta mettendo in difficoltà i porti italiani e mediterranei. A questo si è aggiunto in autunno il conflitto nell’area Israele/Libano, mercati storicamente collegati allo scalo di Ravenna. Entrando nelle macro categorie si segnala la forte ripresa dei materiali da costruzione (4.079.701 tonnellate con +6,6% rispetto al 2023). Tale recupero è sicuramente da attribuire all’aumento di import delle materie prime per la produzione di ceramiche del distretto di Sassuolo e l’aumento dei prodotti agroalimentari (solidi e liquidi) con 5.308.327 tonnellate (+ 1,96 %). Sono andati bene anche i concimi (1.635.931 tonnellate con un ottimo +5,3%) e i prodotti petroliferi e chimici che si attestano a 3.906.713 tonnellate con un +6,2%. In calo, invece, i prodotti metallurgici che si attestano a 5.981.603 tonnellate (- 8,2%).Tale perdita è imputabile alla crisi dell’industria siderurgica europea, accentuata con la crisi dell’auto e i dazi all’import.

Negativo il 2024 per i container, con 199.778 TEUs (-7,9% rispetto al 2023) e per la merce in container che si attesta a 2.245.052 tonnellate, in diminuzione del 4,6% rispetto al 2023. Il settore container è quello maggiormente colpito dalla situazione del Mar Rosso. In questa situazione la nuova linea feeder della compagnia CMA-CGM per collegare il mediterraneo orientale e la Turchia anche al porto di Ravenna, potrebbe invertire la tendenza negativa che si è manifestata in tutti i porti italiani ed in particolare nei porti Adriatici conseguentemente a tale situazione. Infine il settore crociere che ha visto nel 2024 la movimentazione di 272.219 passeggeri di cui 222.353 in home port con un calo del 17,7% rispetto al 2023.

Questo risultato è ancora più importante se guardiamo alle difficoltà che sta attraversando il trasporto ferroviario merci in Italia con una riduzione della capacità di trasporto superiore al 50% causata da diversi fattori, primo fra tutti gli oltre 1100 cantieri lungo la rete ferroviaria nazionale legati al PNRR. "Il conflitto russo-ucraino – commenta Rossi - ha messo in crisi i traffici con il Mar Nero, storico bacino di riferimento del nostro scalo. In questo contesto, rispetto al quale, nel tempo, il sistema è riuscito a reagire trovando nuovi traffici che hanno permesso di compensare almeno in parte le perdite, è venuto poi ad impattare il problema della guerra israeliano palestinese con la conseguente crisi del canale di Suez, dal quale passava il 12% del traffico mondiale ed il 40% di quello nazionale (20% la quota riferita al nostro scalo)". Da dicembre del 2023, quando i ribelli Houthi hanno annunciato l’intenzione di attaccare tutte le navi dirette in Israele senza distinzione di nazionalità, molti armatori hanno deciso di non far più compiere alle loro navi la rotta passante per il Canale di Suez ma di circumnavigare l’Africa allungando il viaggio con conseguenti significativi aumenti dei costi e privilegiando i porti del Nord Europa a scapito soprattutto dei porti del Nord Adriatico.

"In questi pochi anni il porto di Ravenna ha dunque sofferto – spiega Rossi - gli effetti negativi di due eventi assolutamente indipendenti dalle importanti scelte strategiche che il porto stesso stava compiendo. Nonostante questo però, e sono convinto che ciò dimostri che le scelte strategiche fatte vanno nella giusta direzione, il porto di Ravenna chiude il 2024 con un segno leggermente positivo rispetto al 2023. Partendo dal presupposto che queste due importanti aree, non appena le tensioni in atto lo permetteranno, torneranno ad essere bacini di riferimento del nostro porto, poiché questi traffici sono traffici destinati "naturalmente" al porto di Ravenna, non è difficile immaginare che il porto conoscerà una crescita importante dei volumi movimentati".