Domenica 17 Novembre 2024
ELENA COMELLI
Made in Italy

Petrolio, gas e carbone verso l’addio

Petrolio, gas e carbone verso l’addio

Petrolio, gas e carbone verso l’addio

È "l’inizio della fine" per i combustibili fossili. Per la prima volta l’International Energy Agency prevede che la domanda di petrolio, gas naturale e carbone raggiungerà il suo picco a metà di questo decennio, per poi declinare definitivamente. Le nuove proiezioni del braccio energetico dell’Ocse stimano che il consumo dei tre principali combustibili fossili sia destinato a calare a causa della rapida crescita delle energie rinnovabili e della diffusione dei veicoli elettrici. "Stiamo assistendo all’inizio della fine dell’era dei combustibili fossili e dobbiamo prepararci per la prossima era", ha detto il capo della Iea, Fatih Birol (in foto), commentando le proiezioni, che saranno pubblicate il mese prossimo nel World Energy Outlook dell’agenzia con sede a Parigi. E ha aggiunto: "Ciò dimostra che le politiche climatiche funzionano".

In un editoriale per il Financial Times, Birol ha annunciato una "svolta storica", ma ha invitato i politici a fare di più per accelerare la transizione energetica e a prepararsi per questa nuova rivoluzione industriale. "Ci aspettiamo che verso la metà di questo decennio le emissioni globali raggiungano il picco, ma siamo ancora lontani dal raggiungere i nostri obiettivi climatici", ha precisato Birol. La Iea aveva già previsto che la domanda di energia fossile avrebbe raggiunto il suo picco intorno al 2030, ma ora ha anticipato la data, perché la diffusione delle tecnologie rinnovabili ha subito un’accelerazione negli ultimi 12 mesi. I governi di tutto il mondo, infatti, hanno aumentato gli sforzi per la transizione energetica in risposta all’emergenza climatica e alla crisi energetica alimentata dall’invasione russa dell’Ucraina.

Birol ha citato fra le cause di questa svolta anche i "cambiamenti strutturali" dell’economia cinese nel passaggio dall’industria pesante ai servizi a minore intensità energetica. "Negli ultimi 10 anni la Cina ha rappresentato circa un terzo della crescita della domanda di gas naturale a livello globale e due terzi della crescita della domanda di petrolio", ha affermato Birol. "Oggi invece l’energia solare, eolica e nucleare stanno soppiantando la potenziale crescita del carbone in Cina".

Il capo della Iea ha ammonito però i politici, che dovranno essere "agili" per adattarsi alla transizione energetica e ha sostenuto che si potrebbe anche accelerare con "politiche climatiche più forti", nonostante le preoccupazioni dei governi occidentali sulla tolleranza degli elettori per i rapidi cambiamenti. Gli Stati Uniti e l’Ue hanno lanciato programmi ambiziosi per sostenere la crescita delle energie rinnovabili, ma hanno dovuto affrontare la resistenza degli oppositori sui costi. Il capo del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha avvertito pochi giorni fa che le politiche climatiche di Bruxelles rischiano di spingere gli elettori verso partiti populisti. Birol ha avvertito le aziende petrolifere che i nuovi grandi progetti di estrazione di combustibili fossili corrono il rischio di diventare asset "incagliati" (quindi non liquidabili), pur riconoscendo che saranno necessari alcuni investimenti nelle forniture di petrolio e gas per tener conto del declino dei giacimenti esistenti. La Iea ha subitp forti attacchi da parte dei produttori di combustibili fossili, che minacciano future crisi energetiche se gli investimenti nelle forniture di petrolio e di gas caleranno più rapidamente della domanda.

L’Opec, il cartello dei produttori di petrolio, ha accusato la Iea di alimentare la "volatilità" nei mercati attraverso i suoi appelli a smettere di investire in nuovi progetti petroliferi. Ma in realtà la Iea si è sempre rivelata molto più prudente della realtà nelle sue previsioni di crescita delle fonti rinnovabili e di declino dei fossili. Per questo, Birol ha ribadito: "I nuovi progetti su larga scala relativi ai combustibili fossili comportano non solo gravi rischi climatici, ma anche importanti rischi finanziari". Birol ha quindi invitato i politici a fermare le trivelle e a promuovere lo sviluppo delle rinnovabili, avvertendo che le emissioni dovranno diminuire rapidamente, dopo un picco a metà degli anni 2020, per avere qualche possibilità di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. Il futuro del clima "è nelle nostre mani".