Sabato 21 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Omniapiega dietro ai successi del prêt-à-porter

ASCOLTARE WALTER LONGONI, titolare di Omniapiega Srl, azienda con sede a Carate Brianza (Mb), specializzata dal 1970 nella plissettatura e,...

Omniapiega dietro ai successi del prêt-à-porter

ASCOLTARE WALTER LONGONI, titolare di Omniapiega Srl, azienda con sede a Carate Brianza (Mb), specializzata dal 1970 nella plissettatura e, più in generale, nelle lavorazioni di tessuto (dalle stropicciature ai drappeggi, dalle arricciature alla stampa sublimatica), è come immergersi in un manuale di storia della moda italiana. Già, perché Longoni ha assistito – anzi, ha contribuito in prima persona – all’ascesa di quel prêt-à-porter che trova in Milano la propria capitale indiscussa e negli stilisti Giorgio Armani, Gianfranco Ferrè, l’indimenticabile Gianni Versace e, poco più tardi, Roberto Cavalli e Dolce&Gabbana (solo per citarne alcuni), i propri portabandiera.

Erano gli albori degli anni Ottanta...

"Dalla nostra fondazione - spiega Walter Longoni (nella foto a sinistra) e fino a quel momento, eseguivamo per lo più lavori di plissettatura classica: la nostra crescita è coincisa con quella degli stilisti come Armani, Versace e Ferrè che, proprio in quegli anni, muovevano i primi passi nel mondo della moda".

Avete collaborato fin dall’inizio?

"Certamente. Di solito incontravamo il signor Ferré il martedì pomeriggio, il signor Versace il giovedì sera. Ci confrontavamo a lungo sulle lavorazioni da sviluppare, ogni volta che ci vedevamo sbocciava un’idea nuova".

Che ricordi ha degli stilisti?

"Gianni Versace era un genio, un vero e proprio vulcano di creatività. Gianfranco Ferrè era colto e preciso, oltre a essere una persona dall’animo buono. Dolce&Gabbana li abbiamo conosciuti che erano poco più che ragazzini: pensi che studiavamo assieme le lavorazioni, poi le mandavamo in Sicilia, alla mamma di Domenico Dolce, che confezionava gli abiti".

Cos’è successo poi?

"Man mano che la loro notorietà cresceva, il tempo che gli stilisti potevano dedicare all’attività di ricerca e sviluppo, assieme ad aziende come la nostra, diminuiva. Allora abbiamo deciso di dar vita a un reparto creativo interno, per mettere a punto soluzioni sempre nuove e proporle agli stilisti, che poi decidevano come applicarle sui loro capi (pantaloni, gonne, camicie, etc). Stagione dopo stagione, abbiamo realizzato e perfezionato più di 5000 diversi tipi di lavorazioni, che tuttora sono presenti nell’archivio storico dell’azienda".

Com’è cambiata la moda italiana?

"Niente è più come prima. La parola più adatta per descrivere questo stravolgimento è ‘velocità’".

In che senso?

"Nel corso dell’anno sono aumentate le collezioni da presentare, quanto a noi, continuiamo a investire notevoli risorse in ricerca e sviluppo, per garantire agli stilisti la giusta ispirazione".