PARTIRE DA ZERO, con un piccolo negozio a Matelica, e arrivare in poco più di 30 anni a conquistare l’intero mercato italiano della pasta. Come? "Mantenendo vive le tradizioni e la qualità", spiega l’amministratore delegato Marcello Pennazzi di Luciana Mosconi, un pastificio che nel brand porta il nome e il cognome di colei che ha iniziato a tirare la sfoglia in casa. Proprio quella pasta all’uovo secca che ancora oggi è nel Dna dell’azienda marchigiana, presente anche ad Ancona. Ottanta dipendenti, un mercato da leader di settore in varie regioni d’Italia, 40 milioni di fatturato, l’export in ascesa e una vasta gamma di prodotti anche nella pasta fresca. Un’industria quindi, ma con logiche ancora artigianali.
Pennazzi, Luciana Mosconi è uno degli esempi italiani di cosa significa partire dal basso: da un piccolo negozio di paese a un moderno pastificio. Quali sono le chiavi di questo successo?
"Siamo partiti veramente da zero. Le persone e i loro valori hanno fatto la differenza: Luciana Mosconi, suo marito Gianni Bartocci e mio padre Manfredo Pennazzi. Due famiglie che si sono unite per un progetto. Partire da un negozio di pasta fresca, mettere insieme qualità e territorio, creare una strategia commerciale lungimirante ma ambiziosa. Poi la differenza la fa la bontà del prodotto. In questo senso non siamo mai scesi a compromessi, anche quando tutto il mondo distributivo era scettico visto il posizionamento nuovo per il mercato. Oggi quelle scelte si sono dimostrate vincenti: alla fine la qualità ti premia sempre. Abbiamo tracciato un solco e ora ne siamo leader".
Come Nutella per la cioccolata, Fabriano per la carta, se uno pensa alla pasta all’uovo in Italia, pensa a Luciana Mosconi. Cosa vi differenzia dai competitor?
"Questa azienda e questo nome richiamano alla pasta all’uovo di qualità, soprattutto nelle aree del centro Italia e nel nord-est. Oggi produciamo 450 quintali di pasta al giorno, ma con le stesse modalità di una volta. Il metodo Luciana Mosconi è inimitabile e inconfondibile: materie prime scelte 100% italiane, impasto in quattro fasi lente, creazione della sfoglia senza pressatura meccanica (procedimento brevettato), essicazione a bassissime temperature. Per fare un chilo di pasta ci vuole un giorno. Abbiamo replicato in grande ciò che facevamo in piccolo, senza cedere alle lusinghe delle logiche industriali. Vorrei che tutti i consumatori venissero a vederci mentre lavoriamo, così capirebbero perché la nostra pasta è differente dalle altre".
Offrite una vasta gamma di prodotti, diffusi nella grande distribuzione. Quali sono i più scelti dai consumatori?
"Ci siamo fatti conoscere soprattutto per la pasta lunga all’uovo secca: la più venduta è la fettuccina, ma anche le pappardelle e ovviamente le classiche tagliatelle, che tra l’altro recentemente sono state valutate da Altroconsumo come le migliori del test tra le 15 più conosciute in Italia. Abbiamo un assortimento vastissimo, oltre alla pasta lunga, la corta per le minestre e i formati speciali di cui siamo leader in Italia. Sui 40 milioni di fatturato l’87% arriva dalla pasta secca, mentre il 13% dalla pasta fresca, un trend che negli ultimi anni è in forte crescita. Questa è la nuova sfida e credo che siamo sulla strada giusta: ingredienti 100% italiani, spesso Dop o Igp, eccellenze del nostro territorio e non solo, per offrire ai Luciana Mosconi lovers solo il meglio".
Con l’apertura dello shop online, nel 2021, vi siete allargati anche al mercato estero?
"In Italia arriviamo dappertutto, con le aree di maggiore forza che sono nel centro Italia e nel nord-est, dove siamo leader di mercato. Ma raggiungiamo anche 40 paesi nel mondo, con l’8% del fatturato che arriva dall’export. Oltre all’Europa, abbiamo mercato nel nord America, nel sud-est asiatico e in Australia. Questo settore per noi è il futuro, cresce sempre di più e vogliamo arrivare al 20% del totale fatturato. Lo shop online, con una gamma di 100 prodotti, ci permette di accontentare tutti con ogni tipo di pasta, anche dalla linea freschissima".
Ancona e Matelica sono le vostre case madri. Quanto è importante la tradizione marchigiana in questo settore?
"Abbiamo fatto del nostro territorio una leva di qualità, una strategia di marketing e un racconto. Il nostro payoff storicamente è “Ruvida. Tenace. Marchigiana“. Raccontiamo un modo di essere, di fare della pasta, raccontiamo la nostra gente, umile e laboriosa. Per noi il territorio è tutto, lo raccontiamo da sempre, portiamo il nome delle Marche in giro per l’Italia e nel mondo. Per noi è talmente importante che anche gli investimenti, volti a stimolare una crescita per linee esterne, sono stati fatti su realtà locali: prima con il Pastificio Ercoli di Civitanova, che stiamo rilanciando, e poi con la Cantina La Monacesca di Matelica, con l’obiettivo di costruire un polo di eccellenze del territorio marchigiano".
Riguardo invece le politiche ambientali, quali sono le vostre priorità?
"Da sempre siamo un’azienda che guarda al mondo della sostenibilità ambientale. Siamo stati, nel 2012, la prima azienda nel mondo della pasta e tra le prime nel mondo del largo consumo, a siglare un accordo con il ministero dell’Ambiente finalizzato a calcolare, ridurre e compensare l’emissione di gas serra lungo tutta la filiera, quindi dall’approvvigionamento delle materie prime, passando per la produzione e la distribuzione del prodotto. Ora abbiamo fatto un investimento nuovo per ampliare l’impianto fotovoltaico nello stabilimento di Matelica, raddoppiandolo. E costruiremo ex novo un impianto ad Ancona".