Giovedì 26 Settembre 2024

L’oro fa pace con l’ambiente e si reinventa materiale etico

L’oro fa pace  con l’ambiente  e si reinventa  materiale etico

L’oro fa pace con l’ambiente e si reinventa materiale etico

PER CREARE una fede nuziale si possono immettere nell’ambiente fino a tre tonnellate di rifiuti. Anche tossici, come il mercurio. Il processo di estrazione dell’oro può avere un impatto pesante sull’ambiente: per estrarre una singola oncia d’oro, equivalente a 28 grammi, vengono rimosse 250 tonnellate di roccia e l’estrazione mineraria è a oggi una delle principali cause di inquinamento e dello sfruttamento di più di 10 milioni di minatori, con manodopera a basso costo e ad alto rischio. Ma l’alternativa c’è: si chiama oro etico e sostenibile, in armonia con l’ecosistema, senza l’utilizzo di esplosivi e di componenti chimici incompatibili con l’ambiente, e in collaborazione con le comunità coinvolte. Fin dai tempi degli Etruschi l’oro è stato un metallo lavorato ad Arezzo: inizialmente utilizzato per cerimonie religiose, poi come merce di scambio e come riserva di valore. Oggi avere un oro sostenibile è uno degli obiettivi principali che sta perseguendo Italpreziosi, società leader a livello internazionale nella produzione, trading e commercio di lingotti e metalli da investimento. Presidente e amministratore delegato è Ivana Ciabatti (nella foto sopra).

Ciabatti, oro ed etica possono andare davvero a braccetto?

"Il nostro rapporto di sostenibilità conferma l’impegno nell’affermazione di un percorso sostenibile per l’estrazione del metallo prezioso. L’obiettivo, a lungo termine, è contribuire al raggiungimento di zero emissioni di carbonio entro il 2050. In questa prospettiva, la società sta lavorando al suo primo report annuale sulla Carbon Footprint, con l’obiettivo di delineare una roadmap di decarbonizzazione".

Non c’è solo l’estrazione dell’oro tra le vostre priorità...

"I collaboratori rappresentano il segreto del successo di Italpreziosi. Per tale ragione, vengono adottate una serie di misure volte alla loro valorizzazione, affinché operino in un contesto sicuro e costruttivo. Nel 2022 sono state dedicate 330 ore alla formazione, di cui 224 sul tema sicurezza dei lavoratori, 107 su aggiornamento di processi e sostenibilità che hanno coinvolto il 75% del personale".

Puntate molto anche sulla creazione di valore. Come?

"La creazione di valore rappresenta un fattore importante per garantire supporto allo sviluppo locale in cui la società opera. Il valore economico generato da Italpreziosi nel 2022 ammonta a 6,1 milioni di euro. In particolare, il 2,23% è stato investito per lo sviluppo della strategia sostenibile, implementazione di macchinari ad alta tecnologia, caratterizzati da processi a emissioni prossime allo zero. Italpreziosi supporta enti di beneficenza e iniziative socio-ambientali nella logica di peace building, uguaglianza di genere e diffusione della cultura. Va in questo senso la partnership con Rondine Cittadella della Pace, organizzazione impegnata a ridurre i conflitti armati in tutto il mondo".

Come interpreta la spinta verso la sostenibilità?

"L’innovazione, la collaborazione e il dialogo sono gli elementi chiave per un’industria più unita e trasparente. Queste strategie di crescita, insieme al ruolo attivo del settore pubblico e dell’intera catena di approvvigionamento, possono sensibilizzare la diffusione di conoscenze sulle migliori pratiche sostenibili". Un’impostazione che le è valsa l’essere inserita tra le 100 donne al mondo del settore minerario premiate per il loro impatto sostenibile nella classifica speciale di Women in Mining Uk".

Un’attenzione a cui si affianca inclusione e valorizzazione delle diversità?

"Abbiamo sostenuto nel tempo numerosi progetti che valorizzano i diritti delle donne, le loro potenzialità, il loro genio, battendosi in particolare contro la violenza sulle donne. Oltre a essere membro di Wim Uk, lo sono anche di Women Empowerment Principles, iniziativa di Onu Women e Onu Global Compact che definisce i principi guida per le imprese su come promuovere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne, sul posto di lavoro e nella comunità. In oltre 40 anni di esperienza pongo in primo piano i principi di sostenibilità, etica e rispetto sia per l’ambiente che per le risorse umane".

Quindi una politica di gestione concreta e tangibile?

"Sì abbiamo iniziato il percorso di certificazione della parità di genere lo scorso anno per dimostrare il nostro impegno e la nostra serietà sul tema dell’uguaglianza di genere ottenendo questa attestazione a inizio 2023, a dimostrazione della coerenza dei nostri valori e dell’impegno per un’industria più consapevole anche in questo ambito". Torniamo al green, quali interventi avete allo studio?

"La crisi climatica che avanza e le conseguenti sfide ambientali ma anche sociali sono fondamentali. Questo è il contesto in cui operiamo che ci impone di porci obiettivi di mitigazione sempre più ambiziosi. Per questo, abbiamo iniziato a misurare la nostra impronta carbonica, quindi a monitorare il nostro impatto, con l’obiettivo di migliorare le nostre performance ambientali e ottenere la certificazione Carbon Footprint per continuare a perfezionarci su questo fronte".

Le certificazioni sono oggettivamente elementi competitivi?

"Assolutamente sì, per una azienda come la nostra dedita all’export vantare certificazioni ambientali riconosciute consente di rimanere concorrenziali e di essere selezionati tra molti player. In quest’ottica collaboriamo con Planet Gold, partnership che coinvolge organizzazioni internazionali, come Nazioni Unite e Ocse".